martedì 31 maggio 2016

Herbert Chapman

Ha apportato una delle più grandi e rivoluzionarie teorie nella storia del calcio,e per questo è universalmente conosciuto più cheper quello che ha vinto:Herbert Chapman è stato l'uomo che ha introdotto nel calcio il WM detto altresi Sistema,modulo di gioco che prevedeva il passaggio dalla marcatura a zona a quella ad uomo.
Calciatore di mediocri capacità ha allenato diverse squadre minori del panorama inglese prima di approdare ad Highbury alla guida dell'Arsenal con cui ha vinto 1 FA Cup e ben tre campionati nazionali;in precedenza significativa era stata anche l'esperienza al Huddersfield con cui conquistò alti allori.
Il nuovo modo di stare in campo gli fu suggerito dal cambiamento della regola sul fuorigioco del 1925,allorchè si passò dai tre uomini necessari tra il pallone e la linea di fondo a soli due,ed anche dal fatto che la sua squadra aveva appena subito una pesante sconfitta a cui occorreva rimediare in modo efficace fin da subito.
Chapman non fu comunque soltanto un'inventore di un nuovo sistema di gioco,ma anche fautore di una preparazione fisica adeguata al livello della competizione che si doveva affrontare ed inoltre fu tra i primi sostenitori dei match da giocare in notturna come veicolo per attrrre pubblico sui campi.
L'Arsenal ne ricorda al memoria con un busto in bronzo esposto all'ingresso dell'Emirates Stadium da quando il club ha lasciato lo storico impianto di Highbury.

Socrates

A detta di Pelè è stato il calciatore brasiliano più intelligente della storia:di sicuro un'esempio per compagni e tifosi,leader della famosa democracia corinthiana in cui i calciatori si autogestivano in tutto e per tutto;Socrates ha fatto parte di quella generazione di giocatori brasiliani che nella prima metà degli anni 80' fecero sognare il paese verdeoro,salvo poi gettarlo nello sconforto più totale complice le sconfitte con Italia e Francia nel 82' e nel 86'.
Laureato in medicina,preferisce l'attività di calciatore a quella di medico iniziando la propria carriera nel Botafogo di Sao Paulo;nel 78' passa al Corinthians dove rimane per 6 stagioni vincendo tre titoli paulisti ma soprattutto diventando uno dei simboli della lotta contro la dittatura che in quegli anni governa il Brasile;come detto assieme ai compagni da vita all 'autogestione che mette ai voti ogni decisione da prendere coinvolgendo anche lo staff tecnico.Famose rimarranno le partite in cui i corinziani scendono in campo con scritte sulle maglie ineggianti alla libertà e contro l'oppressione.
Giocatore in possesso di un notevole tiro e di un buon colpo di testa,eccelle nel palleggio e nelle verticalizzazioni  che mettono i compagni in grado di trovarsi a tu per tu con il portiere avversario;durante la carriera fu ottimo realizzatore anche con la maglia della Selecao dove indossò la fascia di capitano in ragione del suo immenso carisma.
Nel 85' tentò l'avventura italiana con la Fiorentina,ma a causa del suo carattere ribelle non legò mai con l'ambiente tornando poi a chiudere la carriera in patria;nel dopo calcio mise a frutto la sua laurea in medicina,ma purtroppo l'atavico abuso di alcool ne minò ben presto la salute fino alla prematura scomparsa.

Sao Paulo

Quella del Sao Paulo è sicuramente una storia molto tormentata,almeno per quanto riguarda la nascita:sono infatti tempi di aspre lotte nel movimento paulista tra i sostenitori del dilettantismo e quelli del professionismo,ed ognuno dei due gruppi vuole imporre le proprie ragioni sull'altro e proprio in questo ambiente germoglia il nuovo sodalizio che può annoverare quasi tre date di fondazione tra fusioni e cambio di nome.
Il nuovo club comunque da subito annovera tra le proprie fila campioni quali Friedenrich ma non riesce ad uscire dalla mediocrità;sarà soltanto con l'arrivo della perla nera Leonidas nel 142 che la squadra tricolor ingranerà la marcia superiore facendo suoi i titoli statali per ben 5 volte nell'arco di 8 stagioni a fine del decennio degli anni 40'.Nel corso di quegli anni debuttano anche due futuri capitani campioni del mondo ovvero Bellini nel 58' e Muro Ramos nel 62',oltre all'arrivo dell'ala destra Friaca che segnerà l'inutile rete contro l'Uruguay nel 1950.
Nel 53' inizia intanto la costruzione dello stadio Morumbi,casa del club negli anni a venire che sarà il teatro di nuovi trionfi statali negli anni 70' e del primo campionato nazionale nel 1977;dopo qualche segnale di crisi ad inizio anni 80' i paulisti si riprendono grazie al loro formidabile vivaio che produce giocatori come il cannoniere Careca,ed i centrocampisti Silas e Pulo Cesar che portano a nuovi titoli nazionali nel 86' e nel 91'.
Nell'ultimo quarto di secolo il club esce dalla sua dimensione brasiliana per assumere un carattere internazionale vincendo sotto la guida dell'ex selezionatore della Selecao Tele Santana per ben due volte consecutive la Copa Libertadore e quella Intercontinentale potendo far leva sul centrocampista Rai, il portiere Zetti ed il terzino Cafu:arriva nell'anno seguente anche la Copa Conmebol a suggellare un triennio d'oro.
Dopo aver passato un periodo di appannamento a causa del forzato rinnovamento della rosa,pur annoverando tra le proprie fila gente del calibro di Kakà e Forlan,a metà del primo decennio degli anni 2000 si apre un nuovo grande ciclo che arricchirà la bacheca con tre titoli nazionali consecutivi ed un'altra Copa Libertadores sotto la guida di Autuori e Muricy Ramalho.

Bobby Moore

E' stato l'unico capitano inglese a sollevare al cielo un trofeo internazionale,probabilmente il più forte difensore che il calcio britannico abbia mai prodotto;Bobby Moore merita certamente un posto di rilievo nella storia del calcio e non solo di quello britannico.
Cresciuto nel settore giovanile del West Ham, ha esordito in Big League all'età di diciassette anni e per ben 16 stagioni è stato il baluardo quasi insuperabile nella difesa degli Hammers;giocatore dotato di classe ed eleganza sul campo di gioco quanto nella vita,ha trascorso l'intera carriera che conta nel club londinese pur avendo avuto più volte l'opportunità di migrare in teams ben più importanti:la sua fedeltà è stata ripagata con una Coppa delle Coppe ed una FA Cup e l'eterno amore dei tifosi nei suoi confronti
La carriera in nazionale comincia di fatto nella Coppa del Mondo del 1962 in Cile e si protrae per altre sue edizioni della rassegna iridata compresa quella casalinga del 1966 che segnerà l'unica vittoria in campo internazionale della nazionale albionica con Moore che andrà a ricevere la Coppa Rimet direttamente dalle mani della regina Elisabetta II.
Quattro anni più tardi l'avventura in terra messicana fu preceduta da una disavventura durante il ritiro in altura effettuato in Colombia:durante la visita ad una gioielleria ci fu il tentativo di coinvolgere lo stesso capitano inglese nel furto di un bracialetto;la cosa fu risolta dopo un'indagine della polizia e Moore potè raggiungere i compagni in Messico dove l'Inghilterra fu eliminata nei quarti di finale.
Concluse la sua parabola agonistica prima col triennio al Fulham e poi con una comparsata nel clacio statunitense;fu anche protagonista con molti altri ex calciatori del film"Fuga per la vittoria"di John Houston.

Tarcisio Burgnich

Difensori come lui al giorno d'oggi non ce ne sono più;duro,abile nei tackles, forte in marcatura tanto che gli venivano sempre affidati le punte avversarie più pericolose:questo era Tarcisio Burgnich in campo,esempio di serietà e abnegazione nello svolgere il proprio lavoro.
Esordi nel calcio che conta con l'Udinese,avendo tra i compagni di squadre un certo Dino Zoff con cui condividerà altre gioie e dolori anche con la maglia azzurra:da subito si notano le sue indubbie qualità tanto che Gianpiero Boniperti non ancora presidente lo consiglia alla Juventus;in maglia bianconera però non ingrana e dopo 13 presenze viene ceduto in sede di mercato al Palermo dove invece trova un'ambiente ideale nel quale esprimere tutto se stesso.
Un'ottima stagione in Sicilia gli spalanca le porte dell'inter dove rimarrà per ben 12 stagioni divenendo una colonna insostituibile della compagine guidata a lungo da Helenio Herrera;in nerazzurro conquista titoli in serie giostrando da terzino destro,stopper ed anche da libero in un meccanismo difensivo che a volte risulta essere quasi insuperabile per gli avversari.Rare sono le volte in cui il mago gli da licenza di avanzare,ma anche in queste occasioni Burgnich si fa trovare pronto riuscendo ad appoggiare la manovra offensiva,anche se contrariamente al suo contraltare sulla fascia sinistra Facchetti,non ha un grande rapporto con il goal.
In nazionale disputa tre edizioni della Coppa del Mondo agguantando il secondo posto a Messico 70' e fa parte anche della squadra che si laurea campione d'Europa a Roma nel 1968 ;come molti della sua generazione chiude l'avventura in maglia azzurra dopo l'infausta spedizione tedesca del 1974.Dopo la mitica Italia-Germania Ovest di semifinale viene osannato come gladiatore nell'arena dalla critica italiana, rappresentante di una scuola che da sempre ha sfornato difensore duri come la roccia.
Dopo l'epopea in maglia Inter chiude la carriera agonistica a Napoli sfiorando anche lo scudetto nella stagione 74'-75';terminata l'avventura partenopea inizia il suo girovagare sulle panchine di mezza Italia portando esperienza,competenza e serietà.

