giovedì 31 marzo 2016

Ibrox Stadium

E'la casa dei Rangers da 117 anni,cattedrale del tifo protestante ortodosso contrapposto a quello cattolico del Celtic ed impianto simbolo del calcio britannico;ristrutturato in numerose occasioni di cui la prima nel 1927 gli diede la forma attuale,è stato teatro anche della prima tragedia legata ad un incontro di calcio dato che nel 1902 nel corso dell'incontro tra Scozia ed Inghilterra 25 persone rimasero uccise e 300 ferite a causa del crolo di una tribuna in legno.
A progettarlo fu Archibald Leitch,già padre di numerosissimi impianti in Gran Bretagna, e nel 1939 registrò il record mai più battuto di oltre 118000 spettatori per un derby tra Rangers e Celtic;ma a causa delle sue strutture rimaste inalterate per mezzo secolo nel 1971 fu scena di una nuova tragedia in cui perirono 66 persone schiacciate da altri spettatori su di una scalinata che portava all'esterno;a causa di questo nei successivi due decenni a scaglioni fu completamente rifatto ed in futuro i Rangers hanno intenzione di ospitarvi anche un casinò oltre ad altre attività commerciali già presenti.
Curioso notare come abbia ospitato anche una finale di andata...di Coppa delle Coppe in cui la Fiorentina sconfisse i padroni di casa per 2 reti a 0.

Leeds United

Quella dei bianchi del Leeds United è una storia di alti e bassi,in cui i momenti di depressione calcistica sovrastano le gioie delle vittorie;tormentata è anche la nascita di questa compagine che trae origine dall progenitrice Leeds City,espulsa nel 1919 dalla Football Association per pagamenti irregolari in cui viene coinvolto anche il futuro manager dell'Arsenal Herbert Chapman.
A cavallo tra gli anni 20' e i 30'è un continuo su e giù tra prima e seconda divisione ma con un seguito di pubblico sempre molto alto a confermare con quale passione la squadra venga seguita dalla città;nel dopoguerra il team naviga come al solito in brutte acque ma a risollevarne le sorti arriva il"gigante buono"John Charles,difensore gallese che al Leeds si trasforma prima in centromediano e poi addirittura in centravanti mettendo in mostra delle insospettate doti realizzative con un colpo di testa mortifero.
Nel 1957 accade però un fatto che scuote dalle fondamenta l'intero club,ovvero l'incendio che distrugge completamente lo stadio di Elland Road impianto che ospita  i bianchi da sempre;la volontà di non abbandonare casa è più forte della malasorte e grazie proprio alla cessione di Charles alla Juventus vengono approntate le prime spese necessarie a rimettere in piedi lo stadio di casa.
Passano le estati e dopo una delle solite gite in altalena il Leeds ritrova la prima divisione,uidato in panchina da Don Revie ed in campo dal mastino scozzese Billy Bremner e dal centrale difensivo Jack Charlton che portano la squadra al secondo posto in campionato ed alla finale di FA Cup. Nel corso delle successive stagioni la formazione del nordest si consolida tra le big del calcio inglese e svetta addirittura in Europa conquistando due edizioni della Coppa delle Fiere e d una finale poi persa di Coppa delle Coppe.
In tutti questi anni a dominare la scena è l'unità del gruppo anche oltre il campo di gioco,guidatodal"giraffone"Jack Charlton che oltre a non mancare un'intervento nel gioco aereo è anche uomo squadra imprescindibile;tutto ciò messo insieme consente al Leeds di essere sempre ad alti livelli,raggiungendo anche una finale di Coppa dei Campioni persa contro il Bayern di Beckenbauer e vincendo pure due titoli nazionali inglesi,ma a far ricordare i bianchi sono più i trofei persi che quelli vinti viste le innumerevoli occasioni non sfruttate.
Esaurito il periodo d'oro tra gli anni 60' e 70' lo United rientra nei ranghi della mediocrità,sovente anche in seconda divisione da cui riemergerà nel 92' per andare a vincere un titolo assolutamente non pronosticato grazie soprattutto alle giocate di Eric Cantona.

Derby,settimana di passione alla romana

E' come sovente capita una settimana di pasione quella che porta al derby romano tra giallorossi e biancocelesti,e se l'anno scorso a tener banco era la data che non andava bene in pratica a nessuno in questa stagione il problema caldo è quello del tifo,caldo per modo di dire dato che è in pratica tutto l'anno che le due curve sono in sciopero:quella romanista perchè a proprio dire la proprietà americana non si sarebbe mossa nelle sedi opportune per perorare la causa degli ultras,che sostanzialmente verte sulle barriere che dividono i settori di curva,mentre quella biancoceleste continua la sua quasi decennale lotta verso il presidente Lotito che oggi come ieri non scende a patti con il tifo organizzato.
E' un peccato che la capitale d'Italia si prepari in questo modo a quella che dovrebbe in fondo essere la celebrazione di se stessa,ma come dicono in molti l'ambiente romano troppe volte si infervora senza particolare motivo ed altrettante si deprime alla prima occasione;è davvero molto difficile per qualsiasi squadra ed allenatore poter affrontare una stagione sportiva e raggiungere determinati obbiettivi se al primo temporale si grida all'alluvione,e lo è ulteriormente di più dovendo scendere in campo in casa senza il calore del pubblico amico che sacrifica persino i propri amati colori per delle cause che avranno anche delle ragioni,ma che non possono essere anteposte al piacere ed alla gioia di seguire i colori per cui si tifa fin da quando si è bambini...

Roberto Boninsegna

La carriera gli ha regalato meno titoli di squadra di quanti non meritasse,dato che è arrivato a sfiorare lo stoico scudetto del Cagliari prima di essere ceduto all'Inter,ed in maglia nerazzurra ha raggiunto una finale di Coppa dei Campioni perdendola di fronte al Grande Ajax,in nazionale poi fu colui che apri le marcature nella epica Italia-Germania ma poi in finale dovette soccombere al Brasile.
Messa cosi sembra la storia di un bravo ma perdente,invece Roberto Boninsegna viene ancor oggi ricordato come uno dei migliori attaccanti mai prodotti dal vivaio italiano;piccolo di statura ma estremamente potente,"Bonimba"come lo soprannominò Gianni Brera era un centravanti di sfondamento,con le peculiarità dell'attaccante che vive per il goal e magari partecipa poco alla manovra.
Cresciuto nel Prato e nel Varese,inizia ad assaggiare il calcio che conta quando approda al Cagliari per far coppia con Gigi Riva,binomio che poi sarà riproposto anche in azzurro dove però Boninsegna non ripeterà che in parte le cose fatte vedere a livello di club;terminata la parentesi in Sardegna approda all'Inter per vivere la miglior fase della sua carriera in cui conquista il campionato 71' e due titoli di capocannoniere della Serie A.
Quando a 33 anni pare avere intrapreso la parabola discendente si fa viva la Juventus che lo porta a Torino e lo utilizza a tempo,cioè per scampoli di partita in cui Boninsegna riesce ancora a fare la differenza e grazie a questa intuizione in bianconero riuscirà ad acciuffare altri due scudetti e la Coppa Uefa dell'autarchia,con una squadra cioè interamente italiana;l'avventura sulle rive del Po allunga la parabola di Boninsegna che prima di appendere le scarpe al chiodo passerà anche dalle parti di Verona oramai trentaseienne.
L'uomo che saltava più in alto dei suoi marcatori pur essendo nemmeno 180cm,una volta ritiratosi rimane nell'ambiente come allenatore giovanile e dirigente di vari clubs minori,ma di lui resta il ricordo di un'indomito combattente d'area di rigore.

mercoledì 30 marzo 2016

Van Haneghem

Willem Van Haneghem è stato per i tifosi del Feyenoord l'anti Cruijff per eccellenza,non perchè tra i due ci fosse psrticolare acredine ma in quanto entrambi uomini bandiera delle rispettive formazioni;al De Kuip stravedono per lui,uomo rude nei contrasti ed insuperabile a centrocampo,dotato di un sinistro al fulmicotone in zona tiro ma che usa anche per smistare il gioco nella zona nevralgica.
Il suo momento di maggior splendore a livello internazionale è senza dubbio la Coppa del Mondo tedesca del 74' in cui è l'uomo deputato ad equilibrare una squadra di straordinari calciatori votati per loro stessa indole al gioco d'attacco,anche se pure il "gobbo"(cosi definito per via della sua andatura leggermente caracollante)non disdegna lui stesso delle sortite in zona goal.
Pure lui come molti giocatori olandesi della sua generazione prende il calcio più come un divertimento che come un lavoro,pur avendo fatto parte della prima formazione nederlandese capace di imporsi nella Coppa dei Campioni nel 1970;dopo la rassegna iridata ha offerte da un pò tutta Europa ma l'età non più verdissima e le richieste alte da parte del Feyenoord lo fanno rimanere a Rotterdam;soltanto in un secondo momento affronterà una breve avventura americana prima di rientrare in patria con lo Sparta e lo stesso Feyenoord.
Negli anni trascorsi in maglia biancorossa oltre alla coppa dalle grandi orecchie conquista pure una Coppa Uefa ed una Intercontinentale oltre a tre titoli di Campione d'Olanda assurgendo ad elemento simbolo del calcio arancione in funzione anti Ajax;chiusa la carriera da giocatore si dedica alla panchina collezionando esperienze saltuarie in giro per mezzo mondo.

