martedì 19 luglio 2016

Calcio turco in rosso

All'inizio degli anni 2000 era giustamente considerato come uno dei paesi emergenti,tanto che il Galatasaray allenato da Terim riusci perfino a vincere una Coppa Uefa battendo l'Arsenal e la nazionale giunse ad uno storico terzo posto nella pur controversa Coppa del Mondo nippo-coreana;poi però a quegli exploit il calcio turco non seppe dare seguito,e non appena quella generazione segnò il passo per limiti d'età il livello tornò subito basso.
Un colpo di coda si ebbe agli Europei di Svizzera ed Austria ma rappresentò appunto un lampo nella notte in cui è ripiombato il movimento anatolico:a nulla sono serviti in questi anni i numerosi investimenti fatti su stranieri di nome anche se ormai non più in voga nei principali campionati.

Questa spasmodica ricerca del campione straniero a tutti i costi ha anzi indebolito il vivaio locale oltre che le casse dei clubs,visto che talvolta molti di loro non sono in grado di far fronte agli impegni presi al momento delle firme;non si sa poi bene da dove venga alimentato questo flusso di denaro,e certi sospetti su legami del regime e di imprenditori potentati con l'Isis fanno rabbrividire.
L'epoca d'oro di Hakan Sukur e compagni è ormai terminata e la recente opaca prova offerta as Euro 2016 è li a testimoniarlo:un'inversione di tendenza rivolta ai giovani locali sarebbe salutare oltrechè auspicabile ijn tempi decisamente brevi.


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