Alcides Ghiggia

Alcides Ghiggia merita un posto d'onore nella storia del calcio per essere stato colui che con il suo goal ha gettato nel dramma un'intero paese:la sua rete nell'incontro del girone finale di Brasile 50' ha segnato un'epoca,passando alla leggenda come il"maracanazo".
Entrato nel grande calcio col Penarol Montevideo,ha visto la propria carriera divisa nettamente in due come molri giocatori Sudamericani della sua era:la prima parte in età giovanile svolta in patria,mentre la seconda nella maturità con lo sbarco in Italia ed una parentesi in maglia azzurra.
Il suo esordio nella Celeste avvenne soltanto in prossimità della Coppa del Mondo brasiliana in amichevole proprio contro la Selecao e da li giocò tutte le partite degli uruguagi nella rassegna iridata segnando in ogni match fino al fatal giorno;nel catino infuocato del Maracanà 200000 persone attendevano di poter celebrare il primo Brasile campione,ma al vantaggio iniziale dei verdeoro rispose Schiaffino imbeccato proprio da Ghiggia,e quando nella ripresa proprio il buon Alcides fulminò la porta brasileira in tutto il paese del caffè soffiò un gelido vento di tragedia.
Arrivato in Europa,divise la sua esperienza tra Roma e Milan dove ebbè modo di mostrare ancora le sue doti di dribblomane partendo dalla fascia destra;nel corso dell'avventura milanese ebbe modo di riunirsi all'antico compagno Schiaffino portando i rossoneri allo scudetto nel 1962.Ritiratosi dal calcio giocato tornò in Uruguay dove lavorò per qualche tempo come croupier ed allenò per breve tempo quella che fu la sua squadra,ovvero il Penarol.

Suning-Thohir,accordo ad un passo

Dopo mesi e mesi di voci,smentite e parziali ammissioni ora pare che si sia davvero giunti alla svolta tanto attesa:da quanto si apprende da più fonti di stampa Eric Thohir avrebbe deciso di cedere le quote dell'Inter in suo possesso almeno nella percentuale del 20-30% nell'immediato per poi liquidarle definitivamente nell'arco di un'anno;contemporaneamente anche Massimo Moratti uscirebbe di scena chiudendo un'epoca durata vent'anni e passando il testimone al gruppo cinese Suning che diverrebbe proprietario della quota di maggioranza.
E' questa dunque la soluzione che si prospetta ai problemi economici dei nerazzurri,costretti anche in questa sessione di mercato ad operare in uscita per adempiere agli obbligji del fairplay finanziario e poter contemporaneamente agire nell'intento di rinforzare una rosa ancora carente in alcuni elementi.
Si dice che la valutazione fatta dai compratori riguardo al valore dell'Inter si aggiri sui 6-700 milioni di euro,cifra ragguardevole per una società indebitata e che non possiede uno stadio di proprietà in grado di generare utili;ci sarà da capire poi quale sarà l'intento a livello tecnico,se cioè cerrà confermato l'organigramma attuale oppure i nuovi proprietari vorranno apportare dei cambiamenti in grado di migliorare la struttura globale della società.
A margine di questa trattativa filtrano voci di un certo malcontento da parte di Roberto Mancini per non essere stato messo al corrente degli sviluppi degli eventi che di riflesso andrannò indubbiamente ad influire su quello che sarà il suo lavoro in sede di mercato e poi sul campo.

Morata,la riconoscenza è un'optional

Pare andando risolvendosi la vicenda Morata che oramai da mesi tiene in allerta la Juventus ed i suoi tifosi:dopo numerose testimonianze d'amore verso i colori bianconeri e la manifesta volontà di rimanere a Torino rinunciando al ritorno al Bernabeu,ora Alvaro Morata pare avere fatto assolutamente dietrofront ed in un'intervista rilasciata ad un quotidiano spagnolo si dice desideroso che la vicenda si chiuda prima dell'inizio degli europei e che lui vuole più dio ogni cosa tornare al Real...
Ora aldila del fatto che tutti possono cambiare opinione nella vita,questo brusco e repentino cambiamento d'umore lascia un pò sbigottiti soprattutto i tifosi che sempre gli hanno dimostrato e tributato affetto anche quando magari non se lo meritava tanto;se poi ad influire su ciò è stato lo scarso utilizzo che Allegri ha fatto di lui in alcuni frangenti,il ragazo deve capire che l'allenatore in primis deve pensare al bene della squadra e non al suo personale.
La Juventus comunque vada alla fine avrà fatto un'affare perchè ha valorizzato il giocatore ottenendone un rendimento a volte eccellente,ed ora rivendendolo al Real ci farà comunque una plusvalenza da reinvestire sul mercato per trovare un suo sostituto;lascia comunque un pò l'amaro in bocca pensare che è stata la società bianconera a volerlo fortemente,mentre a Madrid pur inserendo la clausola della recompra l'ahanno di fatto scaricato tanto che non è assolutamente certo che una volta tornato alla casa madre ci rimanga,perchè molti clubs stranieri si sono fatti avanti con le merengues.
Insomma dopo tanti proclami e dichiarazioni d'amore forse un pò di riconoscenza Morata avrebbe dovuto dimostrarla,ma si sa nel calcio modermo contano sempre di più i soldi...

Ajax-Inter 72'

Esattamente 44 anni fa andava in scena la diciasettesima finale della Coppa dei Campioni,ed in campo ad affrontarsi c'erano due concezioni antitetiche di calcio:da una parte l'italianista Inter che fa della difesa e del contropiede le sue armi migliori,mentre dall'altra troviamo il Grande Ajax nel piano del suo ciclo vincente che fa del possesso palla,del fuorigioco e dell'interscambiabilità tra i giocatori le carte vincenti.
Entrambe avevano faticato in semifinale con gli olandesi che hanno avuto la meglio sul Benfica soltanto per 1-0,mentre i nerazzurri hanno avuto partita vinta a tavolino perchè nel match di Moechengladbach una lattina ha colpito Boninsegna costringendolo ad uscire dal campo;lo scenario dell'incontro conclusivo è lo stadio De Kuip di Rotterdam,per cui i lancieri già super favoriti possono contare anche sull'appoggio dei propri sostenitori.
La partita si mette subito sui binari previsti,con l'inter arroccata in difesa nel tentativo di contenere  gli estri avversari e l'ajax a riversarsi in avanti a larghe ondate coinvolgendo nella manovra tutti i reparti com'era nell'attitudine stessa del calcio totale;il primo tempo è un continuo assalto alla porta dei milanesi che dopo 20' di gioco devono rinunciare al difensore Giubertoni sostituito dal mediano Bellini:applicando sistematicamente il fuorigioco i biancorossi di Amsterdam guidati da Kovacs(che ha sostituito Michels volato a Barcellona)troncano sul nascere la velleità italiana di colpire in contropiede,trasformando la gara in un vero e proprio assedio.
Protagonista assoluto della ripresa è Johan Cruijff che con il suo gioco fatto di finte,scatti e repentine frenate,cambi di velocità improvvisi irride il povero Oriali che lo marca e va già ad inizio ripresa in goal portando in vantaggio l'Ajax;il canovaccio dll'incontro comunque non cambia più di tanto ed al 78' minuto di gioco Il Profeta del Goal insacca il definitivo 2-0 che issa per la seconda volta consecutiva i lancieri dei Amsterdam sul tetto d'Europa.L'intero continente rimane stupefatto dal rivoluzionario calcio proposto da Cruijff e compagni,nulla di simile si era mai vista perlomeno ad un'intensità fisico-atletica cosi elevata,sublimata da una tecnica sopraffina in moltissimi degli elementi che compongono la rosa ajacide.
Durerà ancora un'anno il regno dei biancorossi prima che il n°14 decida di volare in Catalogna lasciando la propria squadra orfana del suo leader in campo.I nerazzurri arrivati in finale tra molte difficoltà,vivrqannò un periodo di cambiamento con molti senatori al passo d'addio.

