sabato 30 aprile 2016

Rafa Benitez

Con la vittoria odierna il Newcastle allenato da Rafa Benitez sarebbe al momento salvo,situazione che solo qualche settimana fa all'arrivo del tecnico iberico pareva impensabile;mancano ancora due partite al termine della Premier League ma il trend è sicuramente positivo e fa ben sperare.
Condizione strana quella dell'allenatore ex Valencia, vincente ed acclamato ad inizio della prima decade del duemila e caduto quasi in disgrazia ora;l'esonero avvenuto quest'anno al Real Madrid è infatti solo l'ultimo episodio di una serie che fanno pensare che il tecnico madrileno abbia perso quell'aurea di magia che loha contraddistinto per molto tempo.
Dopo i successi ottnuti al Mestalla ed aver riportato ai fasti antichi il Liverpool(senza però andare nemmeno mai vicino a vincere la Premier),sono arrivati il fiasco con tanto di esonero all'Inter reduce dal periodo Mourinhiano,il quasi fallimento al Chelsea,le stagioni in chiaroscuro al Napoli ed appunto il clamoroso flop alla casa blanca.Depositario di un calcio che non è mai stato troppo amato la dove ha allenato,ha secondo alcuni il difetto evidente di pretendere laddove va a lavorare di portare con se una pletora di assistenti e di volere in ogni caso almeno 3/4 giocatori spagnoli cui da tutta la propria fiducia a s apito dei talenti locali magari.
Quella del Newcastle pare essere in ogni caso una soluzione di ripiego perchè difficilmente rimarrà anche in caso di salvezza,però è altrettanto difficile che trovi un'altra squadra di top level pronta acredere in lui e ad affidargli un progetto tecnico che comporti notevoli esborsi di capitale.

Euro 2016:Turchia

Torna ad affacciarsi ad un'importante avvenimento internazionale la Turchia che mancava giusto da Euro 2008,edizione nella quale a sorpresa il team del Bosforo chiuse al terzo posto;di quella squadra non è rimasto praticamente più nulla,ed il solo capitano Arda Turan era presente tra gli attuali con le vesti di titolare nella formazione che giocò in Svizzera ed Austria.
Quello che sta vivendo attualmente il calcio turco è un periodo strano,come del resto lo sta vivendo il paese sempre in bilico tra occidente ed oriente,perchè alle ambizioni dei maggiori clubs che ingaggiano campioni stranieri spesso scartati da tornei più importanti non fa seguito la crescita di giovani talenti locali in grado di rinverdire i fasti dei primi anni 2000.
Quella affidata ancora una volta a Fatih Terim sarà una nazionale super abbottonata che cercherà di sfruttare al meglio le occasioni che avrà a disposizione sperando di ripetere almeno in parte il miracolo dei dirimpettai graci nel 2004 in Portogallo.
A guardia della porta avremo Volkan Babacan estremo difensore del Fenerbahce che è attualmente la miglior squadra di Turchia ben rappresentata anche in questa nazionale:difesa arroccata attorno all'esperienza di Gokhan Gonul ed Hakan Balta che sono i due giocatori con maggiore credito anche a livello internazionale della retroguardia.
A centrocampo fari puntati su Nuri Sahin,giocatore che a suo tempo rifiuto la chiamata della Germania per indossare la maglia della sua nazione di origine ma che mai è esploso definitivamente;con lui Inan ed il capitano Arda Turan che nel Barcellona ovviamente fa la riserva ma che qui può avere un ruolo fondamentale per i giovani.
Davanti serviranno e tanto i goals di Calhanoglu stella del Bayer Leverkusen che verrà affiancato dal"cinese"Burak Yilmaz nel cercare di perforare le difese avversarie,compito non facile visto il basso tasso tecnico.

Piazzamento finale:Primo turno

Formazione base:Volkan Babacan,Sener Ozbayrakli,Hakan Balta,Arda Turan,Mehmet Topal,Gokhan Gunul,Olcay Sahan,Selcuk Inan,Buruk Yilmaz,Nuri Sahin,Hakan Calhanoglu.

Neymar,niente Copa America

Sono state diramate le pre convocazioni del Brasile e dell'Argentina per la Copa America del Centenario che si svolgerà negli Stati Uniti a giugno e se nell'Albiceleste è confermata la presenza di Leo Messi,nella Selecao come previsto manca il nome dell'ex Santos come da accordi intercorsi tra la federazione brasiliana ed il Barcellona.
Come sovente capita ci sono due scuole di pensiero al riguardo:da una parte chi sostiene la legittimità del club a difendere il proprio patrimonio da eventuali infortuni o affaticamenti eccessivi,dall'altra chi invece sostiene che sia addirittura immorale vietare ad un giocatore di difendere i colori della propria nazionale..
Comunque la si pensi prima o poi la Fifa ed il suo neo presidente Gianni Infantino dovranno intervenire per risolvere la questione che si aggrava specialmente quando in ballo ci sono i giocatori sudamericani o quelli africani che a gennaio,nel pieno della stagione europea, partono per giocare la coppa del loro continente lasciando talvolta in difficoltà i clubs che profumatamente li stipendiano.
Resta da vedere se tale decisione verrà presa bene dal giocatore e specialmente dal suo entourage,padre in testa che si vocifera da più parti spinga il figlio a lasciare Barcellona per divenire la stella incontrastata di qualche ricco club europeo piuttosto che rimanere in blaugrana all'ombra di Messi.
Di certo la vicinanza di tale manifestazione con le Olimpiadi di Rio non ha giovato alla presenza di tutti i campioni previsti,e anche la Conmebol ci ha messo del suo organizzando due edizioni un'anno dietro all'altro;magari saltando la Copa dell'anno scorso si poteva avere più forza verso le società europee per svolgere il torneo di quest'anno a pieno organico.

Euro 2016:Croazia

calcio1870.blogspot.comSi riaffaccia sul palcoscenico continentale la Croazia che a dire il vero non ha mai avuto troppo fortuna  quando si è trattato di affrontare le avversarie vicine di casa:il miglior risultato della formazione a scacchi risale infatti all'edizione inglese di vent'anni fa,quando la formazione che poi si sarebbe classificata terza a Francia 98' raggiunse i quarti di finale.
Quella di quest'anno è una Croazia che fonda le proprie certezze soprattutto a centrocampo ed in attacco dove forte è la presenza di giocatori che militano nelle più forti compagini spagnole ed italiane,mentre la retroguardia lascia più di un ì'incertezza;inserita in un girone in cui la Spagna dovrebbe farla da padrona,dovrà giocarsi le sue chances presumibilmente contro i cechi,anche se nel gruppo eliminatorio non è che abbia entusiasmato.
In porta troviamo il l'estremo difensore del Monaco Subasic dopo che per motivi d'età è stato pensionato il non sempre valido Pletikosa,portiere che prometteva più di quanto ha poi fatto vedere;difesa che conterà sullo stagionato capitano Srna a destra e sull'elemento del Sassuolo Vrsaljko a sinistra,mentre al centro il solo Corluka ha memoria di come si affrontano squadre d'alto livello europeo.
La linea mediana è di gran lunga il reparto migliore,quello che potrebbe dare il là alla Croazia per superare il girone di qualificazione:agiscono infatti a metà campo il brillante Modric,troppo spesso infortunato col Real a dire il vero,ed il fantasioso Rakitic che bene ha sostituito Xavi negli ingranaggi del Barcellona.Di rincalzo occhi puntati su Brozovic dell'Inter e su Kovacic,ex nerazzurro sparito dai radar a Madrid ma dotato di buona classe.
Infine l'attacco dove assieme all'ariete Mandzukic agirà il fiorentino Kalinic,autore di una buonissima prima parte di stagione ma poi persosi come la sua squadra quando contava davvero fare punti;con l'abbandono di Olic a loro sarà affidato il compito di finalizzare il gioco della squadra e di  rinverdire i fasti di Suker,Boban e compagnia.

Piazzamento finale:Ottavi di finale

Formazione base:Subasic,Srna,Vrsaljko,Modric,Lovren,Corluka,Brozovic,Rakitic,Mandzukic,Kalinic,Perisic.


Kenny Dalglish

Quando Kevin Keegan annuncia che lascerà il Liverpool per l'Amburgo,nello spogliatoio dei Reds e tra i tifosi sono giorni di vuoto perchè sembra impossibile che qualcun'altro possa prendere il posto dell'idolo indiscusso della Kop,anche perchè oramai nel mondo del calcio KKK ed i rossi sono indentificati some una cosa sola..
Anemmeno tre mesi dall'addio fa il suo debutto nel Liverpool Kenneth"Kenny"Dalglish,attaccante scozzese proveniente dal Celtic che in poco tempo riuscirà a conquistare i nuovi tifosi:in possesso di una gran velocità,resistenza fisica,fiuto del goal e capacità di leggere il gioco,Dalglish vive di e per il calcio riguardando i match giocati e studiando minuziosamente gli avversari futuri.
Nei biancoversi di Glasgow ha vinto oltre dieci titoli tra campionati e coppe dovendo però rinunciare alla finale di Coppa Campioni 1970 contro il Feyenoord perchè infortunato;scoperto ancora quindicenne dal manager Jock Stein fa il suo debutto in prima squadra nel 68' e tre anni dopo anche in nazionale dove collezionerà 102 presenze condite da 30 reti,partecipando a tre edizioni di  Coppa. del Mondo
Inserito in una squadra collaudata che viaggia come una Formula 1,Kenny da quel tocco di classe che aiuta il Liverpool a divenire potenza incontrastata in Inghilterra tra la fine degli anni 70' e la prima metà degli anni 80';anche in Europa i rossi sono uno squadrone quasi insuperabile vincendo Coppe dei Campioni a ripetizione,e soltanto la tragedia del Heysel mette fine con la squalifica al loro dominio.
Dopo quel disgraziato giorno,Dalglish oramai trentaquattrenne diviene anche manager oltre che giocatore:quel che era stato Keegan lo diventa anche lui,anzi se possibile ancor di più perchè il suo nome e quello della società diventano una cosa sola;ma nel gennaio del 91' quando la squadra appare avviata ad un'altro trionfo accade l'inimmaginabile:in una conferenza stampa annuncia le sue dimissioni,esausto dopo  vent'anni ed oltre di calcio ad alto livello e sfiancato dalle polemiche con Beardsley e tra le rispettive mogli.
Passano pochi mesi ed è di nuovo in panchina col Blackburn che porteà dalla seconda divisione al titolo nel giro di 4 anni prima di dimettersi;seguono esperienze al Newcastle e di nuovo al Celtic(ad interim)prima del ritorno per un breve e nostalgico rendez vous al Liverpool,la squadra di una vita...