Botafogo

Il Botafogo nasce nell'agosto del 1904  fondato da un gruppo di studenti che scelgono i colori bianconeri in omaggio alla Juventus di Torino,battezzandolo poi con il nome del barrio dove ha sede ed adiacente alla famosissima spiaggia di Copacabana;l'anno dopo la fondazione il club entra a far parte della neonata lega di Rio,ed assieme al Fluminense è oggi l'unica fondatrice ancora in vita.
Dopo un lustro dalla fondazione i bianconeri carioca vincono il loro primo campionato statale guidati in campo da Abelardo Delamare,interno di centrocampo che sarà poi anche protagonista dell'inno del club;nel 32' entra in vigore il professionismo e la squadra di Copacabana lo festeggia vincendo altri tre titoli carioca prima di entrare in un periodo di chiaroscuri che capita prima o poi ad ogni formazione.
A cavallo tra gli anni 50' e 60' sboccia quella che sarà la stella più splendente della storia del Botafogo,ovvero Garrincha;la fantasiosa al destra però predica in un contesto formato da altri giocatori di prestigio quali Nilton Santos,Amarildo,Didi e Zagalo poi futuro commissario tecnico della Selecao;in questi anni i bianconeri fanno razzia di titoli interni ma si impongono anche nel neonato campionato Rio-Sao-Paulo per ben trevolte,diventando de facto campioni nazionali.Dopo questo periodo d'oro la squadra cala un pò,ma con l'avvento del sopracitato Mario Zagalo in panchina e con il fiorire di due nuovi talenti quali Gerson e Jairzinho torna a recitare un ruolo da protagonista almeno nel torneo statale.
Finita l'epoca dorata il club attravera un periodo buio che ha termine verso la fine degli anni ottanta,ma è con gli anni 2000 che i bianconeri si riprendono il posto che loro spetta nel caontesto carioca,mentre nel brasileirao subiscono l'onta della retrocessione in seconda serie.

Viareggio Cup,vittoria alla Juve.

Si è chiusa oggi allo stadio dei Pini una nuova edizione della Viareggio Cup,quella che una volta era universalmente conosciuta come Coppa Carnevale;spostamento di data e cambio di nome non hanno creato difficoltà alla Juventus che si aspettava in finale l'Inter ed invece si è trovata di fronte il Palermo di Zamparini.
Questo torneo rappresenta da sempre il fiore all'occhiello del calcio giovanile italiano,ed anche se in passato ha premiato molto spesso le nostre formazioni,è comunque considerato di alto livello anche all'estero;il problema è che a non essere più di un certo livello è tutto il calcio azzurro,prova ne sia la batosta subita ieri sera dall'Italia contro la Germania a Monaco.
I problemi purtroppo nascono proprio a livello giovanile,dove ci sono troppi giocatori stranieri e dove manca la capacità,o la voglia forse...,di spendere tempo nel formare i ragazzi dal punto di vista tecnico privilegiando corsa e tattica con il solo fine di arrivare presto al risultato.
Se negli altri paesi clubs prestigiosi come Barcellona,Manchester United per non parlare dell'Ajax lanciano in prima squadra ragazzi di 18/19 anni mentre da noi rimangono in primavera fino a 20 per poi essere mandati in serie B,non ci si può poi lamentare del fatto che la nazionale è senza difensori di livello eccezion fatta per gli uomini Juve,se dopo Buffon il futuro è incerto,se davanti giocano Zaza riserva in campionato e Pellè del Southampton,metà classifica in Premier...
I nostri dirigenti prima o poi dovranno capire che il calcio giovanile serve a formare il giocatore,come persona e futuro professionista,instillandogli quelle nozioni di base fondamentali per emergere ad alto livello,altrimenti rassegniamoci a naturalizzati di terza fascia che magari neanche parlano l'italiano...

Calcio e scommesse,nuovo capitolo.

Giunge dall'Inghilterra la notizia che la Football Association ha messo sotto indagine il difensore argentino Martin De Michelis per presunta violazione delle norme che regolano i rapporti tra i tesserati ed il mondo del gioco d'azzardo;il giocatore nel solo mese di gennaio avrebbe infranto per ben 12 volte le regole,e sarà ora chiamato a risponderne il prossimo 5 aprile.
Nuova puntata dunque di quella che ahimè è una piaga sempre più diffusa nel mondo dello sport,ovvero quella di scommettere a volte anche sulle stesse partite in cui sono impegnati da parter dei giocatori;già anni fa ci fu un'inchiesta per presunti match alterati in Premier League per favorire le giocate in Asia ,mercato molto interessato a quanto accade in Inghilterra.Non dobbiamo comunque sorprenderci visto che anche dalle nostre parti periodicamente escono a galla vere e proprie organizzazioni criminali che con la connivenza di addetti ai lavori truccano uno o più match falsando a volte interi campionati.
Purtroppo oggigiorno girano sempre più soldi nel calcio e nello sport in generale,e si sa che chi già ne ha e potrebbe starsene tranquillo preso dall'avidità o dalla smania di giocare vuole averne sempre di più,tasto dolente su cui fanno leva coloro i quali vivono di queste truffe e più che leggi particolari servirebbe l'integrità morale che è andata perdendosi,nello sport come nella società civile ahimè.

martedì 29 marzo 2016

Argentina-Uruguay 2030,si farà?

E' di oggi la notizia che il neo presidente della Fifa Gianni Infantino si è detto favorevole all'ipotesi che siano Argentina ed Uruguay congiuntamanete ad ospitare l'edizione del 2030 della Coppa del Mondo,quella che festeggerà il centenario della prima edizione della Coppa Rimet disputatasi proprio nel paese oriental.
Infantino ha detto che non si può rimanere insensibili alla storia,e se anche le normative attuali della Fifa impediscono una candidatura congiunta si può sempre porvi rimedio;importante e pesante dunque l'intervento del numero del calcio mondiale che si espone in prima persona a favore di una candidatura che per il momento è solo un'ipotesi,ma che dopo le sue parole potrebbe prendere corpo ben sapendo qual'è la passione e l'amore che nutrono in Sud America per il calcio.
Ricordiamo inoltre che furono proprio l'albiceleste argentina e la celeste uruguaya le formazioni che diedero vita alla prima finale di Coppa Rimet,vinta dagli uruguagi per 4-2 nell'ennesimo derby rioplatense dell storia;vedremo quindi se una volta tanto le tradizioni ed il buon senso prevarranno sugli interessi economici,ponendo magari rimedio in qualche modo allo scempio fatto allo sport assegnando la Coppa del 2022 al Qatar.

Newcastle United

La storia del Newcastle United nasce come quella di molte compagini dalla fusione di due società preesistenti che per motivi economici furono costrette ad  unirsi per continuare l'attività;nei primi anni di vita le magpies rifiutarono l'ingresso nella Football League preferendo continuare a disputare tornei locali,salvo poi ripensarci con l'arrivo del nuovo segretario-manager Frank Watt.
Arrivati in first divison i bianconeri scalano in fretta le posizioni e già nel 1905 si laureano campioni d'Inghilterra,titolo che faranno proprio per altre 2 volte nel primo decennio del secolo;in coppa le cose non vanno altrettanto bene con l'obiettivo raggiunto alla quarta finale dopo che le tre precedenti erano state perse.Dopo questi successi la squadra del nord affronta un momento di declino che si interrompe nel 1925 con l'arrivo della velocissima punta scozzese Hughie Gallagher che segnerà 160 reti con il club portando in bacheca il quarto campionato.
Le magpies tornano al successo negli anni 50' grazie al cannoniere Jackie Milburn,zio dei futuri campioni Bobby e Jackie Charlton,alla mezzala George Robledo e al centrocampista Brennan;questo gruppo di giocatori conduce il Newcasle a conquistare 3 FA Cup nel giro di cinque stagioni,e saranno questi gli ultimi trofei nazionali conquistati dagli uomini di St James Park.
A fare da preludio al lungo oblio arriva nel 69' la vittoria europea in Coppa delle Fiere grazie ad una squadra non eccelsa ma che può contare ad esempio su un centrocampista di sostanza quale Bob Moncur che è l'elemento decisivo nel doppio confronto finale contro gli ungheresi del Ujpest Dosza.
Dopo questo acuto le magpies spariscono nelle divisioni inferiori tornando alla ribalta per aver lanciato due talenti quali Chris Waddle e Paul Gascoigne,finchè l'arrivo di un munifico proprietario come John Hall porta all'ingaggio di Kevin Keegan come manager e di Peter Beardsley in attacco;a fronte però di spese esorbitanti le vittorie non arrivano ed il sodalizio si scioglie riportando il Newcastle la dove era stato preso.