Formazioni

Ajax:Stuy,Suurbier,Krol,Haan,Hulshoff,Blankenburg,Swart,G.Muhren,Cruijff,Neeskens,Keizer.All:Kovacs

Inter:Bordon,Bellugi,Facchetti,Oriali,Giubertoni(20'Bertini),Burgnich,Jair(58'Pellizzaro),Bedin,Boninsegna,
Mazzola,Frustalupi.All:Invernizzi

Marcatori:47'-78'Cruijff

Ammoniti:Boninsegna

lunedì 30 maggio 2016

La Fifa punta su Boban

La notizia era nell'aria già da parecchio tempo,tanto che lo stesso interessato aveva confermato la possibilità di un'incarico in seno al massimo organismo calcistico mondiale:oggi è arrivata la certezza che Zvonimir Boban ricoprirà l'incarico di vice segretario generale della Fifa con dlega allo sviluppo del calcio e delle competizioni.
Questa nomina va dunque vista nell'ottica di un'avvicinamento dell'establishment con sede a Zurigo verso la base del mondo calcistico che da tempo chiede di poter dialogare con qualcuno che abbia annusato l'erba del campo per poter trovare soluzione ad annose questioni riguardanti anche il regolamento di gioco e la sua applicazione.
Lo stesso croato in una recente intervista aveva detto che le varie normative devono comunque andare verso lo spitrito del gioco e verso quello che era l'intendimento dei pionieri del football,liberandosi da orpelli messi da gente che col calcio giocato ha poco a che fare;potrebbe davvero essere questa la volta buona per ridare al mondo del pallone quella credibilità persa con scandali in serie e corruzione,riprendendo quel cammino che aveva intrapreso Platini prima di impantanarsi nei rivoli della politica calcistica.

Donnarumma,futura bandiera o uomo mercato?

Nella caotica situazione societaria e tecnica in cui versa attualmente il Milan si inseriscono anche le voci su una possibile,ipotetica cessione dell'astro nascente Gigio Donnarumma per poter finanziare la rifondazione di cui la squadra ha bisogno urgente;il presidente Berlusconi ha smentito questa eventualità,ma ultimamente le sue dichiarazioni vanno a corrente alterna,una volta in una direzione ed una volta in un'altra.
La stagione d'esordio in Serie A lo ha certamente posto all'attenzione degli operatori di mercato internazionali,ma da qui a fare un giocatore da 30/40 o più milioni di euro ce ne corre comunque;molti sono stati in passato i fenomeni che poi si sono bruciati in fretta,per cui sarebbe il caso di andarci con i piedi di piombo.
Resta indiscutibile il fatto che se la valutazione della società è di avere in casa il portiere del futuro,colui a cui affidare la difesa della porta per i prossimi quindici anni allora il tema della cessione non deve nemmeno porsi,per nessuna cifra;il problema è che nel caos organizzativo attuale dei rossoneri ogni azione in un senso o nell'altro è possibile,almeno finchè non verrà una buona volta definita la cessione del club.
Visto l'amore che Berlusconi continua  a professare verso il Milan forse dovrebbe una buona volta mettersi una mano sulla coscienza e pensare che una squadranon può,come non si può nella vita d'altronde,vivere solamente di ricordi...

Pietro Vierchowod

Siamo alla vigilia degli Europei e ci si interroga sulla forza e la qualità della squadra italiana,abbastanza forte solo in difesa come da sempre lo sono le formazioni italiane:uno degli esponenti di spicco di questa conclamata scuola è senz'altro Pietro Vierchowod,roccioso difensore centrale che ha giocato in quasi tutti i maggiori clubs italiani ma che ha legato la usa immagine indissolubilmente alla Sampdoria campione d'Italia di Vialli e Mancini.
Figlio di un soldato dell'armata rossa fatto prigioniero dalle truppe italiane che dopo la guerra si rifiuta di tornare in patria,nasce in provincia di Bergamo ed inizia la sua carriera nel Como per poi venire acquistato dalla Sampdoria che lo gira in prestito più volte prima di  tenerlo definitivamente a Genova;marcatore forte di testa e fisicamente, è quasi insuperabile nell'uno contro uno divenendo talvolta l'incubo degli attaccanti della Serie A.
In blucerchiato vivrà l'epopea di Vialli,Mancini,Boskov e Mantovani risultandone talvolta il burbero dal cuore d'oro,saggio fratello maggiore di un manipolo di monelli:vincerà lo storico scudetto del 1991,una Coppa delle Coppe e varie Coppe Italia oltre a prendere parte alla sfortunata finale di Wembley contro il Barcellona nel 1992.
In azzurro la sua storia non è bella come avrebbe meritato,chiuso da Collovati nel vittorioso mondiale 82' e poi da Riccardo Ferri che gli viene preferito in quanto reduce dall'under 21 di Vicini:secondo molti con lui in campo al posto dell'interista la semifinale 90' persa con l'Argentina avrebbe avuto ben altro esito,ma purtroppo il testardo Vicini non lo capi...
Chiusa la lunga storia d'amore con la Samp va alla Juve dove vince la tanto agognata Coppa dei Campioni prima di finire la carriera girando per Milan,Perugia e Piacenza;viene sicuramente ricordato per i suoi ruvidi contrasti e per essere stato un baluardo quasi insuperabile in quasi vent'anni di onorato servizio sui campi italiani.

domenica 29 maggio 2016

Red Devils,prime mosse di mercato

Ora che è stata sciolta la riserva riguardo all'ingaggio di Jose Mourinho ed il conseguente licenziamento di Van Gaal,va pian piano definendosi la griglia dei possibili movimenti di mercato in casa dei Red Devils.
Il portiere De Gea che pareva nuovamente sul piede di partenza pare invece poter rimanere all'Old Trafford e davanti a lui come sua tradizione il tecnico portoghese vuole costruire una diga difensiva in grado di potergli garantire quella sicurezza mancatagli quest'anno;l'obiettivo principale è rappresentato dal centrale dell'Everton Stones,giocatore già cercato lo scorso anno che potrebbe trasferirsi allo United per una cifra vicina ai 65/70 milioni di euro:un'alternativa al momento poco credibile è quella del greco Manolas della Roma.
A centrocampo sulla lista dei partenti figurano Blind e Mata,giocatoti mai completamente a loro agio nei Red Devils che potrebbero accasarsi in un'altro club della Premier il primo e tornare in Spagna il secondo,magari ad un Valencia bisognoso di rilanciarsi;al loro posto Mourinho punterebbe forte su William che già ha allenato al Chelsea.
In attacco super rinnovo pronto per blindare il gioiello Rashford in rete all'esordio anche con la maglia dell'Inghilterra,mentre uno degli acquisti più pesanti dell'anno scorso,ovvero l'olandese Depay ha le valigie in mano magari in direzione Liverpool.Confermato il francese Martial,ad affiancare lui e Rooney si dice possa arrivare Ibrahimovic che però ha 35 anni e certo non si regala a due soldi;il nome a sorpresa potrebbe invece essere quello di Aubameyang autore di una strepitosa stagione in Bundesliga e desideroso di puntare al qualche club che lotti costantemente per vincere.

Milan-Steaua 89'

Fu una delle più grandi migrazioni di massa nella storia calcistica,come giocare una finale paraticamente in casa data l'assenza o quasi di tifosi rivali;Milan-Steaua del 1989 viene ricordata come la partita che segnò la definitiva rinascita rossonera dopo gli anni bui del calcioscommesse e della gestione Farina,giusto compimento del campionato vinto l'anno precedente in rimonta contro il Napoli di Maradona.
Quella sera di maggio del 1989 si affrontano al Camp Nou di Barcellona due squadre dai percorsi sostanzialmente diversi:la Steaua domina il campionato nazionale agevolata dall'essere il club dell'esercito negli anni del regime di Ceausescu con la sola Dinamo ad impensierirla fino ad un certo punto;il Milan dal canto suo in quell'annata punta tutto sulla coppa dopo aver rischiato l'eliminazione negli ottavi contro la Stella Rossa,salvato dalla provvidenziale nebbia di Belgrado mentre nel torneo interno deve cedere il passo all'Inter guidata da Trapattoni.
La partita si presenta già dall'inizio con uno schema tattico ben preciso,ovvero i rossoneri all'attacco nel tentativo di fare la partita ed imporre il proprio gioco ed i romeni asserragliati in difesa tentando di replicare il match con il Barcellona che tre anni prima aveva dato loro la coppa tra la sorpresa generale;il piano di Iordanescu dura però soltanto 18 minuti,fino a quando il tulipano nero Ruud Gullit buca la porta difesa da Lung dando il via ad una vera e propria cavalcata trionfale.
Dopo 9 minuti sarà infatti il capocannoniere di Euro88' Marco Van Basten a mettere la propria firma sull'incontro,replicato ancora da Gullit quasi allo scadere del primo tempo;i giocatori della Steaua assistono inermi al dominio rossonero già sperimentato in semifinale dal Real Madrid umiliato per 5-0 a San Siro,e non riescono ad imbastire la benchè minima reazione di fronte ad un'avversario impressionante.
In avvio di ripresa toccherà ancora al pallone d'oro in carica Van Basten apporre il sigillo definitivo al risultato dando il via a due anni di dominio incontrastato della scena internazionale da parte del Milan considerato unanimemente e giustamente da pubblico e critica come la squadra più forte del mondo,una sorta di rinascita del calcio totale olandese di quindici anni prima rivisitato e calato nella realtà del panorama calcistico italiano.

