Il 23 luglio 1995 l'Uruguay batte il Brasile campione del mondo aggiudicandosi la Copa America organizzata in casa:è un trionfo quello della Celeste avvenuto ai rigori ma che mantiene intatta la tradizione che vuole i rioplatensi sempre vincenti quando son padroni di casa in una manifestazione internazionale.
Una sconfitta che lascia l'amaro in bocca ad un Brasile che solo dodici mesi prime era diventato tetracampeao sconfiggendo sempre dagli undici metri la nazionale azzurra al termine di una delle finali più brutte mai viste in una Coppa del Mondo;la fantasia dei verdeoro unita ad una concezione tattica oramai di stampo europeo nulla possono contro la garra e la voglia di vincere che mettono in campo gli uruguagi di fronte ai loro tifosi al Centenario di Montevideo.
Un'edizione quella del 1995 che vede l'argentina bicampione in carica abdicare scottata ancora dal caso Maradona vissuto l'anno prima durante la Coppa del Mondo statunitense:l'Albiceleste è in una fase di trapasso generazionale e sul campo questo si vede benissimo;a destare l'attenzione generale anche la presenza di Messico e Stati Uniti che vengono invitate dalla Conmebol per aumentare il numero di squadre.
Capitano e trascinatore morale dell'Uruguay è Enzo Francescoli che abbandonate le platee europee rientra in Sudamerica per riprendere la storia interrotta con il River Plate:in quel 1995 però tutto il suo carisma è al servizio della celeste nuovamente sul trono continentale.
Una sconfitta che lascia l'amaro in bocca ad un Brasile che solo dodici mesi prime era diventato tetracampeao sconfiggendo sempre dagli undici metri la nazionale azzurra al termine di una delle finali più brutte mai viste in una Coppa del Mondo;la fantasia dei verdeoro unita ad una concezione tattica oramai di stampo europeo nulla possono contro la garra e la voglia di vincere che mettono in campo gli uruguagi di fronte ai loro tifosi al Centenario di Montevideo.
Un'edizione quella del 1995 che vede l'argentina bicampione in carica abdicare scottata ancora dal caso Maradona vissuto l'anno prima durante la Coppa del Mondo statunitense:l'Albiceleste è in una fase di trapasso generazionale e sul campo questo si vede benissimo;a destare l'attenzione generale anche la presenza di Messico e Stati Uniti che vengono invitate dalla Conmebol per aumentare il numero di squadre.
Capitano e trascinatore morale dell'Uruguay è Enzo Francescoli che abbandonate le platee europee rientra in Sudamerica per riprendere la storia interrotta con il River Plate:in quel 1995 però tutto il suo carisma è al servizio della celeste nuovamente sul trono continentale.
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