Ciro Ferrara

Due sono state le maglie che hanno contraddistinto la sua carriera oltre a quella azzurra della nazionale,e sono quella bianconera della Juventus e quella della sua città natale,ovvero Napoli.Ciro Ferrara è stato uno degli ultimi prodotti della grande scuola di difensori italiana,quella per cui eravamo noti e famosi nel mondo e che ora pare aver perso lo stampo giusto;in un'ideale staffetta generazionale si può dire che se ne è andato da sotto il Vesuvio quando all'orizzonte è apparsa la stella luminosa di Fabio Cannavaro.
Cresciuto nel vivaio partenopeo,è stato presente anche se non titolare nel primo scudetto vinto dal Napoli nel 1987,mentre era tiolarissimo in occasione del secondo titolo e diverrà capitano della formazione campana una volta Maradona abbandona l'Italia in seguito alla positività alla cocaina;quando a metà anni 90' il club della sua gioventù conosce stagioni di grave crisi finanziaria,è costretto giocoforza a fare le valigie approdando nella Torino bianconera..

Nella seconda parte della sua carriera conquista trofei in serie facendo parte di quella formazione che domina la scena nazionale per circa un decennio,componendo con l'uruguagio Montero una coppia centrale di sicura affidabilità;anche se dotato di stazza atletica notevole,non disdegnava qualche sortita offensiva palla al piede e tutto sommato era anche abbastanza buono tecnicamente per essere un difensore.
In nazioanle la sua parabola è sempre stata stoppata,prima dal fatto che gli venivano preferiti gli interisti Bergomi e Ferri,poi  dal modulo a zona di Sacchi che non lo vedeva particolarmente adatto:soltanto in seguito avrà qualche opportunità in più,ma sicuramente Ferrara il meglio di se lo ha fatto vedere con la maglia dei clubs.
Ritiratosi dal calcio giocato ha intrapreso la via della panchina senza particolare fortuna,guidando tra l'altro anche la Juventus in uno dei periodi peggiori della sua storia,virando poi verso i più comodi e confortevoli salotti televisivi vestendo i panni dell'opinionista.

Pogba-Juventus.sarà divorzio?

E' un tormentone che va avanti da circa un'anno e mezzo,e che questa estate dopo gli europei francesi potrebbe trovare la sua naturale soluzione:la cessione di Paul Pogba da parte della Juventus al miglior offerente.Già durante la scorsa sessione di calciomercato estivo si dava per certo l'addio del giovane talento francese ai colori bianconeri,poi la cessione di Vidal al Bayern e l'intenzione di Pirlo di emigrare in America hanno rimandato il discorso,forse di una stagione soltanto però viste le sibilline dichiarazioni che periodicamente filtrano da Raiola,onnipotente procuratore del giocatore.
Si diceva che ci fosse oramai un'accordo di massima col Barcellona,ma visto anche che i catalani avevano il blocco del mercato fino a gennaio di quest'anno la cosa non si è concretizzata;oltre agli azulgrana paiono sul pezzo fortemente il Manchester City ed il Paris Saint Germain,e forse il club bianconero punta proprio ad un'asta tra i tre per far lievitare ulteriormente il cartellino del giocatore,sperando anche che giochi un campionato europero da superstar.
In casa Juve si tenta dunque di monetizzare il più possibile,ma potrebbe essere un'arma a doppio taglio perchè già in questa stagione chiamato ad assumersi una maggiore responsabilità in squadra viste le importanti partenze,Pogba ha in parte fallito non giocando di certo tanto bene quanto direbbe la sua valutazione;inoltre si sa che un grave infortunio metterebbe tutti in allarme ed allora addio bei soldoni,per cui forse i bianconeri farebbero un grande affare a cederlo anche alle cifre della scorsa estate(80-100 milioni di euro...),potendo cosi reinvestire per potenziare la squadra dove serve(soprattutto una difesa forte ma da svecchiare),forte comunque di una pletora di giovani virgulti che scalpita per trovare spazio.
L'operazione con cui si cedette nel 2001 Zidane per portare a Torino Nedved,Buffon e Thuram potrebbe ora ripetersi,ovviamente Raiola permettendo visto che ha le mani un pò dappertutto...

lunedì 28 marzo 2016

M S N

Sono il trio delle meraviglie azulgrana,un tris di stelle che nessun'altra squadra al mondo può permettersi di schierare e sono sicuramente paragonabili ad altri grandi trri d'attacco come ad esempio Best,Charlton,Law del Manchester United o Puskas,Di Stefano,Gento del Real Madrid ad esempio;Messi,Suarez e Neymar son il valore aggiunto di una squadra che sta dominando la scena del calcio internazionale ispirata dalla filosofia offensiva dell'immenso Johan Cruijff e guidata in campo prima da Guardiola ed ora da Luis Enrique.
Quando alla pulce si aggiunsero da prima Neymar che in Brasile paragonano a Pelè e poi soprattutto Suarez, conosciuto per il carattere tutt'altro che docile in molti pensavano che il cocktail balugrana potesse diventare una polveriera pronta ad espoldere in qualsiasi momento,ma si sbagliavano e di grosso...
I tre sono si esplosi ma dentro il rettangolo di gioco ed hanno realizzato in queste due stagioni qualcosa come 200 e passa goals in 3!!!!!annichilendo la concorrenza del Real Madrid in primis e regalando momenti da cineteca che rivedremo ancora a lungo,unendosi in un qualcosa di mai visto prima perchè i tre leaders delle nazionali di Argentina,Brasile ed Uruguay che vestono la maglia dello stesso club è una premiere assoluta.
Il merito di ciò va ascritto senz'altro a Luis Enrique ma soprattutto all'intelligenza dei tre tenori che si sono messi a disposizione del collettivo esaltando le proprie doti personali erinunciando a qualcosa in favore degli altri;in particolare Neymar e Suarez hanno capito che potevano anche non essere la prima superstar in una squadra che ha la Superstar per definizione,e comunque essere lo stesso protagonisti.
Una cosa che invece al suo arrivo non aveva capito Zlatan Ibrahimovic,troppo pieno di se stesso ancge per solo pensare di essere il n°2 dietro a Leo Messi,e sappiamp com'è andata a finire...

Rapid Vienna

Erste Wiener Arbeiter Fussball Club,è questo il nome scelto per dare vita al primo sodalizio calcistico viennese dedicato ai lavoratori,e le umili origini si traducono nel fatto che all'inizio i soldi sono veramente pochi e mister Lowe,deus ex machina inglese del club deve arrangiarsi come può;nel 1904 inizia però la storia come la conosciamo oggi,ovvero il nominativo viene cambiato in Rapid Vienna ed il biancorosso delle prime divise lascerà il posto al per noi canonico biancoverde.
Appena si forma la prima lega cittadina il Rapid è subito in prima linea,vincente e seguito da una media di 8 mila persone numero esorbitante ad inizio secolo fuori dalla Gran Bretagna;nei primi decenni del ventesimo secolo Vienna è una delle capitali del calcio europeo e tra Rapid,Admira e Amateure(successivamente rinominato Austria)è lotta senza quartiere per primeggiare sulle rivali potendo contare su talenti di valore assoluto tanto che i biancoverdi allo soppio della seconda guerra mondiale possono già vantare 11 successi in campionato e la coppa dell'Europa centrale del 1930,una sorta di Coppa dei Campioni ante litteram.

Dopo l'Anschluss hitleriano il Rapid si ritrova a giocare nel campionato tedesco che riesce addirittura a vincere in una storica finale giocata a Berlino contro lo Schalke 04,e tra i protagonisti di quella epica impresa si evidenzia la presenza di Franz"bimbo"Binder,terrificante centravanti che realizza la tripletta che proietta i viennesi in paradiso.
Nel dopoguerra un torneo a Bruges in cui vengono umiliati i Gunners londinesi e le prime apparizioni nella neonata Coppa dei Campioni sono i fatti sicuramente da citare quando si parla di Rapid,oltre al dominio nei tornei interni austriaci che continua difficilmente contrastato fino al termine degli anni 60'potendo contare su elementi quali Ernst Happel poi futuro grande tecnico ed il mediano Gerhard Hanappi a cui verà intitolato lo stadio.Dopo un decennio con più alti che bassi la stella dei biancoverdi torna a splendere  ad inizio anni ottanta grazie ad autentici campioni quali il formidabile centravanti Johan Krankl ed il regista cecoslovacco Antonin Panenka.
Nel 1985 soltanto l'Everton riesce a fermare i viennesi nella conquista della Coppa delle Coppe,mentre 11 anni dopo daranno i francesi del Paris Saint Germain a dire di no ai biancoverdi guidati in campo dalla mezzala Andreas Herzog e dal Forte portiere Michael Konsel;cambiati gli scenari continentali,gli operai viennesi si accontentano di continuare a vincere in patria.