Milan-Steaua 4-0

Formazioni

Milan:Galli,Tassotti,Maldini,Colombo.Costacurta(74'F.Galli),Baresi,Donadoni,Rijkaard,Van Basten,Ancelotti,Gullit(60'Virdis).All:Sacchi

Steaua:Lung,Petrescu,Bumbescu,Stoica,Iovan,Ungureanu,Lacatus,Minea,Piturca,Hagi,Rotariu(46'Balint)
All:Iordanescu

Marcatori:Gullit 18'-39'.Van Basten 27'-47'

Ammoniti:Baresi

Hennes Weisweiler

Ha creato e diretto il più grande Borussia Moenchengladbach della storia,capace di rivaleggiare alla pari durante gli anni 70' con il Bayern Monaco di Beckenbauer e Muller;Hennes Weisweiler è stato oltre che un grande allenatore anche un'insegnante di sport ed ha scritto diversi libri di storia calcistica.
Inizia ad allenare nel 1953 dopo aver svolto una buona carriera da calciatore nelle fila del Colonia,squadra della sua città natale;e proprio nella città  renana riceve i primi incarichi prima nel Colonia stesso e poi nel Viktoria prima di approdare in quella che sarà in fondo la squadra della sua vita,il Borussia Moenchengladbach che aprirà un ciclo vincente che durerà quasi due lustri.
Coi neroverdi conquisterà tre titoli tedeschi,una coppa di Germania ed una Coppa Uefa portando alla ribalta del calcio mondiale giocatori come Netzer,Vogts,Heynckes che faranno le fortune anche della nazionale teutonica che tanto vincerà durante gli anni 70';giocherà sempre un calcio d'attacco tanto da stuzzicare le attenzioni del Barcellona che condurrà però per una sola stagione prima di rientrare in patria al Colonia dove conquisterà ancora una coppa nazionale.
Come tanti protagonisti dell'epoca tenta l'aventura oltre oceano nella Nasl coi Cosmos che porterà al titolo nel 1981,prima di un'ultimo colpo d'ala  in Svizzera con il Grasshoppers;proprio dopo la stagione in cui porta le cavallette al double in terra elvetica rimane vittima di una crisi cardiaca che gli sarà fatale.

Real undicesima gioia

Doveva essere secondo molti la volta buona per Simeone e l'Atletico Madrid,invece ancora una volta è stata la tradizione  e l'abitudine alla vittoria delle merengues a spuntarla;allo stadio di San Siro Cristiano Ronaldo e compagni fanno loro per l'undicesima volta il trofeo europeo più importante al termine di una gara in cui per larga parte del tempo sono stati in vantaggio grazie alla rete di Sergio Ramos al 15' del primo tempo.
L'Atletico di Simeone tanto osannato per aver eliminato Barcellona e Bayern una volta passato in svantaggio è parso quasi spaesato come se l'avere il pallone a disposizione tra i piedi fosse un qualcosa di nuovo,di inaspettato:quando ad inizio ripresa Griezmann ha fallito un rigore concesso per il fallo di Pepe su Torres è parsa calare la notte sui colchoneros.
Solo la pessima serata di un Ronaldo evidentemente non al meglio della propria condizione fisica ha evitato agli uomini di Simeone di soccombere,e proprio dopo un'errore sottoporta di CR7 è arrivato il goal del pareggio biancorosso;pareva un segno del destino che in maniera opposta riproponeva il tema di due stagioni fa nella finale di Lisbona:supplementari e rigori avrebbero forse deciso la contesa nel derby europeo di Madrid.
Al prolungamento succede poco o nulla e cosi è la lotteria dagli undici metri a dover decidere chi succederà al Barcellona nell'albo d'oro:per sfortuna dell'Atletico la buona sorte che molto aveva dato al cholismo stavolta gira le spalle ai biancorossi che devono cosi veder nuovamente festeggiare i rivali cittadini che iniziano il lunghissimo percorso verso la seconda stella continentale.



Heysel,una tragedia senza condannati

Sono passati ben 31 anni da quel maledetto,tragico e nefasto giorno di maggio del 1985 ma la memoria non può non può non tornare li anche dopo ogni vittoria,tornare a chi incolpevole ha lasciato la vita sulle fatiscenti tribune di uno stadio di calcio ove si era recato per assistere al match più importante che la propria squadra del cuore possa giocare,la Finale di Coppa dei Campioni.
In quel 29 maggio del 1985 alle ore 19.30 si consumò una tragedia sportiva ed umana che avrebbe segnato indelebilmente la storia del calcio europeo e mondiale:sotto la carica selvaggia ed assassina degli hooligans del Liverpool tutti i tifosi che assiepavano la famigerata curva Z del Heysel cercarono in ogni modo di trovare una via di fuga,venendo persino ostacolati nel loro tentativo dall'impreparata ed inefficiente polizia belga che solo in unsecondo momento si attivò per bloccare coloro i quali scatenarono l'inferno.
Come tutti sappiamo la partita si giocò ugualmente su pressione dell'Uefa e delle autorità locali per paura di nuovi assalti degli incontrollati inglesi;sul campo c'erano però 39 anime che non avrebbero potuto mai più gioire,ed oltre 600 erano i feriti di vario livello;a nulla servi la richiesta della Juventus di non disputare l'incontro,preceduta dall'appello di Steve Nicol e Gaetano Scirea  a mantenere la calma per evitare ulteriori disordini.
Anni dopo il processo di fatto non portò in galera nè chi materialmente aveva compiuto la strage nè chi ne era responsabile in quanto organizzatore ed addetto alla sicurezza;un crimine che restò dunque impunito ma che portò il govrno britannico,anche se tardivamente ad attuare misure e promulgare leggi che avrebbero in buona parte stroncato il fenomeno degli hooligans che in patria non avrebbero avuto più nessuno spazio di manovra.
Non cosi fu all'estero dove continuarono a compiere scorribande ogni qualvolta le forze dell'ordine lasciarono loro margine per muoversi,nonostante le squadre di clubs fossero state espulse per cinque anni dalle competizioni europee(con l'aggravio di ulteriori tre per il Liverpool poi ridotte ad una);soltanto la polizia italiana durante la Coppa del Mondo del 90' riusci a frenarne la cieca violenza che aveva sconvolto il football internazionale negli anni precedenti.
Nei miei occhi di bambino di nove anni le scene che passarono in telecvisione in quella tragica serata rimangono indelebili,presenti nel ricordare a me e a tutti che lo sport deve essere vita, amicizia e divertimento e non causa di sofferenza e morte.


sabato 28 maggio 2016

Jef Mermans

Da tutti in Belgio è conosciuto come il bombardiere,straordinario esempio di goleador che negli anni in cui ha vestito il biancomalva dell'Anderlecht ha inanellato un ruolino formidanìbile in quanto a goals segnati:Jef Mermans è stato uno dei più grandi attaccanti europei a cavallo tra gli anni 40' e 50',anche se a causa dei tempi non potè mostrare le sue doti su palcoscenici prestigiosi.
Acquistato in piena seconda guerra mondiale dal club di Bruxelles che lo soffio al Beerschot quando l'ingaggio pareva ormai cosa fatta,fu in età giovanile rifiutato dall'Anversa club per cui tifava il padre minatore;dimostrerà con i fatti quanto i dirigenti del club fiammingo si siano sbagliati nel giudicarlo.
Trascorrerà l'intera carriera all'Anderlecht in quanto il club di Bruxelles si rifiuterà sempre di cederlo,anche a fronte di offerte importanti come quella giunta nel 51' dalla Roma;Mermans sarà cosi costretto a rimanere sempre semi professionista alternando il lavoro di impiegato amministrativo del comune di Anversa con quello di terrore delle difese avversarie;al termine della parabola agonistica il suo score segnerà la cifra di 343 goals in biancomalva oltre a 27 in 56 presenze con la maglia della nazionale con cui parteciperà alla Coppa del Mondo svizzera del 1954.

Il Belgio scalda i motori

Che la nazionale belga sia tra le favorite agli imminenti campionato europei è un fatto oramai risaputo,forte com'è della miglior nidiata di giovani talenti attulmente in circolazione e del fatto che nell'ultimo biennio è la nazionale che ha avuto il più alto standard di rendimento a livello mondiale.
Un'ulteriore prova delle possibilità che hanno di fare bene in Francia i belgi l'hanno data nell'amichevole che li vedeva opposti alla Svizzera in quel di Ginevra,dove la formazione guidata da Wilmots è uscita vincitrice per 2-1 destando un'ottima impressione pur senza la guida di Kompany in difesa;un'ulteriore campanello d'allarme per Conte e gli azzurri se mai ce ne fosse stato bisogno in vista del primo incontro del girone eliminatorio.
Dal canto suo l'Italia sarà impegnata domani sera a La Valletta nel test amichevole contro la Scozia che dovrà servire al selezionatore italiano per farsi un'idea più chiara delle condizioni di forma della sua squadra che è alle prese con il problema centrocampo,dove agli infortuni gravi di Marchisio e Verratti si sono aggiunti anche quelli per fortuna più lievi di Montolivo e Thiago Motta.
L'allenatore azzurro ha più volte lasciato intendere che volerà in Francia solo chi è in grado di sopportare un determinato lavoro fisico dato che,essendo sulla carta inferiore a livello tecnico,la nostra nazionale dovrà puntare stutto o quasi sulla corsa anche a costo di rinunciare a qualche piede buono.