giovedì 28 aprile 2016

Mario Corso

In anni in cui l'Internazionale era tale solo nel nome e nelle vittorie ma non nella maggioranza dei suoi componenti,Mario Corso ha rappresentato l'estro e la fantasia inseriti nella rigida disposizione tattica del mago Helenio Herrera;ha fatto parte dello squadrone che negli anni sessanta ha dominato in Europa e nel Mondo rappresentando un'arma tattica importante per scardinare le difese avversarie anche grazie alla sua abilità nel battere i calci piazzati.
Cresciuto in pratica nelle giovanili nerazzurre dopo essersi messo in evidenza in piccole squadre di Verona,ha trascorso tutta la fase importante e significativa della propria carriera con la maglia dell'Inter con cui è stato protagonista per sedici stagioni prima di trasferirsi al Genoa per chiudere la'attività agonistica.
Con Suarez e Mazzola ha rappresentato la vena creativa della formazione di Herrera,sempre attento a livello tattico ma anche capace di inventarsi numeri che mettevano in idfficoltà l'avversario di turno;il suo score quanto a trofeo annovera 4 scudetti,2 Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali in cui fu anche realizzatore.
Tanto è stata fulgida la carriera con la beneamata tanto è stata altalenante quella in azzurro in cui non è ami riuscito ad imporsi come sovente capita a molti calciatori;il suo tabellino conta soltanto 23 presenze condite da quattro reti,poche per un personaggio che nel calcio italiano degli anni 60' ha contato molto.
Ritiratosi dall'attività è stato per pochi mesi anche allenatore dell'Inter in sostituzione di Ilario Cstagner,ma memore anche del suo rapporto altalenante con Herrera decise che la panchina non faceva per lui.

Eintracht Francoforte

Quella dell'Eintracht Francoforte è una storia piena di fusioni,assorbimenti di società già esistenti ed inglobamenti che fanno dell'albero genealogico della società tedesca un groviglio degno dei migliori serial americani o delle telenovelas sudamericane;questo dedalo di incroci da vita all'attuale club solamente nel 1926,gisuto sei anni prima che la società si giochi il titolo di campione di Germania contro il Bayern Monaco perdendo per 2-0.
Per la successiva emersione dall'anonimato bisogna attendere il 1959 quando dopo aver vinto l'Oberliga regionale i rossoneri si aggiudicano il campionato battendo ai supplementari per 5-3 i Kickers Offenbach;questo successo in terra tedesca da il la alla successiva campagna europea che porta l'Eintracht addirittura in finale di Coppa dei Campioni poi persa con un rocambolesco 7-3 contro il Real Madrid,tuttavia ancor oggi per via dell'elevato numero di reti viene definita come la finale più spettacolare.
Dopo questo exploit cala l'oblio assolutosalvo due coppe nazionali negli anni 70',anni alla fine dei quali arriva il successo in Coppa Uefa ai danni dei connazionali del Borussia Moenchengladbach:protagonisti di quella squadra sono i nazionali del 74'Grabowski e Holzenbein,il difensore austriaco Pezzey e l'attaccante coreano Cha Bum Kun..
Da allora altre due coppe di Germania e nulla più pur avendo potuto contare ad inizio anni novanta sul talento di Andreas Moller che poi venne ceduto alla Juventus.

Milan,il caos continua

Oggi c'è stata l'assemblea degli azionisti del Milan con il rinnovo del consiglio d'amministrazione ed il ripianamento dei debiti accumulati da parte di Fininvest che è l'azionista di maggioranza:occasione questa per un confronto tra i rappresentanti della proprietà ed i piccoli azionisti,o almeno cosi speravano quest'ultimi ma le cose non sono andate proprio cosi.
Alle insistenti domande su quali siano le intenzioni della società,sui programmi futuri e sulle voci di possibile vendita del club,l'amministratore delegato Galliani ha tenuto la bocca chiusa adducendo il fatto che il Milan non è quotato in borsa e quindi non ha l'obbligo di rendere pubblici certi dati.
E' questa l'ennesima conferma se mai ce ne fosse stato bisogno di quale sia il trend intrapreso da una società che non molti anni fa era portata ad esempio come gestione ed organizzazione;oltretutto inspiegabile l'assenza dell'altro amministratore delegato ovvero Barbara Berlusconi che già tempo fa ad un meeting con gli sponsor a Milanello si presentò in notevole ritardo.
Sono appunto di questi giorni poi le indiscrezioni secondo cui si starebbe trattando con Jack Ma,proprietario di Alibaba.com ed uno dei maggiori uomini d'affari cinesi,sarà la volta buona?Dopo fantomatici broker e pseudo petrolieri forse stavolta si farà davvero e l'uomo che per 30 anni ha retto le sorti del club rossonero si rassegnerà ad un triste quanto inevitabile tramonto...

Michel Hidalgo

Michel Hidalgo viene ricordato soprattutto per la guida della Francia champagne dei primi anni ottanta,quella di Michel Platini campione d'Europa nel 84';ma la nazionale francese lui l' ha condotta in ben a3 edizioni della Coppa del Mondo che per motivi diversi si sono chiusi in maniera amara per i galletti.
Da giocatore è stato una buona ala destra che ha vestito anche la maglia dello Stade Reims giocando una finale di Coppa dei Campioni;smessi i pantaloncini corti si è seduto in pancheina guidando Monaco e Mentone prima di approdare in federazione come responsabile del settore giovanile prima e secondo di Kovacs poi.
Divenuto selezionatore della rappresentativa maggiore la conduce ai migliori risultati della sua storia fino a quel tempo,con un quarto posto a Spagna 82' perdendo un'incredibile semifinale contro la Germania Ovest,la medaglia d'oro ai Giochi Olimpici di Los Angeles 84' ed appunto la vittoria trionfale nell'europeo casalingo dominato a suon di goals e sfoggiando il centrocampo delle meraviglie formato da Platini,Giresse,Fernandez e Tigana.
Dopo un'altra amara delusione a Messico 86' sempre per mano della Germania,lascia l'incarico in seno alla federazione per accettare l'offerta di Bernard Tapie di diventare Direttore Tecnico dell'Olympique Marsiglia e di sovraintendere alla costruzione del nuovo stadio che però non vedrà mai la luce.

Simeone

L'andata delle semifinali di Champions League ha detto che il Real Madrid senza Ronaldo è una squadra poco più che normale e che l'Atletico è sicuramente la squadra più ostica da affrontare:piaccia o meno ma la formazione di Simeone dopo aver fatto fuori il Barcellona si impone anche al Bayern di Guardiola e adesso per i tedeschi ribaltare il risultato la settimana prossima all'Allianz Arena sarà tutt'altro che facile.
Simeone infonde nella sua squadra la grinta tipica e consueta dei sudamericani pronti a dare battaglia su ogni pallone fino alla morte,rendendo un team abbastanza mediocre tecnicamente una formazione in grado di competere con le maggiori rivali continentali;certo il suo non è un gioco che ammalia e personalmente è quanto di più lontano dal gioco del calcio per me possa esistere però se si gusrda soltanta ai risultati risulta efficace.
Se nel retour match l'Atletico riuscisse a segnare nei primi minuti come fece col Barcellona,l'impresa di rimontare per l'equipe di Guardiola diverrebbe davvero ardua tanto sono strette e compatte le maglie difensive dei clchoneros e quanto son pericolose le fughe in contropiede dei suoi velocisti;se il Bayern vorrà far male dovrà aggirare il muro davanti a Oblak ed isolare negli uno contro uno i vari Ribery,Coman,Douglas Costa per fare superiorità numerica altrimenti sarà durissima.
Se al contrario dovesse essere il Monaco a partire forte e segnare magari andando in vantaggio nelle due sfide,allora vedremo se l'idolatrato Simeone sarà in grado anche di esprimere un'altro calcio oltre a quelle grinta e corsa mostrato dai suoi in questi anni.