Germania-Italia

E' da sempre la partita regina del calcio europeo ed una delle sfide più affascinanti ed intriganti al mondo,fucina di epica sportiva come nessun'altra a partire da quella indimenticabile semifinale a Messico 70',non per nulla rinominata la partita del secolo;Germani-Italia giocandola a Monaco ma Italia-Germania per l'antonomasia sportiva nazionale è la sfida tra due scuole calcistiche e due popoli dalle visioni diametralmente opposte,tanto sono freddi e razionali i teutonici quanto caldi e passionali gli italiani.
Domani sera all'Allianz Arena la squadra di Antonio Conte dovrà dimostrare di fronte ai campioni del mondo in carica che quella contro la Spagna ad Udine non è stata soltanto una prestazione estemporanea ma il frutto del duro lavoro impostato dal ct salentino per risalire la china internazionale,e come test chi meglio dei tedeschi reduci dalla beffa di Berlino contro gli inglesi e vogliosi di rivalsa?
Pare che finalmente qualcosa stia iniziando a risbocciare nel vivaio italico,ed anche se la qualità media non è nemmeno paragonabile alla storia delle nostre nazionali precedenti,possiamo ora guardare con un rinnovato ottimismo alla manifestazione continentale di giugno consci delle nostre capacità;difesa per le alternative che mancano ed attacco per l'assenza di un bomber principe sono pecche che restano,ma ad esempio a centrocampo e nel reparto laterali ora abbiamo alternative.
Queelo che Conte non è riuscito a fare per la mancanza di tempo ha provato ad instillarlo con il suo carattere e la grinta proverbiale,e sicuramente chi andrà in campo in ogni occasione forse non sarà più bravo dell'avversario ma sicuramente darà tutto quello che ha dentro di se.

Karl Heinz Rummenigge

Quando la sua stella stava sbocciando il più grande Bayern Monaco della storia era oramai al crepuscolo,eppure anche se per poco tempo ha giocato  da protagonista al fianco di Beckenbauer e soci;Karl Heinz Rummenigge è colui che ha sostituito di fatto il cobra Gerd Muller quando questi ha deciso di chiudere la sua straordinaria carriera negli Stati Uniti,essendo però completamente diverso da lui quanto a caratteristiche psicosomatiche tanto da rappresentare appieno la fisionomia del panzer tedesco.
Kalle come viene da tutti presto soprannominato giunge al Bayern diciottenne dopo aver iniziato con la squadra della sua città natale il Borussia Lippstadt,strappato alla concorrenza dell'Amburgo che negli anni stttanta era molto forte anche economicamente;giunto nel capoluogo bavarese Rummenigge debutta nella stagione post mondiale del 74' ma deve pian piano arrendersi alla concorrenza del più esperto svedese Thorstensson.
Convocato in pianta stabile nella selezione teutonica a partire dal 1976 dopo aver vinto la Coppa dei Campioni col Bayern,Rummenigge ne fa parte per dieci stagioni partecipando ad europei e Coppe del Mondo e vincendo la rassegna continentale del 80' in Italia,oltre a raggiungere le finali di Spagna 82' e Messico 86' riscontrando sempre problemi fisici.
Nonostante gli anni d'oro a Monaco di Baviera siano passati,lui riesce egualmente ad aggiudicarsi 2 palloni d'oro consecutivi nel 80' e 81' e ad essere un cannoniere di prima fascia;alla soglia dei 30 anni dopo aver fatto incetta di trofei con i rossi bavaresi varca le alpi in cerca di fortuna e gloria in terra italica approdando all'Inter di Ernesto Pellegrini.
La sua avventura nella penisola è travagliata dai ripetuti guai specie alle ginocchia e quindi il suo apporto è limitato nelle presenze ed anche nei goals messi a segno per la beneamata;dopo 3 stagioni a corrente alternata decide di chiudere col grande calcio andando a spendere le ulltime goccie di energia nel campionato svizzero al Servette Ginevra,ritirandosi nel 89'.
Dopo qualche tempo alla finestra verso metà anni 90' entra nel direttivo del suo Bayern Monaco prima come vice presidente e poi allo scoppio dello scandalo Uli Hoeness diventandone il numero 1 e guidando i rossi a nuovi e prestigiosi traguardi internazionali.

domenica 27 marzo 2016

Valencia

I pipistrelli del Mestalla,dal loro soprannome e da quello del loro stadio,hanno alternato nel corso della loro storia alti e bassi vivendo costantemente sull'altalena ma non privandosi mai a lungo della gioia di fare qualche dispetta alle grandi per antonomasia del calcio iberico;la storia vincente del Valencia inizia negli anni quaranta quando conquista ben tre campionati guidato dallo sfondareti Edmundo Suarez Trabasco e dall'altro attaccante Gorostiza,basco di origine.
Prima di allora il club mai aveva veleggiato nelle zone alte della classifica pur essendo stato fondato circa trent'anni prima delle sue vittorie;i due segnano reti a raffica e permettono al team bianco di vincere due coppe di Spagna rimpinguando il bottino prima di vivere un periodo avaro di sofddisfazioni almeno in campo nazionale.
Il Valencia è infatti tra i primi vincitori della Coppa delle Fiere,torneo dedicato in origine alle città europee che ospitavano fiere campionarie e di cui i pipistrelli diventano in pratica i dominatori per tre stagioni consecutive,vincendo nei primi due anni la coppa e giungendo in finale nella terza occasione superati dai connazionali del Saragozza;la squadra non presenta stelle di livello internazionale ma si basa su di un collettivo unito e compatto in cui il solo brasiliano Waldo si eleva sopra la media.
Le stelle arriveranno circa tre lustri dopo quando in panchina siede un certo Alfredo Di Stefano ed arriva la quarta affermazione nella Liga spagnola che da il via all'ingaggio in successione di Johnny Rep,Rainer Bonhof e di Mario Kempes,giocatore allora conosciutissimo in Sudamerica ma praticamente inesistente in Europa.
I due guideranno i valenciani alla conquista della Coppa delle Coppe e della Supercoppa europea nel 80',ultimi acuti prima di scendere addirittura di categoria nel giro di alcune stagioni;di sostanza ed inesauribile è il tedesco,mentre superbo nel 1 contro1 in velocità è l'argentino che negli anni spagnoli si laureerà capocannonieri oltre a guidare la sua nazionale all vittoria nella Coppa del Mondo 1978.
Il periodo di decadimento non dura molto,mentre quello privo di trofeo si protrae fino al 99' quando l'italiano Ranieri riporta in bacheca la Copa del Rey ed è quello il via adun lustro d'oro per i pipistrelli che raggiungono 2 volte la finale di Champions League venendo sconfitti prima dal Real Madrid e poi dal Bayern Monaco,ma riuscendo nel biennio successivo a conquistare due volte la Liga e vincere la rinnovata Coppa Uefa;protagonisti in panchina sono Cuper e Benitez,mentre in campo è la linea mediana a garantire dinamismo e spettacolarità con Mendieta,Kily Gonzalez e Baraja.
Inizia successivamente una nuova fase buia,con il trasferimento nel nuovo stadio annullato a causa della crisi finanziaria in cui il club è precipitato tanto da essere ceduto ad un magnate di Singapore,tutto nell'attesa dell'ennesimo ritorno in auge.

Amichevoli,servono davvero?

Inquesti giorni di fine marzo in concomitanza delle festività pasquali sono rispuntate fuori come per incanto le selezioni nazionali che dormivano un sonno profondo da novembre con la coda dei sorteggi per la fase finale degli europei;questo calendario che piazza dei match internzionali nel mezzo della lotta per i vari campionati è da molto tempo tema di discussione e fonte di polemiche,soprattuttto se i giocatori ritornano ai clubs infortunati.
C'è a mio parere anche da interrogarsi sull'utilità di questi match che a volte propongono si incontri tra selezioni di grande tradizione e buon valore tecnico,ma che vengono magari affrontati al 80%da chi sa di giocarsi magari un rinnovo di contratto sostanzioso nel finale di stagione o trofei pper cui ha lottato un'intera annata.Sarebbe forse il caso di concentrare i match dei teams nazionali in determinati oeriodi dell'anno come avviene oramai da tempo sia nel basket che nella pallavolo,in modo che l'attenzione generale sarebbe focalizzata li e non altrove.
Per quanto riguarda lo sperimentare direi che è certo necessario,ma forse sarebbe il caso di ritornare all'antico con le selezioni b in modo che ci potrebbero essere confronti a parità di livello,magari creando una sorta di torneo ad hoc anche se col calendario attuale questo risulta quasi impossibile da realizzare;far giocare giocatori giovani magari all'esordio o quasi con gente navigata ma che magari va in campo con la testa da un'altra parte non so quanto possa essere producente e dare indicazioni sull'utilità o meno di determinati giocatori.
Si sa che oggigiorno però i massimi organismi che governano il calcio mondiale pensano soltanto ad ammucchiare bigliettoni senza chiedersi cosa sarebbe meglio invece fare per il bene del gioco,è questa purtoppo l'amara verità.