Bayern-Porto 87'

La finale di Coppa dei Campioni 87' si svolge al Prater di Vienna,e a giocarla sono il Bayern Monaco di Lothar Matthaus ed il Porto che ha nella giovane stella Futre l'elemento di maggior richiamo;i tedeschi sono giunti all'atto conclusivo battendo con un complessivo 4-2 il Real Madrid in semifinale,mentre i portoghesi con identico punteggio hanno eliminato la lanciatissima Dinamo Kiev di Valeri Lobanovski.
Il 27 maggio del 87' il Bayern scende in campo con i favori del pronostico,forte di un'organico che presenta elementi di sicura qualità e che offrono ampie garanzie in fatto di tenuta psicologica;il Porto da sfavorito non ha nulla da perdere e questa si rivelerà forse l'arma in più del team guidato da Artur Jorge.
L'inizio di partita vede subito i teutonici assediare la metà campo del club portoghese,prendendo in mano le redini dell'incontro come ci si aspettava nelle previsioni della vigilia con Futre e compagni che tentano ogni qual volta ne hanno l'occasione di farsi vivi in contropiede;appena passata la metà del primo tempo ecco giungere il vantaggio del Bayern grazie a Kogl che insacca alle spalle di Mlynarczyk sbloccando una partita che poteva altrimenti complicarsi per Matthaus e compagni.
Tutti pensano che da li in poi la gara sarà tutta in discesa per i bavaresi che potranno attendere il momento propizio per chiudere la contesa e tornare campioni d'Europa 11 anni dopo l'ultimo successo:in campo c'è tra l'altro Michael Rummenigge,fratello minore di Kalle protagonista dell'ultimo trionfo dei rossi.
I minuti però passano ed il raddoppio non arriva,anzi i tentativi di rimonta dei portisti si fanno sempre più insistenti finchè a 12 minuti dal termine arriva l'inatteso pareggio firmato da Rabah Madjer con un colpo di tacco che verrà definito irrispettosamente dalla stampa il"tacco di Allah";il pervenuto pareggio carica i portoghesi mentre nelle fila tedesche si vivono attimi di smarrimento,quasi increduli di quanto accaduto.
Passano appena due minuti ed il brasiliano Juary entrato in campo ad inizio ripresa trova la via del goal firmando il sorpasso che a tutti pareva impossibile;il Prater è incredulo di quanto sta accadendo,il piccolo Davide che sta facendo lo sgambetto al gigante Golia;gli ultimi minuti sono un'assalto all'arma bianca da parte dei tedeschi che però al fischio finale si devono arrendere all'evidenza:tra la sorpresa generale il Porto è campione d'Europa per club non potendo tra l'altro contare su Fernando Gomes,il giocatore più rappresentativo e bomber storico dei dragoes.

Formazioni:

Porto:Mlynarczyk,Joao Pinto,Eduardo Luis,Quim(46'Juary),Celso,Augusto Inacio(66'Antonio Frasco),Jaime Magalhaes,Sousa,Madjer,Futre,Andre.All:Artur Jorge

Bayern:Pfaff,Nachtweih,Brehme,Eder,Winklhofer,Pflugler,Flick(82'Lunde),Matthaus,M.Rummenigge,D.Hoeness,
Kogl.

Marcatori:25'Kogl,78'Madjer,80'Juary.

Ammoniti:Celso,J.Magalhaes,Sousa,Winklhofer


Real-Atletico,il giorno della verità

El cholo contro zizou,agonismo contro tecnica,la squadra della nobiltà contro quella del popolo,insomma Atletico contro Real nel giorno della verità:stasera allo stadio Giuseppe Meazza di Milano va in scena la finale di Champions League,rivincita di queela di due anni orsono in cui i colchoneros accarezzarono a lungo il sogno della vittoria salvo esseri ripresi a tempo scaduto e battuti ai supplementari.
Completamente diverso il percorso con cui sono arrivate a giocarsi la coppa le due formazioni madridiste:mentre il Real è stato agevolato nel proprio percorso da accoppiamenti che lo hanno visto eliminare Wolfsburg ed un Manchester City per nulla trascendentale,l'Atletico ha fatto fuori le due favoritissime per la vittoria finale ovvero Barcellona e Bayern Monaco.
Se i blancos si affidano quasi esclusivamente alle loro stelle Ronaldo,Bale e Benzema,i biancorossi basano la loro forza sul collettivo e sull'abnegazione difensiva per sopperire all'inferiorità tecnica:se Simeone arriva a questo appuntamento dopo aver fatto gavetta ed accumulato molteplici esperienze,Zidane al contrario si è ritrovato in panchina per volere di Florentino Perez che ha sconfessato dopo pochi mesi la scelta di Rfa Benitez.
Difficilmente dunque potremmo trovare una finale con protagoniste tanto diverse,ed i 90 o più minuti che decideranno chi sarà il prossimo campione d'Europa entreranno di diritto nel novero dei match che hanno fatto e faranno la storia del calcio;da parte nostra l'augurio che sia una partita all'insegna della sportività e che vinca il migliore.

venerdì 27 maggio 2016

Nereo Rocco

Se vi dico "il paron"capite subito di chi sto parlando:Nereo Rocco è stato tra i più grandi e vincenti allenatori italiani di tutti i tempi,e negli anni 60' assieme ad Helenio Herrera sulla sponda nerazzurra ha fatto grande la Milano calcistica facendola conoscere in tutto il globo.
Nato da famiglia di origini austriache, i suoi avi sono costretti a cambiare cognome allor quando il regime fascista impose di italianizzare i nomi stranieri;vive la propria infanzia nella mitteleuropea Trieste e qui inizia a tirare i primi calci ad un pallone di una carriera che lo porterà,dopo aver vestito per sette stagioni la maglia della Triestina, a giocare anche a Napoli e Padova prima che la guerra mette la parola fine a tutto.
Sempre nella città che gli ha dato i natali inizia ad allenare,per passare poi al Treviso e,dopo un ritorno a casa,al Padova con cui conquisterà uno storico secondo posto in campionato.Questa è la scintilla che fa decidere i dirigenti del Milan che sia lui l'uomo giusto per rilanciare i rossoneri,ed hanno pienamente ragione:il paron conquisterà subito lo scudetto portando poi il diavolo ad essere la prima squadra italiana ad alzare la Coppa dei Campioni attuando un modulo che diverrà sinonimo di calcio italiano nel mondo,ovvero il famoso catenaccio.
Chiusa la prima avventura al Milan per contrasti con la dirigenza,va ad allenare il Torino che porta al 3°posto in campionato,ma tra anni dopo è ancora in rossonero bissando le vittorie del ciclo precedente ma aggiungendovi anche una Coppa Intercontinentale e due Coppe delle Coppe,oltre a tre Coppe Italia in un regno che a differenza del precedente durerà sei anni facendo diventare il binomio Rocco-Milan un tuttuno che ancor oggi nel calcio internazionale è ricordato come vincente a tutti i livelli.
Uomo prima che allenatore dotato di polso fermo ma anche di grandissima umanità,dispensa ai suoi giocatori ed ai giornalisti perle di saggezza in dialetto che rimangono negli annali del nostro calcio;dopo aver chiuso la parabola rossonera fa un'altra toccata e fuga alla sua Triestina,alla Fiorentina ed un'ultima apparizione al comando del diavolo rossonero:è ad oggi l'allenatore più vincente e con più panchine della squadra milanese.

Guardiola,lista della spesa al City

Chiusa tra luci ed ombre l'esperienza tedesca alla guida del Bayern Monaco,per Pep Guardiola è già tempo di iniziare a pensare alla costruzione del Manchester City del futuro che dovrà rivaleggiare con l'antico nemico del tecnico catalano,ovvero Jose Mourinho fresco di firma con lo United.
I soliti bene informati parlano di una vera e propria rivoluzione alle porte per i Citizens,semifinalisti di Champions ma mai veramente in corsa per la vittoria in Premier League:da questa sorta di epurazione di massa pare non debba salvarsi neppure il capitano Vincent Kompany,che reduce da molteplici infortuni non da le garanzie necessarie secondo il neo tecnico.
Quella che Guardiola vuole costruire è una squadra basata sul possesso palla ed il fraseggio,e per fare ciò non gli servono elementi particolarmente muscolari ma gente che sappia dare del tu al pallone;il problema è che per fare questo tipo di gioco occorre che almeno una buona parte della rosa sia cresciuta insieme,allenandosi allo stesso modo e perfezionando meccanismi che devono essere precisi come un'orologio svizzero.
Il club in mano agli sceicchi sarà certamente protagonista di una campagna acquisti faraonica,ma ciò non è detto che sia garanzia di successo com già molte volte la storia del calcio ha dimostrato;forse trofei e vittorie hanno fatto perdere al Pep un pò il senso della costruzione di una squadra,il vederla crescere piano piano passo dopo passo:con i soldi certo si comprano i grandi giocatori,ma non è certo che si vincano anche i trofei giocando bene...

Arsenal,sarà svolta?