mercoledì 27 aprile 2016

Bobby Charlton

E' stato parte dei Busby babes,una fenomenale generazione di giovani talenti che soltanto la sfortuna ha privato della gioia e della gloria di diventare dei campioni:Bobby Charlton era con loro quel 5 Febbraio 1958 quando l'aereo che riportava in Inghilterra il Manchester United si schiantò sulla pista dell'aeroporto di Monaco di Baviera.Da quella tragedia rimase profondamente segnato nel fisico ma ancor più nello spirito,tanto che per un certo periodo non volle più avere niente a che fare con il calcio:il rientro all'agonismo fu lento e richiese molto tempo.
Sir Bobby entrò a far parte della famiglia dello United nel luglio del 1953 quando il padre firmò il suo primo cartellino dopo un colloquio con il manager Busby avuto da lui e dal figlio,entusiasta di poter coronare un sogno;la sua scoperta fu dovut all'osservatore Joe Armstrong che su suggerimento dello stesso Busby andò a vedere una partita della squadra della scuola in cui Charlton giocava,rimanendone entusiasmato per la leggerezza della sua corsa e la potenza con cui calciava a rete a 14 anni.
Per avere il giovane virgulto lo United battè la concorrenza di quasi venti squadre inglesi,potendo cosi contare su di un ragazzo che aveva il calcio nel sangue dato che quattro suoi zii avevano già giocato nella Football League e che suo cugino Jackie Milburn era centravanti della nazionale inglese.
Superata la tragedia di Monaco Charlton e lo United gradualmente si ripresero e Sir Busby riusci a ricostruire dalle fondamenta una squadra che dominò
la scena a metà degli anni 60' divenendo la prima inglese a vincere la Coppa dei Campioni nel 1968 dopo i supplementari di Wembley in cui Charlton segnò una doppietta decisiva;nello stesso stadio due anni prima si era laureato campione del mondo con l'Inghilterra nella famosissima finale contro la Germania Ovest assurgendo quasi ad uomo simbolo di quell'impresa.
L'esperienza di Bobby con la nazionale fu lunga e proficua tanto che segnò il record di reti per la rappresentativa britannica di cui difese i colori anche a Messico 70', a coronamento probabilmente del più bel periodo nella storia della stessa selezione albionica.
Giocò col Manchester United fino al 1972 anno in cui lasciò Old Trafford dopo una quantità enorme di trofei e gloria per chiudere al Preston North End;tornerà al"Theather of Dreams" come ambasciatore nel mondo dei Red Devils di cui compose un meraviglioso trio d'attacco con Best e Law.

Europa lontana

Siamo giunti alla fase finale per quanto riguarda Champions ed Europa League e come è accaduto molte volte negli ultimi anni dell'Italia e delle squadre italiane non c'è traccia:in questi giorni in cui sono in primo piano le trattative o presunte tali per la cessione delle formazioni milanesi,o per l'entrata di altri soci stranieri mi viene da fare una riflessione.
Si parla tanto di brand,investimenti faraonici,contratti televisivi,mercati asiatici etc etc..tutto giusto,tutto legittimo ma forse ci si dimentica di una cosa...il campo,i giocatori ed il loro diventare patrimonio del movimento calcistico nazionale;finchè da noi si perseguirà come unico fine e scopo il vincere sopra e prima di ogni altra cosa saremo sempre legati e schiavi del dio denaro che attualmente dalle nostre parti non abbonda.
Finchè non ci si renderà conto,se mai lo si capirà,che bisogna tornare ad investire ma per davvero nei settori giovanili,a crederci lanciando giovani in prima squadra allora temo che per noi la vita sarà sempre più problematica;è esclusivamente una questione di mentalità da cambiare,di aver voglia di scommettere su qualcuno che ce la può fare, avendo ben presente il fatto che anche alle piante ed ai fiori per sbocciare serve tempo...
Non mi si venga a dire che le formazioni più importanti non possono aspettare i giovani perchè non è vero,e la dimostrazione più lampante viene da Barcellona e Manchester United,due delle formazioni più vincenti d'Europa che puntualmente lanciano i loro ragazzi tra i grandi;cari direttori generali ed allenatori dimostrate un pò di coraggio e soprattutto preparazione nel valutare questi giovani,e date a loro e al calcio italiano una chance di competere...se lo meritano entrambi.

Mercato Inter

Con il campionato oramai in dirittura d'arrivo,l'attenzione di società e tifosi si sposta inevitabilmente sul calciomercato,contagio collettivo che appasiona ed aiuta a trascorrere le giornate sotto l'ombrellone in attesa del ritorno del calcio giocato.
L'Inter dopo il buon campionato disputato,campionato che fino a Natale poteva considerarsi ottimo,punterà quest'anno più sulla qualità che non sulla quantità degli acquisti visto che il grosso del lavoro è già stato fatto la scorsa estate;se verrà confermato l'accordo con i cinesi affluiranno nelle casse soldi freschi che verranno in parte convogliati per fare quel salto di qualità che porti a lottare per lo scudetto.
In porta manco a dirlo è confermatissimo Handanovic che in più di un'occasione ha salvato i nerazzurrri specie nella prima parte della stagione;su di lui l'anno scorso c'era l'Arsenal che poi ha preferito virare su Cech mentre il bosniaco ha rinnovato con reciproca soddisfazione:resta da vedere se il suo secondo sarà ancora Carrizo che potrebbe tornare in Argentina.
La difesa è stata cementata con Miranda e Murillo al centro mentre è apaprsa ancora fragile sugli esterni che non garantiscono ne in fase di spinta nè in fase di contenimento;uno dei primi obiettivi pare Vrsaljko del Sassuolo che pareva destinato alla Juve la scorsa stagione,mentre se proprio dovesse arrivare un'offertona per Murillo il nome su cui virarae è quello di Skrtel,uomo esperto che al Liverpool non trova più spazio come un tempo.
Il centrocampo abbisogna di fosforo perchè si è dimostrato poco adatto a rifornire adeguatamente il reparto avanzato,e qui il sogno proibito si chiama Lucas Biglia,giocatore seguito da tempo dal Manchester United:se gli inglesi decideranno di puntarci forte l'Inter dovrà gioco forza farsi da parte,però è certo che con lui molti problemi sarebbero risolti.Sempre in mezzo al campo torna in auge dopo un pò di tempo il nome di Soriano,promesso al Napoli,seguito dal Milan su suggerimento di Mihajlovic ma di fatto ancora alla Sampdoria:il suo può essere un'inserimento di corredo che apporterebbe anche delle varianti tattiche.
In fine il reparto avanzato dove Jovetic si dice sia voluto all'Atletico Madrid da Simeone,ma il nome in entrata al momento più caldo è quello di Manolo Gabbiadini nell'ottica anche di rendere finalmente un pò più italiana la beneamata:sulle fasce molto difficile Candreva per cui Lotito spara cifre assurde,mentre molto più abbordabile un'usato sicuro come Nani;occhio a Perisic che è fortemente appetito in Premier specie dall'Everton.

martedì 26 aprile 2016

Pietro Anastasi

Cresciuto calcisticamente nel Varese,trascorre gli anni migliori della propria carriera alla Juventus dove rimane per otto stagioni a cavallo tra gli anni sessanta e settanta,prima di passare all'Inter ed all'Ascoli e chiudere la parabola agonistica in Svizzera al Lugano;Pietro Anastasi è stato uno dei migliori attaccanti italiani nel periodo in cui le frontiere erano chiuse e c'era spazio per vedere sbocciare i nostri talenti.
Siciliano di Catania abbandona giovanissimo la sua terra per cercare fortuna al nord e dopo appunto essere transitato per Varese approda a quella che sarà la squadra in cui otterrà maggiori successi ovvero la Juventus:in bianconero vincerà tre campionati e disputerà le finali di Coppa delle Fiere,di Coppa dei Campioni ed Intercontinentale diventando anche capitano nelle sue due ultime stagioni.
In nazionale la sua storia non è stata particolarmente fortunata femandosi a 25 presenze ed 8 goals,ma ha comunque fatto parte della formazione che ha vinto il campionato europeo casalingo del 1968;saltato per un banale incidente Messico 70',partecipa alla coppa tedesca del 74' dove scende in campo in tutti e tre gli incontri disputati dall'Italia.
Attaccante di discreta tecnica e grande estro,abbinava a queste doti una grande velocità ed uno scatto molto pronto che gli permettevano di essere mobile in campo e quindi difficilmente marcabile;cresciuto nel mito di John Charles,con quest'ultimo condivideva la generosità in campo che lo portava a lottare su ogni pallone facendolo amare dai tifosi.
Chiusa la carriera agonistica si stabilisce a Varese e per un lungo periodo partecipa come opinionista atrasmissioni televisive dedicate al calcio.

Real Saragozza

Il Real Saragozza merita un posto tra i grandi clubs del calcio mondiale per due vittorie che sono rimaste però bagliori isolati in mezzo ad una storia fatta di alti e bassi,spesso relegando la squadra in seconda divisione;la fondazione avviene nel 1932 dall'unione di Saragozza ed Iberia che erano i due sodalizi esistenti in città.
Salito in prima divisione nel 1940 ottiene solamente nel 1960 il primo podio in campionato alle spalle delle due formazioni di Madrid, e proprio negli anni sessanta arrivano alcuni dei maggiori successi grazie alle due vittorie in Copa del Rey prima dell'exploit in Coppa delle Fiere del 1964 grazie soprattutto al centravanti Marcelino Cao e all'ala Lapetra.,oltre alla presenza di Canario che anni prima aveva fatto parte del grande Real Madrid delle cinque Coppe dei Campioni.
A quel periodo di successi seguono anni di magre continuate,interrotte dalle vittorie ancora nella coppa nazionale del 1986 e poi dal tris ad inizio anni 90:l'ultima di queste vittorie da l'accesso alla Coppa delle Coppe 94'-95' che il Saragozza vince a sorpresa battendo il favorito Arsenal nella finale di Parigi grazie ad un goal rimasto famoso di Nayim da centrocampo.
L'anno seguente la Supercoppa contro l'Ajax si trasforma in una via crucis e da allora la formazione aragonese non mette più il naso fuori dai confini nazionali,cadendo dopo qualche tempo in seconda divisione da cui periodicamente riemerge soltanto per qualche breve periodo.