Giacomo Bulgarelli

E' stato bandiera e simbolo del Bologna in anni in cui per fortuna ancora non regnavano contratti televisivi,pay tv e sponsor multinazionali eed una squadra di medio livello come il Bologna se ben guidata a livello dirigenziale poteva anche ambire ai massimi traguardi nazionali;Giacomo Bulgarelli fu capitano e simbolo di quel Bologna,bandiera con quasi 400 presenze in Serie A vincendo lo storico scudetto del 64' dopo il celebre spareggio contro l'Inter.
Oltre che leader di quella squadra il buon Giacomo ne era anche il regista arretrando soltanto negli ultimi anni di cariera nella posizione di libero,costrettovi dai numerosi infortuni che lo costrinsero poi al ritiro a 35 anni;volle per sua precisa scelta legare tutta la carriera alla squadra felsinea tanto da rifiutare un trasferimento al Milan che pareva oramai cosa fatta.
In maglia azzurra non ebbe altrettanta fortuna riuscendo comunque a collezzionare 29 presenze,partecipare a 2 Coppe del Mondo compresa l'infausta campagna d'Inghilterra del 66' con la fatal Corea ed esserne in un paio di circostanze anche capitano.
Chiusa la carriera agonistica intraprese con non molta fortuna il ruolo di direttore sportivo prima di divenire apprezzato e stimato commentatore televisivo in particolar modo per Telemontecarlo,dispensando sempre giudizi con estrema pacatezza e tranquillità.In anni in cui il calcio pare solo business,una persona della sua caratura morale ed umana farebbe soltanto bene al nostro movimento calcistico.

sabato 26 marzo 2016

Under 21,fucina di talenti?

Nei giorni scorsi la nostra nazionale under 21 era impegnata in Irlanda per la qualificazione all'europeo di categoria,ed era priva di due pezzi da novanta come Bernardeschi e Rugani,il che ha fatto storcere il naso a qualcuno vista che l'Italia maggiore era impegnata solo in amichevole contro la Spagna.
Credo che questa sia una mentalità da cambiare totalmente,figlio di un modo di intendere le categorie giovanili tipicamente italiano dove bisogna ad ogni costo sempre cercare il risultato,laddove invece all'estero servono giustamente e principalmente a formare i giocatori e a mettere in evidenza chi ha talento e può ambire ad una carriera di un certo tipo.
Bene secondo me ha fatto Antonio Conte a portare con se i due ragazzi per far respirare loro l'aria del calcio che conta,anche perchè specie Bernardeschi potrebbe essere già da subito elemento valido per Francia 2016;bisogna che da qualche parte si inizi a far maturare questi ragazzi se vogliamo futuri campioni,e l'unico modo per farlo e mettendoli in campo e non mandarli in Serie B o peggio ancora in Lega Pro dove l'unica esperienza valida è prendere tante botte da chi comunque il pane se lo deve guadagnare in qualche modo.
Cosa ancora migliore da fare sarebbe che le giovanili compresa l'under adottassero il medesimo modulo di gioco per favorire il trapasso da una squadra all'altra;negli anni 90'abbiamo vinto 3 europei under 21 ma poi quando si è trattato di andare alle Olimpiadi e di avere giocatori finiti per il calcio che conta abbiamo miseramente toppato,è tempo di cambiare registro...

Rush finale della stagione

Con tutte le formazioni italiane impegnate in Europa oramai fuori dai giochi,dopo la pausa pasquale dedicata alla nazionale azzurra,alla ripresa del campionato mancheranno otto partite che dcideranno i futuri campioni d'Italia oltre a decretare le formazioni retrocesse e naturalmente designare i teams che giocheranno nelle coppe europee la prossima stagione.
In pole pèosition per il titolo è la Juventus,ora più che mai favorita n°1 dopo che con l'uscita in Champions League potrà dedicarsi anima e corpo al torneo interno prima di sfidare il Milan per la Coppa Italia;il Napoli pur entusiasmante e sorretto da uno stratosferico Higuain,pare alla lunga cedere qualcosa all'esperienza ed alla panchina lunga dei bianconeri mentre la Roma troppo tardi ha cambiato guida tecnica per sperare nell'aggancio in vetta.
In zona Europa sono sicuramente favorite l'Inter e la Fiorentina che non hanno la forza probabilmente per insidiare la Roma e sono abbastanza davanti al Milan,anche se i viola paiono un poco sulle gambe dopo la partenza sprint nella prima parte di stagione;i rossoneri milanesi se vogliono agguantare ancora qualcosa in attesa della finale dell'Olimpico non devono più sbagliare niente da qui alla fine.
Dietro la contesa pareva terminata già a Natale con Frosinone,Carpi e Verona vittime designate, ma la forza e la grinta mostrata da ciociari ed emiliani unita alla caduta verticale di alcune formazioni davanti come ad esempio Palermo,Udinese,Sampdoria,Torino e Genoa ha riaperto tutto ed ora il finale darà sicuramente incandescente e afarla da padrone saranno gli scontri diretti.
Nota finale riguardo il livello di gioco mai cosi modesto come nell'ultimo lustro,frutto di scelte scellerate come l'enorme numero di stranieri di scarso valore e l'inutilizzo di giovani italiani,unito ovviamente lla condizione economica assai precaria in cui versano molti clubs.

Arrigo Sacchi

E' stato una ventata di novità travolgente per il calcio italiano,chiuso in se stesso e nei suoi antichi dettami per troppo tempo ed incapace di rinnovarsi per stare al passo coi tempi che cambiavano,pur continuando a vincere negli anni 80'con la Juventus nelle competizioni per clubs e con la nazionale campione del mondo 82'.
Arrigo Sacchi ha traslato nel calcio tricolore alcuni dei dogmi che tre lustri prima avevano affascinato l'Europa ed il mondo con l'Ajax e l'Olanda del Calcio Totale;in una nazione conosciuta per la forza e la durezza dei suoi difensori nella marcatura ad uomo ha instillato i germi della difesa a zona,in cui ogni giocatore doveva presidiare una determinata porzione di campo e non più seguire per il medesimo un'avversarioin cui la linea difensiva saliva per mettere in fuorigioco gli avversari rendendo cosi inutile il ricorso all'arcaico libero;pressing sui portatori di palla del team opposto e movimento per creare spazi gli altri concetti alla base del suo lavoro,che si basava anche su una imprenscindibile condizione atletica ottimale.
Prima di approdare al Milan ed al calcio che conta ha fatto esperienza nelle giovanili di Cesena e Fiorentina,oltre che in Serie B nel Parma da cui ha raggiunto Milanello;proprio un match di Coppa Italia tra i gialloblu ed i rossoneri fecero innamorare di lui il presidente Berlusconi che lo volle alla guida del diavolo per la stagione successiva;la sua filosofia di gioco richiedeva grande dispendio di energie mentali e fisiche,ed è forse per questo che ha ottenuto più risultati in campo internazionale che non in Italia,forse perchè li gli impegni erano più diluiti e quindi meglio preparabili.
In 4 stagioni ha vinto tutte le competizioni cui ha preso parte meno la Coppa Italia, con autentiche lezioni di calcio impartite agli avversari come il 5-0 al Real Madrid in occasione di una semifinale di Coppa dei Campioni o il 4-0 alla Steaua nella finale del 89';come detto a lungo andare il suo ossessivopressing anche mentali sui giocatori sfribò gli stessi ed i rapporti col Milan,tanto che nel 91' lasciò l'incarico e pochi mesi dopo andò a guidare la nazionale azzurra.
Con l'Italia ottenne si la finale mondiale del 94',ma la sua fu probabilmente la gestione più discussa di sempre perchè a causa delle sue idee integraliste fece fuori dal giro azzurro gente come Vialli,Zenga,Bergomi ed altri asrrivando a convocare un numero sterminato di giocatori per i canoni di quegli anni;chiuse l'avventura con la nazionale al termine dell'europeo 96' per tornare al capezzale del Milan,ma oramai non erano più i tempi del trio olandese delle meraviglie e l'avventura naufragò.
Tentò un'ultima fallimentare sortita in panchina con l'Atletico Madrid che quell'anno retrocesse,dopodichè si dedicò ad incarichi manageriali,consulenze e comparsate in programmi televisivi risultando sempre caustico con i colleghi;ma il Sacchi che di gran lunga si è fatto preferire è quello che ha guidato il fantastico Milan euromondiale dal 88' al 91' lasciando un ricordo indelebile in chi lo ha visto giocare.