Sembra essere arrivata ad un punto morto la storia tra Arsene Wenger e l'Arsenal:i vertici del club londinese infatti si sarebbero stancati di assistere alle vittorie altrui accontentandosi di complimenti per il buon calcio espresso che rimangono però fini a se stessi;l'allenatore alsaziano ha sempre avuto in questi anni pieno potere in sede di campagna acquisti ma le pur importanti cifre investite non hanno portato trofei in bacheca,e se poi inizia a vincere pure il Leicester...
Quest'estate alcuni pilastri della squadra se ne andranno,primi fra tutti Rosicky ed Arteta che non rinnoveranno il proprio contratto con il club londinese;si vocifera che anche Walcott potrebbe fare le valigie e se arrivasse un'interessante offerta pure Sanchez non verrebbe trattenuto a forza.
Tutto ciò sta a significare che se nel prossimo futuro Wenger vorrà rimanere ancora in sella dovrà,oltre al suo modo di proporre calcio portare quelle vittorie che sono mancate dall'addio di Thierry Henry in poi;la prossima Premier con l'arrivo di Guardiola e Conte ed il ritorno di Mourinho sponda United si annuncia più agguerrita che mai,ed il tecnico francese farà bene ad attrezzarsi per combattere una guerra anche mediatica che si prospetta avvincente e senza esclusione di colpi,dove alla fine soltanto uno rimarrà in piedi...

giovedì 26 maggio 2016

Mascherano,Dani Alves e...

Stando a radiomercato sembra che oramai sia tutto fatto per il passaggio di Mascherano e Dani Alves alla Juventus,mancherebbe soltanto il si del Barcellona(come se fosse poca cosa...)In realtà le cose non stanno proprio in questi termini,anche se è evidente a tutti che la prossima campagna trasferimenti bianconera sarà condotta in pompa magna con un'unico obiettivo da centrare,ovvero la vittoria della Champions League:per questo si cercano giocatori di esperienza,caratura tecnica e personalità in grado di far fare il salto di qualità decisivo.
Da qui a dire però che il tutto sia fatto ce ne corre,anche se la trattativa avrebbe una sua logica perchè consentirebbe alla Juve di tentare l'assalto alla coppa con giocatori già pronti,e dal lato blaugrana di incassare bei soldi per elementi ormai stagionati potendo reinvestire gli utili su calciatori più giovani.
Ma mentre il brasiliano andrebbe a colocarsi nella posizione naturale di esterno destro difensivo,largentino dovrebbe tornare all'antico vestendo nuovamente i panni dello schermo davanti alla difesa,ruolo che al Barca non ha quasi mai coperto avendo davanti Busquets;altra osservazione il fatto che in difesa si può mantenere la posizione anche in età non più verdissima,mente nella zona mediana occorrone fiato e polmoni giovani per tamponare e rilanciare l'azione.
Quel che è certo comunque è che la Juve pare aver respinto tutte le avanches per Pogba almeno per quest'anno,e a fronte di un Morata che parte ci sono validissimi elementi che andranno a rafforzare una squadra che in Italia non ha rivali e che rischia di diventare la favorita anche in ambito continentale.

Aimè Jacquet

Durante gli anni 80' ha guidato il Bordeaux ad uno dei periodi più floridi della propria storia,e soltanto la Juve di Platini riusci a stopparne la corsa verso la finale di Coppa dei Campioni;Aimè Jacquet è stato l'uomo che ha portato alla riscossa il calcio francese sempre complessato nell'essere il parente povero nel panorama europeo,è riuscito laddove aveva fallito Hidalgo.
Dopo una discreta carriera da calciatore,non appena si ritira viene cooptato alla guida tecnica dell'Olympique Lione che è la squadra con cui ha chiuso la carriera agonistica;fatta la giusta gavetta inizia l'esperienza decennale alla guida dei Girondins che in quel periodo sono la formazione che va per la maggiore terminata l'era del Saint Etienne;con il Bordeaux vince tre campionati e due coppe nazionali prima di trasferirsi al Montpelier dove fa sua un'altra coppa.
I tempi sono però maturi per un salto della barricata che lo porta a collaborare con la federazione francese,prima in qualità di supervisore delle squadre nazionali e poi come vice di Houllier;una volta fallita la qualificazione a Usa 94' e dimessosi il selezionatore in carica gli si spalancano le porte della rappresentativa transalpina.
Se l'Europeo inglese non va come ci si aspettava dato che la Francia termina la sua corsa ai quarti di finale,due anni dopo in casa la musica cambia;aiutato anche da una buona dose di fortuna con i rigori che gli permettono di eleiminare l'Italia,Jacquet conduce i bleus prima alla vittoria contro la sorprendente Croazia in semifinale e poi al trionfo dello Stade de France in cui i galletti annichiliscono il Brasile di Ronaldo e Zagalo.
Vinta la coppa diventa un'eroe nazionale,e da uomo saggio preferisce chiudere in vetta lasciando la sua squadra in mano a Lemerre.

Bale contro il cholismo

calcio1870.blogspot.comSiamo oramai alla vigilia della finale di Champions League tra Real ed Atletico ed immancabili arrivano le polemiche  ad alimentare la tensione che sale sempre più:in un intervista il gallese delle merengues Gareth Bale avrebbe dichiarato che nessuno dei giocatori dei colchoneros potrebbe giocare da titolare nella formazione di cui fa parte.
Chiaramente è una schermaglia verbale magari ingigantita dal giornalista di turno,però da il senso di superiorità che dall'alto del suo palmares il Real cerca di far sentire all'avversario;come sappiamo bene lo sport di oggi si siputa anche attraverso i mass media oltre che sui campi di gara, e per primeggiare occorrono sia tecnica e forza fisica ma anche capacità mentale nell'assorbire e metabolizzare le dichiarazioni lanciate da e là da chi vive nell'ambiente.
Resta da vedere se queste dichiarazione siano vere oppure no,e soprattutto che effetto avranno sul monolite Atletico Madrid che segue il proprio vate Simeone ciecamente,confidando che questa volta la sorte sarà dalla parte dei biancorossi;un modo di fare quello di Bale che potrebbe far breccia se l'ambiente colchonero non è completamente convinto che l'impresa sia alla portata,ma che al contrario potrebbe galvanizzare ulteriormente dei giocatori che anche nell'essere snobbati e ritenuti di secondo piano hanno tratto forza per le loro imprese.Sabato è alle porte e Milano si appresta a vivere una notte da ricordare,nella speranza che una squadra italiana prima o poi torni a sollevare la coppa dalle grandi orecchie


mercoledì 25 maggio 2016

Schalke 04

La sua nascita data 1904,ma per almeno i primi due decenni abbondanti di vita la sua storia è stata molto travagliata,alla stregue di altri clubs calcistici in particolar modo tedeschi;ciò è dovuto alla mancanza di strutture organizzative vere e proprie in cui versava il calcio teutonico ai suoi albori:ciò nonostante lo Schalke 04 è una delle più antiche e gloriose società di Germania,impegnata contro il Borussia Dortmund nel derby più caldo che il fussball tedesco conosca.
Divenuto a tutti gli effetti rappresentante della città di Gelsenkirchen etrasferitosi in unostadio adeguato,lo Schalke sali agli onori della cronaca nel 1929 vincendo per la prima volta il campionato nazionale,titolo poi revocato a causa di pagamenti effettuati oltrepassando i rigidi limiti federali dell'epoca;l'appuntamento con la gloria è comunque rimandato solo di qualche anno,perchè con il procedere degli anni 30' anche la formazione della Ruhr diventa un punto di riferimento per lo sport germanico.
Malgrado le due cose non centrino nulla,gli anni di ascesa dello Schalke coincisero con quelli dell'instaurazione del regime nazista,e la serie che inanellarono i blu dal 33' al 45' con 162 vittorie su 189 match di Gauliga(la lega regionale)fu additata ad esempio per la gioventù ariana su come dovesse essere forte il popolo tedesco;peccato che le due stelle Szepan e Kuzorra avessero origini polacche...Ad ogni modo ben 6 titoli finirono nella bacheca di Gelsenkirchen in quegli anni,il tutto avvalorato dalla presenza delle compagini austriache dopo l'Anschluss hitleriano.
Terminata la guerra finisce anche il periodo aureo dei blu che torneranno a rivincere il titolo nel 58'ma sarà solamente un fuoco di paglia effimero;nel 71' il bomber Klaus Fischer ed altri 2 membri della formazione furono squalificati con l'accusa di aver perso deliberatamente degli incontri,e ciò rovinò irrimediabilmente la reputazione del club.
Dopo continue altalene tra prima e seconda divisione e risultati comunque scadenti,arriva nel 98' la gioia europea:nella finale di Coppa Uefa(l'ultima disputata con formula andata e ritorno)i minatori si impongono a sorpresa sull'Inter al termine di una lunga serie di rigori;si,pensa sia il la buono alla definitiva rinascita,ma passano le stagioni ed i ricordi di quei meravigliosi anni 30' diventano sempre più sbiaditi.

