Avere come padre un grande ex calciatore a volte può pesare per un figlio che voglia intraprendere la stessa carriera,ma avere come genitore il capitano del Grande Torino e non averlo potuto in pratica neanche conoscere è un qualcosa che solo vivendolo si può probabilmente descrivere;il figlio d'arte in questione è Sandro Mazzola,figlio del grande Valentino e bandiera nerazzurra dato che nella beneamata ha trascorso la sua intera avventura calcistica iniziata proprio a Torino contro la Juventus nel famoso 9-1 in cui i milanesi schierarono la primavera in segno di protesta.
Mazzola fu notato nelle giovanili da colui che prima di lui era stato la bandiera interista per antonomasia,ovvero Giuseppe Meazza che lo segnalò ai dirigenti che prontamente lo aggregarono alla prima squadra;in origine giocava centravanti ma poi con gli anni pian piano arretrò la sua posizione divenendo una mezzala dotata di scatto fulminante e dribbling con cui saltava con facilità l'uomo;fu insieme a Suarez,Facchetti,Corso e Picchi uno dei baluardi su cui Helenio Herrera e Moratti padre costruirono la grande Inter degli anni 60' capace di vincere scudetti in Italia e due Coppe dei Campioni e due Intercontinentali oltre i confini nazionali.
Nella selezione azzurra fu protagonista in tre edizioni della Coppa del Mondo ed del Campionato Europeo vinto dall'Italia a Roma contro la Jugoslavia;singolare notare che la coppa del 66' in Inghilterra e quella del 74' in Germania risultano essere due tra le peggiori avventure della nostra rappresentativa in competizioni Fifa,mentre nel 70' in Messico fu protagonista incolpevole di uno dei momenti più discussi della storia calcistica italiana,ovvero la famosa staffetta con Rivera nella finale contro il Brasile in cui il milanista subentrò proprio a Mazzola giocando solo 6' minuti quando ormai i verdeoro vincevano 4-1.
La sua parabola in maglia Inter si chiude nel 77' nella finale di Coppa Italia persa contro i cugini rossoneri,dopodichè tornerà alla beneamata in veste di dirigente in due periodi distinti,il primo dall'anno del ritiro al 84' il secondo dal 95' al 99' quando Massimo Moratti acquista la società che fu del padre e si attornia di vecchie glorie;nel corso della vita post calcio è in più occasioni anche telecronista in occasione di partite della nazionale azzurra.
Mazzola fu notato nelle giovanili da colui che prima di lui era stato la bandiera interista per antonomasia,ovvero Giuseppe Meazza che lo segnalò ai dirigenti che prontamente lo aggregarono alla prima squadra;in origine giocava centravanti ma poi con gli anni pian piano arretrò la sua posizione divenendo una mezzala dotata di scatto fulminante e dribbling con cui saltava con facilità l'uomo;fu insieme a Suarez,Facchetti,Corso e Picchi uno dei baluardi su cui Helenio Herrera e Moratti padre costruirono la grande Inter degli anni 60' capace di vincere scudetti in Italia e due Coppe dei Campioni e due Intercontinentali oltre i confini nazionali.
Nella selezione azzurra fu protagonista in tre edizioni della Coppa del Mondo ed del Campionato Europeo vinto dall'Italia a Roma contro la Jugoslavia;singolare notare che la coppa del 66' in Inghilterra e quella del 74' in Germania risultano essere due tra le peggiori avventure della nostra rappresentativa in competizioni Fifa,mentre nel 70' in Messico fu protagonista incolpevole di uno dei momenti più discussi della storia calcistica italiana,ovvero la famosa staffetta con Rivera nella finale contro il Brasile in cui il milanista subentrò proprio a Mazzola giocando solo 6' minuti quando ormai i verdeoro vincevano 4-1.
La sua parabola in maglia Inter si chiude nel 77' nella finale di Coppa Italia persa contro i cugini rossoneri,dopodichè tornerà alla beneamata in veste di dirigente in due periodi distinti,il primo dall'anno del ritiro al 84' il secondo dal 95' al 99' quando Massimo Moratti acquista la società che fu del padre e si attornia di vecchie glorie;nel corso della vita post calcio è in più occasioni anche telecronista in occasione di partite della nazionale azzurra.
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