Just Fontaine

Just Fontaine nasce nel 1933 in Marocco ed è a tutti gli effetti quello che i francesi definiscono pie-noir,ovvero quei transalpini che nascono nelle colonie d'oltremare;si impone all'attenzione generale fin da giovanissimo mettendo a segno reti in serie con il Nizza che è la sua prima squadra professionistica, e con essa mette in bacheca i primi trofei di una carriera che purtropp devrà chiudere in anticipo.
Dopo la vittoria in coppa e campionato con i provenzali fa le valigie,acquistato dallo Stade Reims che negli anni 50' è senza dubbio la società più prestigiosa di Francia;nel nord del paese mette in mostra ancor di più le sue fantastiche doti realizzative,dato che è dotato tecnicamente ma al tempo stesso non gli mancano potenza e coraggio per buttarsi su ogni pallone.
Nella Coppa Rimet del 58' che incorona Pelè nuovo re del calcio,lui è il capocannoniere e grande protagonista assieme all'asso brasiliano;realizza 13 reti record della manifestazione mai più superato da nessuno,e grazie a quelle prodezze attira le attenzioni dei maggiori clubs del mondo,dal Barcellona addirittura fino al brasiliano Botafogo ma lui decide di rimanere in Francia dove è oramai conosciutissimo e visto come una vedette.
Nelle due annate successive alla rassegna svedese si ripete alla grande potendo sfruttare anche gli assists del futuro madridista Raymond Kopa e guidando lo Stade alla finale di Coppa dei Campioni persa proprio contro le merengues;quando la sua carriera è all'apice la sfortuna colpisce sotto forma di frattura alla tibia ed al perone frutto di uno scontro di gioco con un difensore del Sochaux.
Sarà quella la sua ultima partita ufficiale,perchè una volta ripresi gli allenamenti nel gennaio successivo la gamba cede nuovamente senza essere sottoposta a sforzo;tenterà un'ultimo disperato rientro nel 62' durante una tourneè sudamericana prima di gettare definitivamente la spugna a neanche 30,restando insieme a Papin e Trezeguet il miglior centravanti francese della storia.

venerdì 25 marzo 2016

Galliani

L'ultimo attacco di Berlusconi era rivolto a lui,l'uomo che da una vita gli è accanto al Milan e che lo ha in pratica sostituito quando il presidente rossonero ha deciso di scendere in politica:Adriano Galliani in questi vent'anni è la persona che più ha influito sulle sorti del club meneghino,sia in positivo che in negativo.
Ottimo nel gestire la parte economica della società riguardante sponsor,contratti televisivi e quant'altro,ma quando si è trattato di dover andare in prima persona a fare il mercato in un momento in cui i cordoni della borsa si erano chiusi,allora si sono palesate alcune lacune di un mestirere che lui non era abituato a fare.
Per troppo tempo al Milan si è sottovalutato l'operato di Ariedo Braida,vera mente del calciomercato rossonero per anni,l'uomo che sapeva come muoversi e dove andare acercare quei giocatori che riteneva importanti per la sua società;poi ad un certo punto la proprietà in vena di ricambio generazionale ha pensato bene di dargli il benservito,immettendo la figlia del presidente Barbara all'interno della stessa per occuparsi della parte gestionale e dirottando Galliani alla parte più spiccatamente sportiva.
86 milioni di euro spesi nell'ultima campagna trasferimenti e 4 allenatori cambiati negli ultimi anni hanno probabilmente indotto Berlusconi a pensare che forse il problema sta proprio nel manico della gestione sportiva,però dovrebbe includere pure se stesso nelle critiche se è vero come dico gli addetti alle cose Milan che l'ultima parola su qualsiasi decisione è la sua...
E' troppo facile,e Berlusconi questa abitudine ce l'ha,.addossare sempre la colpa sull'allenatore di turno,o sui giocatori,o perfino su chi ha sempre gestito la società in tua vece senza ricordare che ad esempio il budget dei rossoneri oggi è neanche paragonabile a quello che aveva il Milan anche soltanto 7/8 anni orsono, ed è pure troppo facile pretendere risultati quando i tuoi collaboratori sono costretti a convivere giornalmente con le tue battutine...Galliani e Mihajlovic avranno sicuramente le loro colpe,probabilmente ne ha di più il primo,ma anche lei caro presidente dovrebbe farsi un bell'esame di coscienza...mi consenta.

Russia 2018,Sudamerica

Grazie alle reti di Mercado ed Angel Di Maria l'Argentina vendica la sconfitta patita nell'ultima finale di Coppa America proprio ad opera del Cile e si rimette in carreggiata nella corsa alla Coppa del Mondo Russia 2018;l'albiceleste era andata in svantaggio a Santiago,ma ha avuto la tenacia e la determinazione di far valere il maggior tasso tecnico nei confronti dei rivali andini,anche se ancora una volta è parsa una macchina da formula 1 che però va come una enduro,incapace diesprimere fino in fondo il suo enorme potenziale offensivo con un Leo Messi che in nazionale non è mai decisivo come al Barcellona.
Negli altri match della nottata pareggio tra Perù e Venezuela con i caraibici bloccati sul fondo della classifica e con una difesa ancora colabrodo;fallisce la cinquina di vittorie l'Ecuador bloccato sul 2-2 interno dal sempre rognoso Paraguay,mentre la Colombia fa il colpo esterno andando a vincere in terra di Bolivia dopo che i padroni di casa avevano recuperato l'iniziale svantaggio grazie alla rete di Cardona al 92'.
Stasera però va in scena il piatto forte di questo round di qualificazioni mondiali,infatti il Brasile ospita l'Uruguay in un match che sempre rimanda alla mitica finale della Coppa del Mondo del 50' che segnò una tragedia nazionale nella storia del Brasile con gli oriental che vinsero per 2-1 negando ad un intero popolo la gioia di festeggiare in casa;curioso il fatto che si ritroveranno uno contro l'altro 2 degli assi azulgrana,ovvero Neymar con il Brasile e Suarez con la maglia della celeste.

Vasco da Gama

Come molte altre socirtà brasiliane dell'epoca in cui fu fondato,anche il Vasco da Gama trae originne dalla passione per il canottaggio che avvampa Rio de Janeiro sul finire dell'ottocento;la sezione calcistica della polisportiva viene creata solamente nel 1915 dalla fusione con il Lusitania;i primi anni di vita sono tutt'altro che incoraggianti,la squadra non decolla  eviene spesso derisa dalle sparute tifoserie avversarie.
Nel panorama del Brasile della prima metà del 900' desta scalpore il fatto che il club apra le proprie porte a giocatori mulatti ed addirittura di colore,creando enorme clamore alla vittoria del torneo carioca nel 23' con una formazione quasi priva di elementi dell'aristocrazia bianca,tanto che gli altri grandi clubs di Rio creano un torneo alternativo che non preveda la partecipazione dei"Cruzmaltinos"bianconeri.
Appianate le divergenze anteguerra,il Vasco inizia a mietere successi in serie nel campionato carioca unico a cui può partecipare essendo lontana anni luce la formazione di un torneo nazionale;ben 8 sono i successi dal 45' al 58' potendo contare nei vari anni su elementi quali Ademir,Vava,Tesourinha ed Almir,e grazie ad alcuni di questi si impone anche nel torneo Rio-Sao Paulo sempre del 58'.
Ad inizio anni 70' esplode l'attaccante Roberto Dinamite che farà del Vasco la squadra della sua vita,portandola a vincere il campionato nazionale del 74' e segnando grappoli di goals lungo un intera carriera potendo contare su un tiro devastante;nel corso degli anni militano poi coi cruzmaltinos altri frombolieri quali Bebeto e Romario fino ad arrivare alla squadra che negli anni 90' agguanta altri due titoli brasiliani e si impone nella tanto agognata Libertadores,portando il club alla pari con gli odiati rivali cittadini del Flamengo.
Celebre è la divisa da gioca che nella sua versione classica e più famosa propone una maglia nera con banda diagonale bianca con al vertice lo stemma in cui svetta una caravella in ricordo del celebre navigatore portoghese da cui la società trae origine,essendo oltretutto molto popolare tra la comunità lusitana residente nella capitale carioca.