Semifinali Champions

Vanno in scena tra oggi e domani le semifinali di Champions League, aperte ora più che mai ad ogni pronostico visto che il super favorito Barcellona è stato eliminato ad opera dell'Atletico Madrid nei quarti di finale.
Si comincia a Manchester dove l'ex Red Devil Cristiano Ronaldo guiderà le merengues alla caccia della finale che potrebbe voler dire undicesima coppa,ma sulla loro strada troveranno un City che oramai concentra tutte le proprie energie su questa competizione dopo aver eliminato nel derby dei petrodolaari il Paris Saint Germain;il Kun Aguero è l'uomo che deve fare la differenza in casa Citizens,supportato dallo spagnolo David Silva e dal belga De Bruyne super spesa della scorsa estate dal Wolfsburg.
In cas madridista si spera che l'asso portoghese abbia recuperato dall'infortunio patito la scorsa settimana perchè dai suoi piedi passa la possibilità o meno per il Real di ottenere la qualificazione alla finale;da notare che si affrontano due squadre in cui la difesa non è certo il reparto più forte.
Domani invece Atletico-Bayern rischia di essere una fotocopia della partita giocata dai colchoneros contro il Barcellona,coi tedeschi che sicuramente cercheranno di prendere in mano il pallino del gioco e la squadra di Simeone chiusa e pronta a ripartire in contropiede;sull'impresa compiuta nei quarti si è spaccata la critica tra chi ha elogiato il tecnico argentino e chi lo ha tacciato di bieco difensivismo.
Sulla sponda tedesca si puntava ad arrivare qui con la Bundesliga già in tasca,ma la vittoria proobabilmente è solo rimandata a sabato prossimo:Guardiola prima di traversare la Manica vorrebbe lasciare Monaco anche con la coppa dalle grandi orecchie oltre al bel calcio, ed i suoi uomini cercheranno di accontentarlo ma dovranno fare estrema attenzione a non scoprirsi nei momenti sbagliati se non vogliono fare la fine dei blaugrana catalani.

Platini riabilitato

La commissione etica della Fifa che aveva sospeso Michel Platini per 6 anni da ogni funzione dirigenziale nell'ambito della stessa Fifa e dell'Uefa ora fa marcia indietro  facendo cadere le accuse che di fatto avevano tarpato le ali all'ex fuoriclasse francese nella corsa alla poltrona di presidente della federcalcio mondiale,posto poi occupato dal suo delfino Gianni Infantino.
La vicenda è nota,si tratta di presunti pagamenti irregolari effettuati dall'ex plenipotenziario Fifa Joseph Blatter a Platini riguardanti delle consulenze effettuate da Le Roi nel periodo che va dal 1999 al 2002;ora la prossima tappa per la riabilitazione totale del proprio buon nome Platini la dovrà effettuare al Tas di Losanna venerdi di questa settimana.
Riguardo a questa vicenda una cosa che balza certamante agli occhi è la tempistica:la sospensione per Michel Platini è arrivata proprio in concomitanza dell'elezione del presidente Fifa impedendogli di fatto di prendervi parte;risulta molto strano il fatto che questi presunti pagamenti saltino fuori ad anni di distanza e soltanto perchè è stata la magistratura americana a togliere il coperchio sul malaffare che da almeno un ventennio regna al quartier generale di Zurigo.
Staremo a vedere nel caso di assoluzione da parte del Tas quali saranno le prossime mosse che farà il presidente dell'Uefa,uomo che ha sempre amato ilcalcio ma che da politico ha dovuto suo malgrado piegarsi  ad interessi che alla fine ne hanno minato in parte l'opera di rinnovamento che voleva portare avanti.

lunedì 25 aprile 2016

Arsenio Erico

E'stato il più forte attaccante paraguaiano della storia,chiamato"paraguayto humilde",il piccolo paraguaiano umile:nella realtà dei fatti Arsenio Erico piccolo di statura non lo era affatto se consideriamo che la sua carriera di svolse negli anni 30' e 40' e sicuramente piccola non è stata la sua carriera di implacabile bomber.
Giunto all'Independiente di Avellaneda appena diciannovenne dal Nacional di Asuncion,disputò tutta la parte significativa della propria attività agonistica col"diablo rojo"mettendo a suon di goals la sua firma sui primi due titoli vinti dai rossi:il suo ingaggio avvenne dopo una tourneè organizzata dalla croce rossa atta a reperire fondi per l'esercito guarani impegnato contro la Bolivia nella guerra del chaco che insanguinò il Sudamerica negli anni 30'.
Grandissimo colpitore di testa ma anche abili  a destreggiarsi negli spazi brevi che le difese avversarie gli concedevano,peccava avolte di presunzione nel voler fare per forza goal belli disdegnando a volte la stoccata di potenza dalla media distanza,cosa che di solito è nel repertorio di un'attaccante.
Per ben tre campionati consecutivi realizzò molte più reti di quante furono le partite che giocò,aiutato dai compagni di reparto De La Mata e Sastre che lo metetvano in condizione di colpire i portieri:alla fine della sua avventura con il"diablo ganador"(diavolo vincitore)saranno ben 293 i goals messi a segno,un numero impressionante che però racconta solo in parte chi sia stato Arsenio Erico per l'independiente e cosa abbia rappresentato per il calcio argentino nel suo insieme.

Bayern,spesa sotto casa

Bayern Monaco già proiettato nell'era Ancelotti con l'ingaggio ufficializzato oggi di Hummels dal Borussia Dortmund:è questa l'eenesima operazione"casalinga"compiuta dalla dirigenza bavarese che nekl corso degli anni ha dimostrato di preferire di gran lunga l'usato sicuro della Bundesliga piuttosto che improbabili avventure in mercati poco noti.
Non è una novità dunque il fatto che Rummenigge e soci vadano a prelevare giocatori negli altri clubs tedeschi,e questo presenta due evidenti vantaggi per la società bavarese:innanzitutto toglie alle possibili concorrenti giocatori fondamentali che dunque vanno in qualche modo ad indebolirle,ed in secondo luogo possono ridurre al minimo il rischio di mancato inserimento nella realtà di Monaco.
Se andiamo a vedere moltissimi sono gli uomini di alto livello passati nelle fila dei rossoblu nel corso degli anni:

Dal Werder Brema sono arrivati Herzog,Klose,Basler,Pizarro

Borussia Dortmund:Lewandowski,Goetze,Hummels

Schalke:Neuer

Colonia:Podolski

Stoccarda:Gomez

Sono questi solo alcuni esempi atti a dimostrare la politica del club bavarese che punta prima di ogni altra cosa a comprare tutti i migliori giocatori tedeschi disponibili sul mercato,prima di guardare a mercati di oltre frontiera che alcune volte possono essere ingannatori;soltanto con l'arrivo di Guardiola si è guardato al Mediterraneo con Xabi Alonso,Javi Martinez e Thiago Alcantara,staremo ora a vedere se Ancelotti darà un'ulteriore svolta verso sud alla società di Beckenbauer e Rummenigge.

Palmeiras

Il Palmeiras nasce in realtà col nome italianissimo di Palestra Italia per volere di alcuni appasionati paulisti rappresentanti la foltissima comunità di connazionali che sul finire del 800' si è stabilita nellao stato e nella città di Sao Paulo:motivo scatenante di tanta passione la contemporanea tourneè in terra paulista di Torino e Pro Vercelli su invito delle due leghe che in quel periodo guidavano distintamente il movimento nella regione.
Detto fatto il nuovo club,stesi statuto(rigorosamente in italiano)e scelta la maglia di gioco,inizia a scendere in campo con formazioni si di matrice italiana ma aperte anche a brasiliani di altre etnie;passano pochi anni e la società di Parque Antartica si propone come una delle più forti potendo contare tra gli altri su Bianco,giocatore poi convocato anche nella Selecao.
Vinti i primi titoli paulisti e raggiunta fama nazionale,si presenta lo stesso problema del Cruzeiro a Belo Horizonte,ovvero il nome che mal si sposa con il fatto che il Brasile è in guerra con i paesi dell'asse tra cui l'Italia:il fastidio iniziale diventa vera e propria acredine tanto che la società italiana è accusata di essere addirittura fascista;non trovando via d'uscita il nome viene cambiato in Palmeiras prima della finale del Paulistao del 1942 contro il Sao Paulo.
Passata la parentesi bellica il team si consolida ai vertici lanciando oltre al centravanti Tozzi un giovane oriundo tale"Mazola":costui altri non è che Jose Altafini che dopo la Coppa del Mondo del 58' prende la via dell'Italia consentendo al Palmeiras con il ricavato dalla sua cessione di allestire una squadra che annovera Djalma Santos,Julinho e Tupazinho oltre a Vava;arrivano in quegli anni due finali Libertadores perse contro Penarol ed Estudiantes oltre a numerosi altri successi.
Con i primi anni 70' si esaurisce lo slancio dei verdi che conquistano due Brasilerao con il portiere Leao e Luis Pereira prima di rientrare nei ranghi per circa tre lustri:quando nei primi anni 90'arrivano i soldi della Parmalat che fa del Verdao una sua succcursale brasiliana,la teoria di vittorie sia statali che nazionali riprende e si sfornano altri talenti,uno su tutti il terzino  sinistro Roberto Carlos;ma è sul finire del secolo che giunge l'alloro più prestigioso con la conquista della Libertadores 99' che porterà a giocarsi l'Intercontinentale poi persa contro il Manchester United.
E' questo l'ultimo abbagliante lampo del Verdao che di li a poco subisce anche l'onta della retrocesione in seconda serie,pronto però a riscattarsi per un futuro di nuove vittorie.