Tavecchio tra politica e futuro

calcio1870.blogspot.comPartita come semplice sibilo è poi diventata una voce di corridoio talmente forte che qualcuno l'ha spacciata per notizia vera e propria,tanto che è dovuto intervenire l'ufficio stampa di Palazzo Chigi per smentirla:si vociferava che il premier Renzi avesse fatto pressioni sui vertici Figc riguardo alla nomina del prossimo selezionatore azzurro,ritenendo Ventura non ideale a quel ruolo.
Ora che la cosa sia una sorta di bufala mi pare abbastanza evidente,ma se si è arrivati a doverla smentire forse in sottofondo qulche alito di verità c'è;in effetti pareva quasi tutto fatto per la nomina dell'ormai ex tecnico del Torino alla guida dell'Italia per il dopo Conte,poi una frenata improvvisa ha rimandato la questione ad europeo concluso.
Inserimenti di Renzi a parte,la sensazione è che non ci sia piena convinzione nella nomina di Ventura a causa del suo pedigree completamente a secco di esperienze internazionali fatto salva l'europa League affrontata con il Torino;in un momento cosi delicato per la nazionale azzurra e con le qualificazioni mondiali da affrontare,pubblico e critica si aspettavano un nome un pò più altisonante del pur bravo allenatore granata.
In mezzo a queste perplessità può forse esseresi insinuato qualche suggerimento politico,ma mi auguro che la nostra federcalcio sia abbastanza matura e competente da saper scegliere da sola,magari con il suggerimento di Lippi,l'uomo adatto a guidare la nostra selezione nazionale in un momento storico cosi difficile.

martedì 24 maggio 2016

Psg,petrodollari a fiumi

In questi giorni che sono di trapasso tra la stagione dei clubs e l'entrta in scena dei teams nazionali impegnati nei Campionati Europei e nella Copa America,suscita certamente un certo clamore la notizia dei premi promessi dal proprietario del Psg El Khelaifi ai suoi giocatori per aver stardominato la stagione transalpina:800 mila euro a testa di premio!!!
Ora sappiamo benissimo che a certe latitudini i soldi non sono un problema,ma certe cifre danno comunque adito a delle riflessioni:si può conferire una cifra del genere a giocatori già lautamente stipendiati per aver fatto il loro dovere,oltretutto in un panorama calcistico che li vede stradominare grazie appunto alla potenza economica?
Abbiamo visto in anni recenti come l'entrata in scena di certi gruppi imprenditoriali o di certi personaggi abbia incrinato il mercato calcistico fino a distorcerlo,prova ne sia ad esempio l'immotivata campagna acquisti operata dal Manchseter City nella passata stagione per portare a casa dei buoni giocatori ma non certo dei campioni;ora questo nuovo schiaffo morale al panorama internazionale come ad ostentare un'opulenza che può però portare il calcio alla rovina.
Uefa e Fifa promettono tanto a parole,ma nella realtà dei fatti non si sono mosse per regolamentare certe gestioni societarie un pò troppo"baldanzose",ed il rischio di questo passo è che lo sport che conoscevamo muoia per sempre con l'avvalo di chi dovrebbe salvaguardarlo.

Mourinho,se il buongiorno si vede dal mattino...

Deve ancora essere insediato ufficialmente alla guida di uno dei club più importanti e vincenti al mondo e fa già parlare di se come alsolito:Jose Mourinho pare voglia con se il fidato Rui Faria come secondo,e di conseguenza Ryan Giggs che ha ricoperto quel ruolo con Louis Van Gaal si vedrebbe costretto a trovarsi un'altra sistemazione o addirittura a lasciare lo United!!!!!
Sembra impossibile da credere dopo una vita passata ad Old Trafford,quasi un quarto di secolo indossando sempre e solo la casacca rossa del Manchester United eppure c'è chi in nome della vittoria come must assoluto sarebbe pronto a sacrificare il giocatore con più presenze nella storia del club...
Non è di certo una novità che Mourinho dove va ad allenare voglia essere protagonista assoluto,nel bene o nel male ma che un club cosi glorioso e prestigioso come lo sono i Red Devils ceda alle voglie  di un'allenatore tutt'altro che rispettoso della sua storia francamente mi pare troppo,oserei dire addirittura blasfemo;staremo a vedere se le indiscrezioni di stampa verranno confermate,in tal caso lo United si appresta a divenire una squadra come tante altre in Inghilterra senza più identità britannica,cosa che invece aveva comunque mantenuto nel quasi trentennale regno di Sir Alex Ferguson

lunedì 23 maggio 2016

Giuseppe Furino

Per tre lustri ha rappresentato forse meglio di chiunque altro la grinta,la forza e l'orgoglio di essere la Juve:Giuseppe Furino non è stato uno di quei giocatori che fanno innamorare gli esteti,gli appassionati dal palato fine ma ha incarnato il tipico mediano tignoso,sempre su ogni pallone,inesauribile motorino che ci mette l'anima ed è adorato dai tifosi.
Nativo di Palermo tornò alla Juve da cui proveniva dopo trascurabili esperienze in altre realtà minori e pian piano diviene prima titolare e poi capitano di una squadra negli anni 70' tutta italiana;in lui si riconoscono molti meridionali costretti ad emigrare al nord in cerca di fortuna e lui in campo no li delude mai,arrivando al termine della sua parabola bianconera a poter annoverare 8 scudetti tutti vinti coi colori di madama
.
Complesso e per certi versi inspiegabile è stato invece il suo rapporto con la nazionale dove può vantare in tutto solamente 3 presenze:sintomatico il fatto che ad Argentina 78' vengano convocati 9 juventini ma di lui non ci sia traccia;eppure giocò qualche minuto a Messico 70' in sostituzione di Domenghini facendo presagire un futuro che poi non si concretizzò.
La sua nazionale fu comunque la Juventus con cui calcò i campo fino al 1984 anno del suo ritiro,riuscendo a vincere anche la Coppa delle Coppe dopo aver sollevato al cielo quella Uefa conquistata dopo due durissime battaglie contro l'Athletic Bilbao nel 1977;proprio l'estate prima aveva ereditato da un'altro siciliano come Pietro Anastasi la fascia di capitano che vestirà per le successive otto stagioni.
Dopo la chiususra dell'attività rimane nell'orbita bianconera con incarichi riguardanti il settore giovanile affidatigli dall'allora presidente Giampiero Boniperti.

Valeri Lobanovsky

E'stato il teorico del "calcio del 2000",un'approccio quasi scientifico al mondo del pallone alla ricerca del massimo rendimento del singolo inserito in un gruppo:Valeri Lobanovsky è colui che forse più di ogni altro si è avvicinato alle teorie rivoluzionarie del calcio totale di Rinus Michels, e per un curioso scherzo del destino i due si affrontarono nella finale di Euro88' alla guida delle rispettive nazionali.
Attaccante di non eccelso livello in gioventù,inizio ad allenare il Dnepr alla fine degli anni 60' prima di approdare alla Dinamo Kiev in una delle sue tante vite con la squadra più famosa d'Ucraina;riusci ad interrompere l'egemonia delle squadre moscovite nel campionato sovietico e a portare al trionfo europeo la Dinamo vittoriosa in Coppa delle Coppe grazie principalmente ai goals di Blochin e Burjak .
Fanatico della preparazione atletica come tutti gli allenatori di satmpo sovietico in ogni sport,Lobanovsky nel corso della sua carriera si avvalse anche di nutrizionisti per  migliorare il rendimento dei suoi calciatori risultando in questo avanti anni luce rispetto ai colleghi occidentali.
Formatore di giocatori universali capaci di adattarsi ad ogni ruolo,arrivò all'apice della sua fama negli anni 80' dopo aver vinto la seconda Coppa delle Coppe con la Dinamo:nella finale 1986  la sua squadra travolse in finale l'Atletico Madrid con uncalcio quasi robotizzato,tanto che la stampa occidentale lo defini"il calcio del 2000".Di li ad un mese si sarebbe disputata la Coppa del Mondo messicana ed alla guida dell'Urss,che era ormai la Dinamo trapiantata in nazionale nella sua quasi totalità,Lobanovsky avvalorò questa definizione salvo subire una sconfitta che stupi tutti contro il Belgio agli ottavi.
Come detto si rifece in parte guidando l'Urss alla finale degli Europei 88' in cui fu però sconfitto dall'Olanda di Michels e Van Basten,autore in quell'occasione del suo famosissimo goal al volo;in un certo senso è quello il suo canto del cigno,anche se siederà in panchina pure a Italia 90' dove però ormai tutto il sistema comunista sta crollando e pure il calcio ne soffre.
Dopo un periodo passato a guadagnare petrodollari nel golfo persico,ritorna un'ultima volta alla Dinamo portandola alla semifinale di Champions League grazie anche alle reti della nuova stella Shevchenko,l'ultimo prodotto del laboratorio di Kiev.

Calcioscommesse,nuovo scandalo

Non bastassero tutti i problemi sul campo e non che ha il calcio italiano.puntuale ed immancabile arriva l'ennesima inchiesta sul calcioscommesse:la vicenda riguarderebbe alcune partite di serie B della stagione 2013/14 aggiustate da personaggi vicini ad un clan camorristico;nela vicenda tutta ovviamente da appurare e verificare sarebbe finito anche il difensore del Genoa Izzo,fresco di chiamata in nazionale per lo stage della scorsa settimana.
Ancora una volta dunque ci troviamo a parlare e commentare vicende che hanno a che fare con il calcio giocato solamente di riflesso,perchè se ciò per cui è stata aperta l'indagine venisse confermato,si tratterebbe di episodo forse più affini alla delinquenza che non allo sport.
Dispiace che accadano episodi di questo tipo,e dispiace ancor di più se avvengono in Italia dove evidentemente tutto quello che gira attorno al calcio genera interesse da una parte ma anche sensazionalismo dall'altra;resta comunque il fatto che ogni finale di stagione si presta a questi taroccamenti e purtroppo tutti siamo stati testimoni più volte di pareggi di comodo che davano un colpo al cerchio ed una alla botte.
Se della criminalità non può che occuparsi la magistratura,dell'educazione sportiva e del fare dello sport un'isola felice e pulita dovremmo occuparcene tutti noi ogni giorno a cominciare dall'attività giovanile.