Alessandro Del Piero

E' stato il giocatore simbolo di madame a cavallo tra la fine del 900' e la prima decade degli anni 2000,raccogliendo l'eredità di Boniperti e Platini di cui da bambino aveva il poster in camera;l'Avvocato lo soprannomino Pinturicchio o anche Godot,alcuni dei suoi goals sono stati delle vere e proprie pennellate d'autore:avrete capito che parliamo di Alessandro Del Piero,bandiera indiscussa della Juventus con cui ha vinto tutte le competizioni a cui ha partecipato.
Inizia a giocare da professionista al Padova dove era arrivato dal suo paese natale e viene poi segnalato a Boniperti allora alle ultime battute da presidente bianconero prima di lasciare il passo alla triade:possiamo dire che il suo ingaggio è stato l'ultimo atto d'amore del grande Giampiero verso la squadra della sua vita.
Del Piero inizia nella primavera ma viene poi aggregato alla prima squadra e con l'arrivo di Lippi sulla panchina bianconera,complice l'infortunio di Baggio,entra in pianta stabile nel 11 titolare senza più uscirne costringendo il mai troppo amato corregionale a fare le valigie direzione Milan;vinto dopo 9 anni lo scudetto,il suo esordio in Coppa Campioni è da cineteca,e si inizia a parlare dei goals alla Del Piero con palloni calciati a giro sul secondo palo che diventano imprendibili per i portieri.Nel primo lustro in bianconero vince tutto quanto il possibile segnando anche la rete della vittoria intercontinentale a Tokyo sul River Plate
,e fa anche il suo esordio in azzurro dove però non troverà mai particolare fortuna,a causa anche dell'italica mania di assegnare un ruolo fisso anche a chi ruolo per definizione non dovrebbe avere.
Nell'ottobre del 99' è vittima dell'unico grave infortunio che ne pregiudicherà in parte il resto della carriera,rompendosi il legamento crociato del ginocchio;quella che torna è un Pinturicchio diverso,più forte muscolarmente ma senza più quella soave leggerezza che ne avevano contraddistinto i primi anni a Torino,e più di una volta viene messo in dubbio che possa tornare ai livelli della seconda metà degli anni 90'.
La sua rinascita ed in parte quella della Juve avviene il 5 maggio 2002 allor quando i bianconeri vincono uno scudetto da sogno impossibile fino a 5 giornate dal termine,mandando in tripudio l'intera Italia che tifa zebre:di li negli anni a seguire rimane sempre un punto fermo della società torinese ma deve affrontare la concorrenza di Ibrahimovic che gli toglie sovente il ruolo di titolare specie con Capello in panchina.
Quando avviene il famoso scandalo di calciopoli con la retrocessione d'ufficio dell Juve in Serie B si salda per sempre il rapporto d'amore con la vecchia signora,dato che un Del Piero ormai trentaduenne invece di abbandonare la barca come fanno altri compagni,rimane fiero ed orgoglioso di ciò che rappresenta;gli anni che seguono sono di sofferenza per una madama che non è più tale,ma all'ultimo giro di pista Alex riesce a cucirsi ancora uno scudetto addosso prima di lasciare quasi costretto da un società forse non riconoscente fino in fondo per ciò che ha dato.
Con la nazionale partecipa apiù campionati europei e Coppe del Mondo senza però riuscire mai ad esserne il leader,ma con gli azzurri si laurea comunque campione del mondo a Berlino mettendo la ciliegina su una grande carriera,nell'attesa in futuro di un ritorno a casa...Juve.

giovedì 24 marzo 2016

Enzo Francescoli

Uno dei più forti giocatori di sempre dell'Uruguay,strano ma vero,non ha mai giocato ne con il Penarol ne con il Nacional le due grandi storiche del calcio oriental;Enzo Francescoli inizia con il Wanderers Montevideo formazione di medio cabotaggio senza particolari ambizioni, edopo un paio di stagioni in prima squadra prende la via dell'Argentina firmando col River Plate dove al primo colpo si laurea capocannoniere del campionato.
Giocatore di fine tecnica anche se forse un filo lento per gli standard del calcio moderno,vive stagioni di grande spolvero in riva al Rio de la Plata vincendo però solamente un titolo e cosi quando si presenta a sorpresa il Racing Club de France,squadra che nelle intenzioni di Jean Luc Lagardere doveva diventare una grande del panorama europeo,non ci pensa molto e fa le valigie per il vecchio continente.
Le cose a Parigi non vanno però come si sperava,Francescoli è si il faro di una squadra che però naviga nella mediocrità nonostante la presenza di nazionali francesi e di campioni come il tedesco Littbarski,e di certo il clima della Ligue 1 non è certo quello infuocato di River-Boca;rimane tre stagioni senza vincere nulla prima di trasferirsi a Marsiglia alla corte di Tapie dove ritrova in parte l'atmosfera del calcio che conta,ma risulta essere solo il surrogato di unpresidente che voleva Maradona e cosi valigie di nuovo in mano destinazione Cagliari dove in una colonia di connazionali si esprime per alcune stagioni ad un buon livello.
Chiude in Europa al Torino e poi torna per riprendere da dove aveva lasciato con il River Plate,guidandolo alla conquista della Coppa Libertadores prima di terminare la carriera e divenire dirigente dello stesso club biancorosso;in nazionale rappresenta per anni la bandiera più alta del calcio uruguayo riuscendo ad arrichhirne la bacheca con 2 Copp e America di cui la seconda conquistata al Centenario contro il Brasile fresco campione del mondo.

El Shaarawy

In un panorama calcistico nazionale sempre più povero di talenti,soffocato dall'enorme massa di stranieri di peraltro dubbia qualità,un peccato mortale sarebbe lasciasi scivolare tra le mani Stephan El Shaaarawy,messosi in evidenza fin da giovane con il Genoa e poi approdato al Milan dopo un intermezzo in prestito al Padova.
Quando debuttò in maglia rossonera a San Sro confermò subito quanto si era detto di lui mettendosi in bella evidenza in una formazione che non era già pù quella dei tempi d'oro dopo le cessioni di Thiago Silva ed Ibrahimovic;poi qualcosa si è rotto a detta dell'ambiente,mentre molto più semplicemente a mio modo di vedere è successo quello che succede a molti calciatori di quell'età,ovvero dopo un boom iniziale e l'acquisita notorietà serve loro un giusto tempo per metabolizzare il tutto,cosa che naturalmente famelico mondo del pallone italico puntualmente non avviene,con il rischio di perdere anche quei pochi giocatori buoni che riusciamo a produrre.
Dopo il primo ingaggio di Balotelli,vuoi per problemi di convivenza tecnica vuoi per problemi caratteriali,vuoi anche per via del lungo infortunio che lo costrinse ai box,il Milan si convinse che il giocatore non rientrava più nei suoi standard e dopo averlo pian piano relegato tra le riserve,nell'estate scorsa decise di darlo in prestito al Monaco sperando poi che i rivieraschi lo riscattassero.L'esperienza francese non è stata delle nigliori con un impiego a singhiozzo e la messa in disparte per non essere costretti all'acquisto definitivo stanti gli accordi col Milan;quando a gennaio si è fatta avanti la Roma si è parlato di ultima spiaggia per un ragazzao di 23 anni!!!!!
Fortunatamente con l'arrivo di Spalletti l'antico talento dell'italo egiziano pare essersi risvegliato tacitando i soliti parlatori a vanvera e riconsegnando al calcio azzurro un giocatore che potrà fare molto molto bene alla causa della nazionale,poi per quanto riguarda il Milan chissà...

Johan Cruijff,tributo ad una leggenda


Ciao Johan

"Preferisco vincere 6-5 che 1-0."..in questa frase si può forse riassumere la filosofia calcistica di Johan Cruijff,da sempre improntata alla ricerca del bel gioco più che del risultato che dev'essere il prodotto di quanto si fa in campo.Johan se ne è andato oggi dopo lunghi mesi di sofferenza,ma in uno dei suoi ultimi messaggi aveva ancora una volta esternato il suo ottimismo nonostante tutto;lui per chi scrive era il calcio...quello vero,quello fatto di tecnica,passione e belle giocate dove l'avversario va affrontato e battuto dimostrandogli di essere superiori,non attraverso stratagemmi o inganni di cui la nostra patria italica è maestra.
E' inutile nasconderlo,il personaggio era un tantino arrogante ma forse soltanto per chi si fermava ai titoli,mentre andando a scavare più a fondo si capiva che quello che esternava al mondo era il suo pensiero,e spiegava nche perchè secondo lui le cose dovevano andare in una certa maniera.Che lo si amasse come me o lo si odiasse,è stato comunque la personalità che più di ogni altra ha influito sul gioco del calcio prima come giocatore e poi come allenatore;nessuno come lui ha dato cosi tanto in termini di vera sapienza calcistica, anche se ad esempio alle nostre latitudini era un pò sbeffeggiato soprattutto dopo Milan-Barcellona 4-0 nella finale di Coppa Campioni ad Atene del 94', e come dicevo se ci si ferma ai titoli certe senza andare al sodo certe sue frasi possono essere interpretate come arroganti.
Ha accompaganto per mano la nascita del Grande Ajax e di tutto il calcio olandese fino ad allora sconosciuto,è stato l'alfiere di una generazione di fenomeni che ha dato vita al"calcio totale"determinando la più grande rivoluzione nella storia del gioco;si è trasferito a Barcellona divenendo simbolo della città e della Catalogna tutta soprattutto quando battezzo suo figlio col nome del patrono Jordi.
Da allenatore ha ripercorso lo stesso cammino ridando vita all'Ajax negli anni 80' e tenedo a battesimo il suo figlioccio Van Basten prima di tornare in blaugrana per dare forma a quello che venne definito il"dream team"del calcio,una squadra che pensava allo spettacolo prima che al risultato;il tanto decantato Barcellona di oggi è figlio di ciò che lui impose come filosofia quando allenava,ed ora Messi e compagni stanno raccogliendo i frutti di ciò che lui seminò 25 anni fa.
In dimenticabili rimarranno le sue fughe repentine,figlie più di una velocità di pensiero che di gambe,frenate e poi rilanciate ubriacando l'avversario di turno,leggendario il suo n°14 indossato fin da bambino,forte ed incisiva la sua personalità che ne facevano un leader nato in ogni ambito,e grande la sua umanità nell'aiutare chi era meno fortunato.
Oggi se ne è andato uno dei più grandi di sempre,sicuramente il n°1 per come ha influito sullo storia del calcio:in mezzo a tanti falsi profeti,oggi è volato in cielo IL PROFETA DEL GOAL...