Juve ,il pokerissimo è servito

Scudetto doveva essere e scudetto è stato,il quinto consecutivo conquistato al termine di una rimonta che non ha eguali nella storia del calcio italiano:da -11 in classifica rispeto al Napoli la Juventus è risalita agguantando ora il titolo con ben 12 punti di vantaggio sui partenopei...
Lode e merito alla società,sempre unita e coesa,ai giocatori che hanno saputo nuovamente fare gruppo e reagire ad una partenza davvero disastrosa e all'allenatore che nonostante le difficoltà iniziali,i mugugni e le critiche da parte di giornalistti e tifosi ha saputo raddrizzare il timone della barca guidandola in porto con grande maestria.
Detto degli indubbi ed innegabili meriti del pianeta Juve che ha conquistato lo scudetto al netto di polemiche arbitrali varie,bisogna però anche essere lucidi nell'analizzare il fatto che nel campionato italiano di 10 stagioni fa un ritorno in auge come quello dei bianconeri sarebbe stato pressochè impossibile perchè ben altra era la qualità e la consistenza degli avversari che mai avrebbe consentito di infilare 24 vittorie nelle ultime 25 partite!!!!!
Da parte sua la Juve ha dimostrato già l'anno socrso di essere in grado di lottare alla pari con le migliori d'Europa,e se quest'anno alcuni episodi fossero girati nel verso giusto sarebbe ancora li a giocarsi la Champions League;il resto del football nazionale però ha evidenziato ancora dei preoccupanti llimiti e nel breve periodo la situazione pare non essere destinata a migliorare,motivo per cui anche senza grossi investimenti di mercato i torinesi sarebbero comunque i favoriti ai nastri di partenza anche del prossimo campionato.
Nella gioia ed euforia bianconera una citazione particolare va fatta per Gigi Buffon,trait d'union tra la Juve che fu e quella attuale:dalle sue parole dopo la sconfitta di Sassuolo è forse partita la rinascita juventina che nman mano si è trasformata in un'ondata inarrestabile che ha travolto ogni contendente si sia posto sul suo cammino.
Ora a Marotta e soci non resta altro da fare che rinforzare adeguatamente la rosa con qualche colpo di qualità per dare finalmente davvero l'assalto a quella Champions League che da sempre assilla i sonni dei tifosi bianconeri.


Roma-Napoli

E'noto da sempre come il derby del centrosud,ma quest'anno riveste un particolare significato anche in termini di classifica dato che le due contendenti puntano a blindare il secondo posto il Napoli,e a darci l'assalto la Roma che dopo un lungo filotto di vittorie pare ora avere il fiato un pò corto.
Sarà anche la partita che segna il ritorno in campo di Higuain dopo la ridda di polemiche seguita all'espulsione con tanto di sceneggiata subita ad Udine,e sicuramente tanta sarà la voglia di rivalsa da parte dell'argentino dopo che ha visto sfumare assieme ai suoi compagni di squadra l'obiettivo scudetto.
In casa Roma tiene naturalmente sempre banco il caso Totti con Spalletti che negli ultimi giorni pare essersi ammorbidito un pò anche conscio del fatto che comunque,piaccia o no il cappitano è stato decisivo nella vittoria in rimonta contro il Torino all'Olimpico.
Tanti temi e tante situazioni dunque a rendere interessante questo lunedi festivo di pallone,anche perchè un'eventuale sconfitta dei partenopei regalerebbe il titolo alla Juventus con quattro turni di anticipo senza dover attendere il match con il Carpi di domenica prossima;stimolo ulteriore dunque per la banda di Sarri che vuole portare a termine in modo consono un campionato disputato da grande protagonista.
Nota a margine è il fatto che nelle formazioni date per titolari spicca la presenza di un solo italiano,ovvero Florenzi...ma sabato a San Siro si è addirittura fatto di peggio dato che per la prima volta nella storia del campionato italiano in campo negli undici titolari di Inter e Udinese non c'era nemmeno un'azzurro,quanta tristezza in tutto ciò...

Alessandro Altobelli

Il suo nome è indissolubilmente legato alla storia dell'Inter,anche se prima e dopo la lunga militanza nerazzurra ci sono state altre squadre tra cui lo sgarbo chiamato Juve,però quando si pensa a lui non lo si può non indentificare con i colori che ha vestito per oltre un decennio.
Alessandro Altobelli inizia la sua carriera a Latina città che gli da i natali,ma appena diciottenne si trasferisce al Brescia dove in tre stagioni dimostra qualità tali da meritarsi la chiamata da Milano per rivestire il ruolo da titolare nell'Inter che di li a qualche anno si laureeerà campione d'Italia sotto la guida di Eugenio Bersellini e grazie proprio ai goals di"spillo",cosi soprannominato per l'agilità che dimostra in campo oltre alla bravura nel pungere le difese avversarie.
Nel decennio e più in nerazzurro diverrà il leader dei marcatori in Coppa Italia oltre che il secondo miglior marcatore della storia dopo Giuseppe Meazza,ma a causa della squadra mai troppo competitiva di quegli anni vincerà come altri molto meno di quello che avrebbe meritato;chiuderà la parentesi milanese nel 1988 anche a causa di dissapori con l'allenatore di allora Giovanni Trapattoni,e per una sorta di ripicca andrà a vestire anche se per una sola stagione i colori della Juventus che cerca un bomber dopo il fallimento di Rush In azzurro viene chiamato a sostituire lo squalificato Paolo Rossi ad Euro 80' e fa parte delle spedizioni mondiali del 82' dove realizza una rete in finale,e del 86' dove da solo regge l'attacco di una squadra che oramai non aveva più nulla da dare:finita l'era Bearzot,viene scelto da Vicini per fare da chioccia ai giovani dell'Under 21 che pian piano vengono trasbordati in nazionale maggiore e disputa anche l'europeo del 1988 chiudendo la sua esperienza azzurra.
Terminerà la sua attività agonistica con un'ultima stagione al Brescia nel 1990,squadra che di fatto lo aveva lanciato nel calcio che conta prima di approdare alla beneamata;è stato sicuramente tra gli attaccanti italiani più prolifici sia con i clubs sia con la nazionale.
In un calcio che oramai è una macedonia in cui tutto viene frullato ad alta velocità rimangono nella mente il suo spirito di combattente  e la sua abilità nel gioco aereo,oltre ad un grande amore chiamato Inter.

domenica 24 aprile 2016

Dominique Rocheteau

A metà anni settanta il vento della rivoluzione sessantottina in Francia si è già placato,vittima di una restaurazione che si fa via via più impetuosa;quando Dominique Rocheteau si affaccia al calcio professionistico è il Saint Etienne a dominare la scena transalpina,cosa che farà ancora per qualche anno prima di rientrare nei ranghi.
Il giovane Dominique entra in punta di piedi in quella squadra,ma pian piano il suo estro e la sua fantasia prendono piede diventando un'inno al bel calcio e alla fantasia troppe volte soffocate da schemi e tattiche che imbrigliano il talento individuale;in breve diventa per la stampa ed i tifosi "l'angelo verde"dai colori della divisa del Saint Etienne,capace di seminare scompiglio nelle difese avversarie coi suoi dribbling e le sue giocate estrose.
Quando i francesi affrontano il Bayern Monaco nella finale di Coppa dei Campioni Rocheteau è in panchina e soltanto il risultato sfavorevole convince il tecnico Herbin a gettarlo nella mischia:con le sue finte ubriacanti e le sue giocate di inventiva pura manda in tilt la difesa tedesca e lo stesso Beckenbauer;in molti sono convinti che un suo impiego dal primo minuto avrebbe evitato alla Francia di dover attendere il 1993 per alzare la prima coppa dalle grandi orecchie.
La sua parabola in verde dura fino al 1980 portandolo a vincere 4 campionati ed una coppa nazionale,ma quando viene ingaggiato Michel Platini capisce che c'è spazio per una sola stella in quella squadra e fa le valigie in direzione Parigi per vestire il biancorossoblu del Psg:vincerà ancora un campionato e due coppe,ma il calcio transalpino è tanto forte con la nazionale quanto debole con i clubs in quel periodo precludendogli maggiori successi.
Forse però il miglior trofeo per Rocheteau è puramente simbolico,ovvero quello di aver fatto riavvicinare al calcio il pubblico francese che è sempre stato un pò restio a farsi trascinare nell'euforia del pallone rotondo preferendogli talvolta quello ovale.

Euro 2016:Slovacchia

Prima apparizione nella fase finale degli europei per la Slovacchia che in precedenza aveva calcato il palcoscenico internazionale soltanto in occasione della Coppa del Mondo sudafricana,estromettendo però in quel caso la nazionale italiana campione in carica;tanta acqua è passata sotto i ponti da allora e molti giocatori sono cambiati rispetto a quell'avventura per una compagine che ha comunque ottenuto 7 vittorie su 10 partite nel girone di qualificazione.
Inserita in un gruppo in cui l'Inghilterra è la naturale favorita,la formazione mittel europea può certamente giocarsi il posto agli ottavi in virtù del fatto che comunque vi accedono 4 terze classificate su 6;questo porterà Hamsik e compagni a disputare specie contro Russia e Galles partite battagliate pur di strappare il pass per il turno successivo,ed avendo uno spogliatoio solido seppur privo di particolari stelle a parte il centrocampista del Napoli potrebbero anche riuscirci.
In porta titolare indiscusso è Kozacik esperto estremo difensore che gioca in Repubblica Ceca con il Viktoria Plzen ed ha disputato tutti i match eliminatori;difesa che fa affidamento su Skrtel del Liverpool,centrale appetito da mezza Europa tre/quattro stagioni orsono ed ora caduto in disgrazia anche ad Anfield, e su una serie di giocatori non appariscenti ma che garantiscono solidità all'intero reparto arretrato.
La linea mediana è il fulcro della squadra con Hamsik a fare da guida e collegamento con l'attacco,supportato da una serie di elementi in grado di distruggere le trame avversarie ma anche di ribaltare il fronte del gioco per creare pericoli alle difese avversarie,ed anche qui da segnalare la presenza del milanista Kucka.
Infine l'attacco che non presenta grandi nomi e si affiderà a Nemec,giocatore che milita nel Willem II in Olanda a cui a turno potrebbero essere affiancati o Duris o la vecchia gloria locale Robert Vittek che in passato ha militato con successo in Bundesliga.