Tottenham

Hotspur,sperone caldo...strano nome da dare ad un club calcistico eppure un primo sodalizio con questo appellativo già esisteva nella Londra di fine 800',ma si trattava di una squadra di cricket i cui giocatori erano soliti ritrovarsi sotto i lampioni della Tottenham road nell'omonimo quartiere;per tenersi impegnati nei mesi invernali danno vita ad una squadra calcistica dandole apputto il nomignolo di Hotspur.
Dopo aver speso i primi anni a giocare solo amichevoli,si decide di fare sul serio e sotto la spinta di John Oliver il club si iscrive alle leghe del sud dell'Inghilterra iniziando da li la scalata al vertice;sul finire del secolo gli speroni iniziano a partecipare alla FA Cup uscendo sempre dopo tre o quattro turni:il 1901 è però l'anno della svolta, e grazie alle reti del centravanti Sandy Brown il Tottenham fa sua la coppa che in 15 anni di professionismo non era mai andata ad una compagine a sud di Birmingham,se non ai tempi in cui tutti erano dilettanti con quelli del nord però molto più forti.
Nonostante il successo passeranno altre 7 stagioni prima che gli Spurs di aprano al professionismo pure loro,e dopo un'avvio che li porta subito in first divison all'alba della prima guerra mondiale vedono spalancarsi le porte della seconda divisone;terminato il periodo bellico si torna a giocare ma pur venedo allargata la prima serie, gli Spurs non vengono ripescati mentre sale l'Arsenal grazie ad una serie di bustarelle che darà il via alla storica rivalità tra i due clubs.
A parte un'altra vittoria in Fa Cup ed un secondo posto in campionato,il Tottenham naviga nella mediocrità e dovrà attendere la fine della seconda guerra mondiale per riemergere;dopo aver conquistato alla grande la promozione nella massima serie,gli Spurs guidati dal futuro selezionatore della nazionale Alf Ramsey compiono un'autentica impresa laureandosi campioni d'Inghilterra segnando la bellezza di 82 goals.
Gli anni 60' si aprono alla grande per il club londinese che guidato da Blanchflower,Baker,Mackay con l'aggiunta di Greaves si aggiudica il suo secondo titolo inglese ed a stretto giro di posta anche FA Cup e al Coppa delle Coppe travoldgendo via via tutti gli avversari incontrati sul cammino;Greaves si aggiudica per ben tre volte il titolo di capocannoniere dopo i due vinti al Chelsea,ed il team rimane al vertice per tutto il decennio.
Pur potendo comntare su giocatori come il portiere Jennigs,il centrocampista Perryman e Terry Venables(che vent'anni dopo diverrà allenatore e dirigente)gli Spurs non mantengono fede alla regola che li vuole vincenti all'inizio di una decade:arriva però nel 72' la vittoria in Coppa Uefa contro il Wolverhampton grazie alle reti di Chivers in finale,mentre nel 74' il Tottenham si deve inchinare al Feyenoord.
L'ultimo acuto internazionale arriva nel 84' sempre grazie alla vittoria in Coppa Uefa dopo due finali memorabili contro l'Anderlecht:la disputa termina ai rigori e tra i protagonisti ricordiamo Hoddle,Waddle,Archibald,Crooks, ed il portiere Ray Clemence.Gli anni che seguono portano un'altra FA Cup nel 91' favorita dal duo Lineker-Gascoigne:da allora tanta buona volontà,soldi spesi ma vittorie poche o nulle per un club che rappresenta una parte di storia del football.

Maldini,cuore rossonero

E' di oggi una lunga intervista in cui l'ex capitano rossonero Paolo Maldini si dichiara pronto e disponibile in qualsiasi momento a dare una mano al Milan,l'amore calcistico di una vita intera;l'ex terzino ha dichiarato che nell'ultimo colloquio avuto con Berlusconi ha dato la propria disponibilità ad aiutare i rossoneri,a patto però di venìre accettato per com'è e per come è stato conosciuto da tutti nel corso di un'intera vita.
Il nocciolo del problema sta probabilmente proprio qui e nel rapporto conflittuale venutosi a creare con Galliani nell'ultimo periodo da giocatore di Maldini,in special modo dopo che una parte della curva l'aveva contestato nel match d'addio senza che l'amministratore delegato intervenisse in sua difesa.
Il problema che solleva Maldini è comune a molti ex rossoneri,e non parliamo di chi ha vestito i colori del Milan per 4/5 stagioni o giù di li ma di gente che è nata,cresciuta ed ha svolto la propria carriera soltanto con quei colori;Adriano Galliani ha fatto terra bruciata intorno a se per paura che venisse intaccato il suo potere,oltre probabilmente ad essere un pò geloso del suo ruolo di privilegiato agli occhi di Berlusconi.
Maldini,Baresi,Costacurta,Albertini sono nomi che in qualche modo e maniera potrebbero dare una mano ad un Milan che annaspa,soffocato si dalla crisi finanziaria che lo attanaglia ma anche e soprattutto dalla crisi di idee che ha colpito il vertice societario,incapace di reinventarsi in un momento storico cosi difficile che poteva e doveva essere gestito meglio.

Lippi di nuovo in azzurro

La notizia era nell'aria da tempo ed ora è finalmente giunta l'ufficialità:Marcello Lippi torna in nazionale con il ruolo di supervisore di tutte le rappresentative azzurre;è in pratica il ruolo ricoperto per un certo periodo da Arrigo Sacchi che poi abbandonò l'incarico.
La prima uscita di Lippi dovrebbe avvenire già martedi prossimo quando sembra che sarà definito l'ingaggio di Gianpiero Ventura come nuovo allenatore dell'Italia;al selezionatore campione del mondo viene chiesto innanzittutto di rappresentare al meglio la federazione ed il calcio italiano dall'alto della sua enorme esperienza e del suo spessore di tecnico stimato e vincente.
In secondo luogo dovrà tentare di tracciare una strada per permettere al football nazionale di uscire da quella crisi tecnica e di risultati in cui è piombato nell'ultimo decennio;compito sicuramente non facile dato l'ostracismo atavico dei clubs italiani nei confronti della selezione nazionale che pure tanto ha vinto nella propria storia a livello internazionale.
Da vedere anche come verrà giudicata questa scelta da parte dei tifosi visto il passato bianconero di Lippi:al suo primo passaggio in azzurro questo fu un problema che poi ovviamente sfumò con la vittoria di Berlino garantendogli nel suo secondo periodo un lavoro più tranquillo.

domenica 22 maggio 2016

Johan Neeskens

Gli altri lo hanno definito in più occasioni Johan II,complemento perfetto al grande Johan con cui ha formato una delle coppie più forti e complete nella storia del calcio;lui di se stesso invce ha detto"Ero un mediano difensivo che sapeva segnare":in realtà Johan Neeskens è stato molto di più di questo,uno dei centrocampisti più completi nella storia del calcio,un vero uomo totale.
Neeskens inizia la sua parabola vincente a soli 19 anni con la maglia dell'Ajax, e fin da subito si mette in luce per applicare alla lettera quanto vanno predicando Michels prima e Kovacs poi;difende,tanto da essere definito uno dei migliori difensori d'Europa,attacca finalizzando il lavoro dei compagni essendo in possesso di un tiro potente,ed è inoltre un buon colpitore di testa ed un infallibile rigorista.
Coi lancieri vince dominando in lungo ed in largo,poi alla vigilia della Coppa del mondo del 74' firma con il Barcellona dove ritrova Michels e Cruijff;il viatico all'esperienza catalana è appunto la rassegna iridata tedesca in ci assieme ai suoi compagni lascia estasiato il mondo proponendo un calcio mai visto.Chiuderà il proprio mondiale con 3 reti tra cui il rigore che in finale illude gli olandesi prima della rimonta tedesca che comunque non sminuisce il calcio orange.
Trasferitosi al Camp Nou si immedesima subito nell'identità del club divenendone un simbolo insieme a Cruijff riportando alla vittoria nella Liga il Barca dopo molti anni;una vita familiare un pò tormentata con la moglie che lo lascia per un fotografo spagnolo,lo porta a calcare anzitempo i campi della Nasl dove coi Cosmos di Pelè e Beckenbauer domina la scena a stelle e striscie.
Nel frattempo ha chiuso l'esperienza in nazionale con il secondo posto ad Argentina 78' dopo 49 presenze ed 11 goals;è lui che assieme a Rep e Rensenbrink prende in mano i destini offensivi degli orange dopo che Cruijjff ha abbandonato la scena.
A causa della crisi del calcio in America rientra in Europa per giocare prima nel Groningen e poi in squadre minori del campionato svizzero fino al ritiro completo avvenuto nel 91';in seguito sarà secondo di vari selezionatori olandesi e di Frank Rijkaard quando questi assume le redini del Barca sotto la supervisione di Cruijff.