CIAO JOHAN

mercoledì 23 marzo 2016

Sporting Lisbona

La storia dello Sporting Clube do Portugal,meglio noto come Sporting Lisbona inizia nel 1906 quando un gruppo di sostenitori del Benfica,dopo aver contestato pesantemente il presidente dell'epoca Damiano,decide di fuoriuscire per fondare un'altro club che diveerà pure esso una polisportiva.
Nei primi anni di vita il maggior promotore dei leoni biancoverdi è Jose Alvalade a cui in seguito verrà intitolato lo stadio dove tutt'ora gioca la seconda squadra della capitale portoghese;fino all'inizio degli anni 40' l'attività in Portogallo è poco più che amatoriale e circoscritta alla sola Taca Portugal,una sorta di torneo nazionale ante litteram in cui spicca con la maglia dello Sporting Fernando Peyroteo considerato ancora oggi come uno dei massimi bomber nella storia del calcio lusitano.
Con l'inizio della decade tristemente segnata dalla seconda guerra mondiale i biancoverdi fanno inesorabilmente calare il loro dominio sul calcio del paese atlantico,vincendo campionati e coppe nazionali a grappoli e venendo infastiditi soltanto dai progenitori del Benfica e molto saltuariamente dal Porto,è quella l'epoca d'oro del club che continua a vincere anche negli anni 50' e 60' ma con minor frequenza,sovrastato dalle aquile rosse concittadine e dai dragoni del nord del paese.Nel corso degli anni grandi bomber come Jordao,ottimi centrocampisti come Travacos e giovani virgulti come Cristiano Ronaldo vestono la maglia dei leoni ma ripetere i fasti del passato risulta impresa impossibile e lo Sporting si limita a qualche sporadica gioia da regalare ai suoi tifosi.
L'unico alloro europeo colto dal team lusitano è la Coppa delle Coppe 1964 vinta dopo un doppio match contro gli ungheresi del Mtk Budapest,ripetizione resasi necessaria dopo il 3-3 della prima partita.

Rob Rensenbrink

In molti in Olanda e non solo sono convinti che con Rob Rensenbrink nelle migliori condizioni fisiche la finale mondiale del 74' avrebbe avuto un'altro esito invece di finire ad appannaggio dei tedeschi;il forte attaccante della nazionale orange era stato toccato molto duro durante l'ultimo match del girone di semifinale contro il Brasile,tanto che nell'intervallo del match iridato venne sostituito lasciando la nazionale dei tulipani senza un'importante bocca da fuoco offensiva.
Il nostro eroe è nato ad Amsterdam proprio negli stessi anni in cui sbocciavano anche gli altri fuoriclasse di quella fantastica squadra,ma a differenza loro non fini nel settore giovanile dell'Ajax bensi in quello ben più modesto della seconda formazione cittadina,il Dws il cui presidente in seguito si rifiutò sempre di cederlo ai maggiori clubs olandesi una volta che Rensenbrink era esploso.
Impossibilitato a competere al massimo livello nella terra natia,l'ala sinistra di Amsterdam dovette cercare fortuna in Belgio al Bruges dove il suo presidente lo cedette per la metà dei soldi che gli offrivano in Olanda,quando si dice l'ottusità...nelle Fiandre Rensenbrink si mette subito in bella evidenza grazie al suo fisico aitante ed al suo gioco molto spettacolare ma al tempo stesso altamente efficace.
Dopo qualche stagione al Bruges viene acquistato dall'Anderlecht dove finalmente può mettere in mostra tutto il suo formidabile repertorio ma nonostante ciò il team biancomalva primeggia più nella coppa che non in campionato,ma proprio grazie a questa peculiarità  la formazione di Bruxelles riuscirà nella seconda metà degli anni settanta a vincere nell'arco di tre stagioni ben 2 Coppe delle Coppe ed altrettante Supercoppe europee detronizzando il teams che l'anno precedente avevano vinto la Coppa dei Campioni,ed in queste manifestazioni grande protagonista e sublime goleador è sempre Rensenbrink.
Oltre alla Coppa del Mondo del 74' l'attaccante di Ansterdam partecipò anche lla spedizione Argentina dove gli olandesi cedettero in finale proprio ai padroni di casa dopo che Rensenbrink aveva colpito un palo proprio negli ultimi istanti dei tempi regolamentari,e da quel momento la gara si volse a favore dei gauchos.
Conclusa l'esperienza belga se ne andò a cercar fortuna nella Nasl come molti assi dell'epoca prima di terminare la carriera al Tolosa in Francia.

Francia 2016,quali prospettive?

Inizia domani sera in quel di Udine la marcia di avvicinamento della nostra nazionale alla rassegna continentale di giugno e luglio,e l'avversario scelto è di quelli tosti davvero perchè affronteremo la Spagna che quattro anni fa in finale ce le suonò di santa ragione;in questo periodo non è che siano sbocciati molti talenti nel panorama calcistico italiano e per di più in mezzo c'è stato il fallimento di Brasile 2014 con l'avvicendamento inpanchina tra Prandelli e Conte.
La presenza dell'ex tecnico juventino a guidare gli azzurri dovrebbe essere garanzia di impegno e risultati,ma si sa che in campo ci vanno i giocatori ed i nostri a parte qualche eccezione non sono certo di primissimo piano ora come ora;quello che forse più preoccupa è la mancanza di leadership e personalità specie in avanti,con il solo Buffon che ha il carisma dei grandi del passato.
Le migliori garanzie vengono senza dubbio dal reparto arretrato in cui oltre al portierone ci sarà tutta la linea difensiva bianconera,che però se si è dimostrata di ferro in Italia non altrettanto si può dire in campo europeo e dietro i titolari non c'è chi possa dare garanzie in caso di necessità anche perchè Conte non pare intenzionato a portare Romagnoli per fargli fare il salto nella nazionale maggiore,ed anche in porta a parte Buffon qualità ad alto livello non ne abbiamo visto che oltretutto Sirigu viene da una stagione in panchina al Psg.
A centrocampo congedato Andrea Pirlo e pare non nelle future convocazioni Andrea De Rossi,ci dobbiamo affidare a Verratti sperando possa guarire dalla pubalgia che lo sta affligendo e a Marchisio che giocando nella Juventus match di alto livello è abituato a giocarne;per il resto tante incognite a a partire da Soriano e Bertolacci mai visti in competizioni di tale caratura passando per un Montolivo che non ha mai fatto il salto di qualità che ci si attendeva da lui.
In avanti la situazione è forse ancora più critica dato che il bomber cui ci affidiamo è in realtà...brasiliano,ed oltretutto dopo il passaggio all'Inter pare aver smarrito pure lui la via della rete;l'ottima stagione di Insigne ci fa ben sperare ma poi ne Pellè,ne Immobile ne Destro e Zaza possono essere quelle bocche da fuoco di cui la nostra nazionale avrebbe bisogno per ergersi a protagonista.Staremo a vedere se qualche nota lieta arriverà dal ritrovato El Shaarawy e dal giovane virgulto viola Bernardeschi.
Tirando dunque le somme direi che il passaggio del turno è certamente alla nostra portata,poi però dipenderà molto dal sorteggio cui ci dovremmo nel caso affidare perchè le nostre forze Conte o non Conte non sono certo al livello delle migliori formazioni del vecchio continente.

martedì 22 marzo 2016

Higuain

Gonzalo Higuain ed il Napoli saranno ancora una cosa sola nella prossima stagione?La domanda sorge spontanea dato che il pipita sta facendo una stagione stellare ma ancora concrete proposte di rinnovo contrattuale non gli sono giunte,e forse non è un caso che anche il tecnico Sarri sia in teoria ancora in bilico per la prossima annata.Non è un mistero che l'argentino abbia legato con l'allenatore toscano come forse con nessun altro ha fatto in carriera, ed il fatto che De Laurentiis temporeggi sull'esercitare l'opzione che ha in mano qualche dubbio potrebbe farlo sorgere anche al capocannoniere del campionato.
Vicino ai 30 anni,una soglia spartiacque nella carriera di un calciatore,il buon Gonzalo sarà assieme a Cristiano Ronaldo e ad Ibrahimovic il pezzo forte del prossimo calciomercato e da tempo Arsenal,Bayern ed altri sono sulle sue tracce nonostante la clausola rescissoria monstre che lo lega ai partenopei;la possibilità di tornare a giocare da protagonista la Champions League oltre all'ultimo lucroso contratto della carriera,potrebbero fargli prendere la strada che porta via dall'Italia anche perchè il presidente del Napoli soltanto a parole ha promesso di rinforzare la squadra,ma nei fatti ha dimostrato anche nel mercato di gennaio che non è cosi.
La vittoria o meno dello scudetto sarà forse la discriminante da ambo le parti per la decisione da prendere in futuro,consci del fatto che una stagione come questa ben difficilmente potrà ricapitare.