Piazzamento finale:ottavi di finale

Formazione base:Kozacik,Gyomber,Svento,Kucka,Hubocan,Skrtel,Stoch,Weiss,Nemec,Hamsik,Duris

La rivincita del pistolero

Sarà scontroso,irascibile e magari anche un pò provocatore ammettiamolo,ma la classe di cui è dotato Luis Suarez non ha molti paragoni oggi come oggi nel calcio mondiale;arrivato giovanissimo in Europa,è sbocciato nel giadino di casa Ajax che lo aveva valutato nel Groningen dopo di che l'avventurain chiaroscuro in Premier League al Liverpool tra squalifiche e polemiche prima della rinascita targata Barcellona.
In Catalogna Suarez arriva dopo Brasile 2014 ed il morso a Chiellini che gli costa una lunga sospensione e ne ritarda l'esordio in azulgrana,oltre ad una serie di invettive sulla stampa mondiale che mettono in dubbio che quello fattodal club del Cmp Nou sia stato un'affare;lui si allena,si integra alla perfezione con sua maestà Messi e Neymar tanto da diventarne amico ed insieme a loro trascina il Barcellona alla vittoria in Champions League.
Ma è in questa stagione che a livello personale arrivano le maggiori gioie,perchè anche quando i suoi soci si prendono delle pause lui c'è sempre tanto che è in lizza per la scarpa d'oro,dimostrando di non avere scorie mentali riguardo al suo turbolento passato disciplinare ed anzi aiutando la squadra a riprendersi proprio ora che le tre sconditte consecutive in campionato e l'eliminazione in Europa avevano fatto temere il tracollo.
Ai suoi detrattori risponde con i goals,il miglior modo per tacitare le malelingue sempre pronte a dargli addosso qualsiasi cosa faccia ed anche se molte squadre danarose lo corteggiano assiduamente il suo futuro è certamente in blaugrana come Messi e forse molto più di Neymar:quando ha a disposizione le munizioni il pistolero è sempre pronto a colpire.

Euro 2016:Eire

Gradito ritorno sulle scene continentali per i combattivi e mai domi giocatori irlandesi e per i loro sempre allegri e simpatici tifosi;la banda di Martin O'Neill a dire il vero non è capitata nel più facile dei giropni ma state pur certi che venderà cara la pelle in ogni incontro tanto e tale è lo spirito che anima i guerrieri celtici.
La rappresentativa dell'isola verde smeraldo avrà un motivo in più per ben figurare,ovvero la presenza contemporanea degli odiati rivali inglesi,dei dirimpettai gallesi e dei conterranei del Nord Irlanda;tutti elementi questi che spingeranno i greens a lottare su ogni pallone anche se la possibile assenza del capitano e bomber Robbie Keane pesa come un macigno sulle già flebili speranze di superare il primo turno data la presenza di Italia,Svezia e soprattutto Belgio.
In porta dovremmo ritrovare il super esperto Shay Given che potrebbe essere al passo d'addio,ma vista l'ottima stagione col West Ham anche Darren Randolph può avere le sue belle carte da giocare;difesa imperniata sull'esperienza del tuttofare John O'Shea che non è più quello dei bei tempi allo United ma sicuramente è l'elemento forte della retroguardia dove troviamo anche il terzino dell'Everton Coleman.
Centrocampo come al solito tutto polmoni e combattività per dare battaglia e soffocare le fonti di gioco avversarie:Hoolahan e Whelan metteranno il fiato mentre McCarthy anch'esso intruppato nei Toffees di Liverpool cercherà di dare quel briciolo d'inventivà necessario per innescare le punte.
Reparto quello avanzato che fa affidamento sulla classe e l'esperienza dell'ex Tottenham Robbie Keane,ma il capitano è attualmente infortunato e difficilmente recupererà per giugno:al suo fianco doveva giocare Shane Long anch'esso però vittima della mala sorte ed allora sicuramente spazio a Walters,giocatore esploso tardi ma che ultimamente si è fatto valere dimostrando colpi di buona scuola che sono oro colato per la truppa del sempre ingegnoso Martin O'Neill.

Piazzamento finale:primo turno

Formazione base:Given,Coleman,Ward,Hoolahan,McShane,O'Shea,Whelan,McCarthy,Keane,McGeady,Walters

sabato 23 aprile 2016

Boca Juniors-River Plate,El Superclasico

Va in scena domani sera alla Bombonera di Buenos Aires il Superclasico Boca-River,il derby più infuocato del pianeta assieme a Celtic-Rangers;pagine e pagine si potrebbero scrivere su questa sfida che infiamma l'Argentina intera dato che sono le due squadre più titolate e più tfate dell'intero paese,due clubs e due tifoserie divisi da un'acesissima rivalità ma che hanno origini in comune.
Il quartiere della Boca ad inizio 900'pullulava di immigrati italiani,per la maggior parte genovesi che si appassionano ad un nuovo gioco chiamato football che arriva in Sudamerica al seguito delle navi mercantili inglesi;qui hanno origine nel 1901 il River Plate e quattroanni più tardi il Boca Juniors,ma mentre il River anni dopo si trasferirà a nord nel barrio di Nunez il Boca rimarrà nel suo di barrio divenendo un tutt'uno con esso.
E domani sera proprio nel quartiere della Boca casa degli "xeneizes"andrà in campo l'ennesimo capitolo di una rivalità infinita fatta di grandissimi campioni e di passioni travolgenti,ma le due squadre arrivano a questo Superclasico in tono minore essendo lontane dalla vetta della classifica nei due gironi in cui è diviso il campionato argentino:il River nel proprio ha appena 13 punti in 11 partite con 18 reti fatte de altretante subite,mentre il Boca va solo un pò meglio con 17 punti e 14 reti fatte e 9 subite.
Questo comunque non intacca minimamente il fascino di una sfida che a volte presenta più giornalisti accreditati della stessa finale di Champions League,a testimonianza del come sia vissuta e sentita anche al di fuori dell'Argentina stessa questa sfida;basti pensare che su sponde opposte si sono sfidati da una parte Diego Armando Maradona e dall'altra Daniel Passarella,due mostri sacri del futebol e nemici giurati per l'eternità.
Pochi stadi al mondo possono offrire lo scenario e le emoziono che offre la Bombonera,e se i ragazzi con la maglia azul y oro dovessero scaraventare el balon in fondo al sacco tutta la Boca esploderebbe in una gioia che solo a queste latitudine forse si può ancora esprimere in maniera cosi vera e sincera...lunga vita al...
Superclasico.

Euro 2016:Svezia

Sarà una nazionale svedese di transizione quella che affronterà l'avventura europea in Francia,con Zlatan Ibrahimovic che potrebbe essere alla sua ultima recita importante con la casacca gialloblu dato che la carta d'identità segnerà 34 primavere per lui,il girone è forse il più difficile tra quelli sorteggiati a Parigi il 15 dicembre scorso con il Belgio che è tra lefavorite per la vittoria finale,la sempre ostica Eire e l'Italia che ritrova gli svedesi in una competizione ufficiale 12 anni dopo il famoso"biscotto"portoghese.
L'11 di Stoccolma può contare su di un solo giocatore sopra la media e di tanti onesti comprimari che difficilmente potranno dare quel qualcosa in più che servirebbe per passare il turno;quella attuale è una generazione senza troppo talento e chi lo aveva tipo Kallstrom o Elmander lo ha perso per strada nel corso della carriera.
In porta troviamo la vecchia conoscenza juventina Isaksson titolare inamovibile per mancanza di concorrenza seria visto che attualmente è impegnato nel campionato turco,non certo il più probante a livello globale;tutt'altro che invulnerabile è anche la linea difensiva che si poggia sull'esperienza di Lustig e Granqvist ma non può al momento annoverare altri elementi di caratura quali la Svezia ci aveva abituati in passato,per cui gioco forza l'atteggiamento in campo sarà a base di non prenderle per poi affidarsi a San Ibrahimovic davanti.
Centrocampo con alcuni elementi di sicura qualità vedi Kallstrom,S.Larsson e Wernbloom ma senza quel cambio di ritmo in grado di innescare le punte con giocate corali in grado di creare apprensioni nelle retroguardie avversarie;da vedere se il Ct Hamren chiamerà Ekdal ed Elmander che nelle ultime convocazioni sono stati lasciati fuori per scelta tecnica.
Davanti ovviamente tutto poggia sull'estro ed il talento di Ibrahimovic cui verrà probabilmente affiancato John Guidetti,giocatore che dopo Feyennord e Celtic ora è andato a svernare nella Liga spagnola;possibile alternativa quel Berg che ad inizio carriera segnava goals in gran quantità senza mai approdare però a palcoscenici troppo elevati,mentre altro talento persosi per strada è certamente Ola Toivonen che alm Psv segnava a valanga.

