Questa politica autarchica è da sempre marchio di fabbrica e bandiera del popolo basco oltre che dello stesso club,tanto che in un sondaggio di qualche anno fa la quasi totalità dei tifosi si oppose all'eventualità di tesserare giocatori stranieri,ribadendo la propria identità;nononstante questa chiusura all'esterno,nel corso della propria ultra centenaria storia(è stato fondato nel 1898)l'Athletic ha sempre rivaleggiato con le grandi potenze di Madrid e Barcellona,essendo peraltro l'unica insieme ad esse ad aver disputato tutte le edizioni della Liga.
Nella bacheca biancorossa troviamo 24 coppe del re,8 titoli nazionali oltre ad una coppa uefa persa contro la Juventus sul finire degli anni 70';teatro delle gesta dei baschi è lo stadio San Mames soprannominato La Catedral,terreno pressochè inespugnabile negli anni d'oro del team e vero e proprio luogo dove esprimere lo sconfinato orgoglio basco.
Il team deve il proprio nome e le proprie origini agli inglesi che sul finire dell'ottocento approdavano numerosi nel porto di Bilbao per commercio e che dalla madrepatria esportarono un gioco chiamato football;tra gli abitanti del luogo e la sfera di cuoio fu amore a prima vista,un'amore che dura anocra oggi nonostante anche l'Athletic abbia fatto qualche concessione alla modernità come ad esempio lo sponsor,rigorosamente basco sulle maglie;numerosi e di prestigio sono invece stati gli allenatori stranieri che hanno guidato i biancorossi nel corso del loro secolo ed oltre di vita,portando al successo giocatori come ad esempioRafael Moreno detto"Pichichi"formidabile sfondareti da cui prende il nome il titolo di capocannoniere della Liga,oppure l'altro attaccante Zarra,il portiere Iribar,il difensore Alexanco o la forte mezzala Julen Guerrero e l'altro difensore Bixente Lizarazu francese di passaporto ma di estrazione basca.
Finchè la bandiera dell'Athletic Club continuerà a sventolare alta nel cielo, il calcio manterrà almeno l'ultima briciola di romanticismo incarnato da questa anacronistica follia.
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