Piazzamento finale:primo turno

Formazione base:Isaksson,Lustig,Olsson,Ekdal,Granqvist,Milosevic,S.Larsson,Kallstrom,Ibrahimovic,Wernbloom,Guidetti

Giorgio Chinaglia

La sua è una storia di emigrante,da bambino in Galles per seguire il padre prima minatore e poi successivamente ristoratore,e da adulto per vivere il sogno della Nasl di far diventare il Soccer uno sport amato e praticato dagli americani:Giorgio Chinaglia,Long John per gli amici,muove i primi passi calcistici sui terreni fangosi della capitale gallese Cardiff,ma diventa un giocatore a tutti gli effetti soltanto nei rivali dello Swansea perchè non gli andò giù che gli fosse stato offerto soltanto un provino dai primi.
Rientrato in Italia per svolgere il servizio militare,gioca nelle categorie inferiori prima di approdare alla Lazio che sarà insieme ai Cosmos la squadra della sua vita; in biancoceleste vive 7 stagioni in altalena tra Serie A  Serie B diventando un'autentico beniamino dei tifosi quando divenne capocannoniere del torneo cadetto e l'anno successivo guidò i suoi ad un passo da un clamoroso scudetto.
Titolo che arriva invece nel 74'al termine di una cavalcata straordinaria fatta da una squadra spaccata al suo interno come poche volte si è visto,ma compattata da Maestrelli in panchina e tenuta in pugno da Long John in campo;dopo quello storico successo la successiva Coppa del Mondo tedesca non è altrettanto fortunata e qui si chiude la breve parentesi azzurra di Chinaglia.
Prima che finisca la stagione 76' il centravanti prende armi e bagagli e vola in America come già avrebbe voluto fare due anni prima,e sarà un'avventura straordinaria al fianco di gente come Pelè e Beckenbauer;nella Nasl Chinaglia è anche lui una stella e vince più volte il titolo di bomber.
Messo fine alla carriera agonistica acquisisce la proprietà della Lazio che cede successivamente essendo in difficoltà economiche,e da li partiranno una serie di avventure spericolate tra calcio e finanza inframezzate da una parentesi come commentatore televisivo fino alla sua prematura scomparsa;ma nei cuori dei tifosi biancocelesti ci sarà sempre lui.


Euro 2016:Inghilterra

Quella che si presenta al via di Euro 2016 è una nazionale inglese molto rinnovata rispetto al recente passato dato che negli ultimi anni Gerrard,Lampard,Ferdinand, Terry per motivi anagrafici hanno dato il loro addio:si presenta comunque condei giovani interessanti specie in attacco dove dopo un periodo davvero opaco sembra esserci una nuova fioritura di talenti indigeni.
Roy Hodgson è un tecnico esperto ma che non ha mai dimostrato di sapersi disimpegnare ad un certo livello,magari rimanendo ancorato a schemi oramai superati e desueti perfino per i suoi stessi giocatori;il nome Inghilterra incute sempre un certo rispetto,ma numeri alla mano nelle manifestazioni che contano rimaniamo aggrappati alla Rimet del 66'...
In porta ovviamente Hart del Manchester City che è di gran lunga il miglior keeper a disposizione dei bianche,anche se qualche topica qua e la si è intravista non minando però la fiducia in lui.
La difesa poggia sui pilastri Cahill e Jagielka con Smalling di rincalzo mentre occhio ai giovani Clyne e Walker sulle fasce laterali dove comunque attualmente mancano uomini di grosso spessore internazionale in grado di fare la differenza com accadeva magari in passato.
A centrocampo sicuramente è presente quella qualità che manca in difesa sugli esterni potendo contare su Ashley Young,Walcott e all'occorrenza anche su Milner;in mezzo c'è l'uomo nuovo proveniente dal Leicester ovvero Drinkwater che si giocherà una maglia da titolareapparendo difficile il recupero a pieno regime di Wilshere,mentre l'altro interno dovrebbe essere Henderson.
Attacco che torna protagonista non più soltanto con Wayne Rooney che tra l'altro è infortunato,ma anche con il suo ex compagno di squadra Wellbeck e soprattutto Harry Kane che sarà una delle stelle degli europei dopo una grande annata con il Tottenham;da non dimenticare Sturridge e Sterling che sono anch'essi uomini con caratteristiche che possono rivelarsi utili per Hodgson.

Piazzamento finale:Quarti di finale

Formazione base:Hart,Clyne,Baines,Drinkwater,Cahill,Jagielka,Milner,Henderson,Kane,Rooney,A.Young.

venerdì 22 aprile 2016

Mercato Milan

Parlare di calciomercato in casa rossonera ora come ora pare alquanto inopportuno visto che non si sa ancora bene quale sarà l'assetto societario da qui ad agosto,ma visto che le trattative non aspettano nessuno proviamo a vedere come si muoverebbe il club di Berlusconi se la proprietà rimanesse questa.
Per quanto riguarda il portiere ci sarebbero state delle offerte per Donnarumma,ma vista la giovane età del ragazzo e la voglia di costruire qualcosa attorno a lui pensare ad una sua cessione appare francamente difficile;si dovrà invece provvedere a trovargli un vice visto che Lopez non vede l'ora di fare le valigie e lasciare Milano:probabile si punti su un portiere italiano di esperienza  tipo Mirante.
In difesa è stata posta una pietra angolare con l'ingaggio di Romagnoli la scorsa  estate ma evidentemente non basta anche se Alex nella seconda parte di stagione è parso in ripresa;preso Vangioni dal River Plate per la fascia sinistra, si sogna Mammana sempre dagli argentini che a gennaio pareva fossero in accordi con la Fiorentina,ad ogni modo il problema sarebbe ovviamente solo economico sperando poi di lasciar partire finalmente Mexes.
A centrocampo l'oggetto del desiderio è sempre Witsel che vuole chiudere l'avventura allo Zenit,ma oltre al prezzo elevato a disturbare il Milan potrebbe arrivare un europeo disputato a grandi livelli con conseguente interessamento di clubs molto più facoltosi;si è raffreddata la pista Soriano della Sampdoria visto che Mihajlovic non è più l'allenatore dei rossoneri,mentre il trequartista invocato da Berlusconi potrebbe essere El Ghazi dell'Ajax seguito dai meneghini da oltre un'anno.
Nel reparto offensivo regna un bel rebus con Balotelli che tornerà al Liverpool,Luiz Adriano che verrà ceduto per far cassa probabilmente ancora in Cina,Menez che a fronte delle poche partite giocate causa infortunio è sempre un giocatore che si fa sentire se ne ha voglia ed infine un Bacca che ha convinto si con i goals ma forse non tanto da giustificare la spesa di 30 milioni di euro per lui.Al momento di nomi non ne girano se non quello della chimera Ibrahimovic che tale rimarrà e di Zaza su cui Galliani avrebbe fatto un sondaggio con la Juve.
Da sciogliere infine il nodo El Shaarawy,rifiutato a Milanello ma letteralmente rinato a Roma sotto le abili mani di Spalletti che sa sfruttarne le caratteristiche;da rivalutare sicuramente anche Bertolacci che dato il pesante investimento non sarà ceduto ottenendone una minus valenza,certo che però il giocatore deve darsi una svegliata.

Feyenoord

Il Feyenoord è stato il primo tra i grandi clubs olandesi ad imporsi in campo europeo,anche se all'inizio della propria storia ha dovuto spesso inchinarsi allo Sparta altra ex grande con base a Rotterdam;fondato nel 1908 soltanto nel 24' il team biancorosso riesce ad imporsi per la prima volta in campionato.All'inizio degli anni 30' poi viene dato il via ai lavori che porteranno alla costruzione dello stadio che porta lo stesso nome del club,anche se spesso è chiamato De Kuip,impianto che a tutt'oggi ospita gli uomini  che furono allenati da Happel.
Poco prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale il Feyenoord vive il suo primo momento d'oro conquistando nel giro di pochi anni tre campionati nazionali dando avvio al derby d'Olanda contro l'ajax,rivalità tra i deu clubs che perdura anche ai nostri giorni;in quella compagine primeggiano il mediano Van Heel e l'attaccante Vente,oltre al gigantesco portiere Adri Van Male.
Dopo due decenni con più ombre che luci,il club di Rotterdam torna sugli scudi all'inizio degli anni 60' grazie ai goals del bomber Piet Kruiver e ai giovani Mouljine Pieters,ala il primo portiere il secondo;questi due qualche anno più tardi saranno la base della squadra che per prima tra le olandesi vincerà la Coppa dei Campioni guidata in panchina da Ernst Happel.Del miglior Feyenoord della storia fanno parte anche Rinus Israel,perno della difesa assieme a Rijsbergen,Wim Van Haneghem illuminato metronomo di centrocampo che può contare anche su Wim Jansen,e sullo svedese Ove Kindvall.
Nella Finale di Milano che vede gli olandesi opposti al Celtic,al goal scozzese di Gemmill risponde Israel dopo di che il match va ai supplementari e ad essere decisivo è ancora una volta Kindvall;pochi mesi più tardi smentendo quanti ritengono la vittoria estemporanea,il team di Rotterdam fa sua anche la Coppa Intercontinentale contro i temuti argentini dell'Estudiantes,famosi per il gioco duro al limite dell'intimidazione ma che nulla possono di fronte al collettivo biancorosso che domina la scena.
Qualche anno più tardi finirà nella bacheca del De Kuip anche la Coppa Uefa conquistata ai danni del Tottenham mettendo fine ad un'egemonia inglese di 6 anni;quella squadra avrebbe potuto vincere anche di più ma per sua sfortuna quelli erano gli anni del calcio totale dell'Ajax di Cruijff e quindi dovette accontentarsi di portare a casa meno di quello che avrebbe meritato.
Furono gli anni settanta il maggior periodo di fulgore per la squadra di Rotterdam che da allora solo raramente è emersa dalla mediocrità per vincere di tanto in tanto qualche alloro,come nel 1984 quando ingaggiando tra lo stupore generale Cruijff in rotta con l'Ajax e potendo contare su di un giovane Ruud Gullit fece suo il campionato.
Ultimo sussulto continentale è quello di inizio anni duemila quando con Van Hooijdonck e Tomasson in attacco vince in casa la finale di Coppa Uefa battendo il Borussia Dortmund;dopo pressochè il buio in cui va annotata la peggior sconfitta della storia,un 10-0 sul campo del Psv.

Panchine roventi

Il titolo del post parla già chiaro rispetto all'argomento,e d'altra parte non potrebbe essere altimenti basti pensare alla stagione vissuta dal Palermo e dai suoi innumerevoli tenici,in Serie A ci sono molti rumors e molte indiscrezioni come sempre capita quando ormai la stagione sta finendo e ci si proietta verso il prossimo torneo.
La notizia più clamorosa potrebbe arrivare da dove meno si aspetta,ovvero da Napoli dove De Laurentiis non ha ancora chiarito il suo pensiero riguardo al finale di stagione della squadra e se a Sarri non dovessero venire garantiti quegli investimenti necessari per lottare stabilmente per il titolo e magari puntare a vincerlo,ci potrebbe anche essere un cambio di panchina inaspettato:quale destinazione?Magari Milano sponda rossonera dove poteva arrivare già la scorsa estate se Berlusconi non avesse glissato circa il suo look,ma visto che il Milan è in odore di cambio di proprietà...
In casa Inter si dicono certi di continuare con Mancini,e lo stesso tecnico jesino lo ha dichiarato nonostante le offerte di Real e Zenit;Real che corteggia anche Allegri il quale pare però convinto a continuare con la Juve per puntare all'Europa dopo la finale dello scorso anno e la sfortunata doppia sfida col Bayern di questa stagione.
Di Francesco accostato più volte al Milan ha invece rifirmato con il Sassuolo rimandando i sogni di grandezza,ma attenzione a quello che succede a Roma nella querelle Totti-Spalletti:l'allenatore toscano se non sarà spalleggiato dalla società potrebbe decidere di lasciare,magari per vestire l'azzurro della nazionale che sta alla finestra in attesa degli sviluppi del mercato allenatori.
Detto di un'ipotetico Sarri al MIlan dove Brocchi pare di passaggio in attesa di definire il futuro societario,potrebbe ottenere la riconferma alla Lazio Simone Inzaghi grazie ad un finale di stagione incoraggiante,mentre pare sarà divorzio in ogni caso tra Fiorentina e Paulo Sousa dato il deteriorarsi dei rapporti tra il portoghese e la viola.

giovedì 21 aprile 2016

Jimmy Mc Grory

L'avventura di Jimmy McGrory con la maglia biancoverde del Celtic inizia nel 1921 quando passa dal St Roch,piccola squadra di quartiere di Glasgow in cui aveva iniziato l'attività agonistica ,al team rappresentante i cattolici.I suoi primi passi non sono certo dei migliori perchè viene impiegato come ala ma non da i risultati sperato ed allora in breve tempo vieneceduto in prestito al Clydebank per farsi le ossa;quando ritorna alla casa madre il suo ruolo è cambiato,ora è un centravanti che sa farsi rispettare in area di rigore e le cifre future lo dimostreranno.
Dal 1924 al 1937 veste ininterrottamente la casacca del trifoglio e la sua media realizzativa è impressionante:segna 396 reti in 3375 inconti contando solo il campionato!!!E' a tutt'oggi l'insuperato re dei marcatori scozzesi,anche se in nazionale non ha avuto la stessa buona sorte fermandosi ad una manciata di presenze e di goals.
Per dare un'idea dell'attaccante che era in un match contro il Motherwell va a segno 3 volte in 9' di gioco,segna ancora prima dell'intervallo e nella ripresa scaraventa il pallone alle spalle del portiere avversario altre quattro volte!!!Certo stiamo parlando della preistoria del football in un certo senso,ma di questa preistoria McGrory è stato il re.
Ritiratosi dalle scene calcistiche tornerà in seguito al Celtic nelle vesti di allenatore sedendosi sulla panchina di Parkhead  dal 1945 al 1965,lasciando in seguito il posto ad un'altra leggenda biancoverde,ovvero Jock Stein.

Milano piange

Siamo oramai giunti alla fine del campionato e tirando le somme salta agli occhi il magro bottino racclto dalle formazioni milanesi,partite almeno a parole con la volontà di raggiungere l'europa ed ora invece costrette a leccarsi le ferite di una nuova debacle.
In casa nerazzurra si è puntato su Mancini,sono stati presi i giocatori che lui voleva ed almeno fino a metà stagione queste scelte gli hanno dato ragione,pur tra mille difficoltà ed esprimendo un gioco tale da  non giustificare la testa del torneo;passate le ferie natalizie c'è stato il crollo fisico e psicologico che ha scaraventato l'Inter fuori dai primi tre posti ,incapace di essere squadra ed in balia degli eventi quando invece avrebbe dovuto evidenziare una qualche crescita.
Fallimento di Mancini che in un'anno e mezzo non ha saputo dare un'identità ad un gruppo di giocatori da lui voluto,e adesso con la ridda di voci che lo vogliono ora al Real ora allo Zenit e la crisi societaria dovuta al pesante passivo il fututo è quantomeno nebuloso,aggiungendo poi che dietro l'angolo a fare capolino c'è sempre il possibile ritorno di Moratti.
Ancor più nera se possibile in casa dei cugini,partiti anche loro per tornare nelle coppe da cui mancano da molti anni ma subito parsi in difficoltà a causa di una rosa sopravvalutata in sede di mercato e della strisciante polemica innnescatasi tra il presidente Berlusconi ed il tecnico Mihajlovic;ogni volta che la squadra pareva dare segnali diripresa puntualmente è arrivato qualche risultato a portare tutti con i piedi per terra,finchè il grande capo ad Arcore ha colto la palla al balzo per defenestrare l'ennesimo allenatore che come unica colpa aveva forse avuto quella di dire le cose come stavano.
Dopo la grottesca farsa di Mr Bee ora pare si stia facendo avanti un nuovo gruppo cinese più solido e con maggiori garanzie che quelle fornite dal broker thailandese,ma la domanda è sempre una:Berlusconi che dice di amare tanto il Milan per questo amore sarà disposto a fare il sacrificio più  grande ovvero privarsi della proprietà?E con lui andrà eventualmente via anche Galliani?Mah...

Roberto Baggio

E' passato alla storia del calcio italiano come il"divin codino",e certamente il talento e la classe di Roberto Baggio erano sicuramente qualcosa di straordinario che per tre lustri hanno deliziato i palati fini degli appassionati italiani e non solo.
Vicentino di Caldogno si è presto messo in luce con i biancorossi della sua città prima di venire acquistato dalla Fiorentina dove arriva però con un serio infortunio al ginocchio che ne rallenta l'esplosione in viola e la convocazione nella selezione azzurra;una volta risolti i guai fisici mette in mostra tutto il suo enorme talento tanto da attirare le attenzioni della Juventus che per il suo ingaggio sborsa 25 miliardi di lire,cifra mostruosa per l'epoca.
E' il 1990 e la Coppa del Mondo si svolge in Italia:Baggio partito in panchina diventa titolare al posto di Carnevale e va a formare con Schillaci una coppia di estro ed astuzia che fa sognare la penisola ma nella semifinale Vicini commette l'errore di reinserire Vialli e tutto va in fumo;intanto Baggio accetta controvoglia il trasferimento a Torino dato che se fosse per lui rimarrebbe a Firenze sostenuto anche da manifestazioni popolari.
Durante il campionato 90'/91' in occasione di Fiorentina -Juventus viene accordato ai bianconeri un rigore che il n°10 si rifiuta di calciare uscendo oltretutto con la sciarpa viola;è questo un'episodio che segnerà indelebilmente la sua carriera,il rapporto con i tifosi bianconeri ed è sintomatico del fatto che forse per essere una stella assoluta gli sia sempre mancato il carattere del voler vincere ad ogni costo più che il talento.
Nel 93' conquista la Coppa Uefa con torinesi ed alla fine di quella stagione gli viene anche assegnato il pallone d'oro,ma quando sulla panchina bianconera si siede Marcello Lippi e all'orizzonte appare la stella di Alessandro Del Piero per lui i giorni  in riva al Po sono finiti complice un nuovo infortunio che lo tiene lontano dai campi di gioco.
Nell'estate del 95' viene ingaggiatao dal Milan che ne vuole sfruttare l'immenso talento,ma anche qui piano piano finisce in panchina a causa della concorrenza di Savicevic e della presenza di un'allenatore come Capello che bada più alla sostanza che ai fronzoli.
Le amarezze di clubs sono attenuate dalla nazionale in cui riveste un ruolo di primo piano per tutti gli anni 90' ed in particolare durante la Coppa del Mondo americana in cui trascina letteralmente l'Italia in finale arrivandoci però a mezzo servizio e non potendo dare il suo solito apporto:sintomatico il fatto che uno specialista come lui fallisce il proprio tiro nella serie di rigori che assegna il titolo.
Finita l'esperienza in rossonero Bologna,Inter(senza troppa gloria neanche qui...)e Brescia sono le tappe fianli della sua carriera;una carriera che avrebbe potuto dargli molto di più se solo avesse avuto il carattere necessario quando si gioca nelle grandi squadre a grandi livelli ogni settimana.