giovedì 24 marzo 2016

Ciao Johan

"Preferisco vincere 6-5 che 1-0."..in questa frase si può forse riassumere la filosofia calcistica di Johan Cruijff,da sempre improntata alla ricerca del bel gioco più che del risultato che dev'essere il prodotto di quanto si fa in campo.Johan se ne è andato oggi dopo lunghi mesi di sofferenza,ma in uno dei suoi ultimi messaggi aveva ancora una volta esternato il suo ottimismo nonostante tutto;lui per chi scrive era il calcio...quello vero,quello fatto di tecnica,passione e belle giocate dove l'avversario va affrontato e battuto dimostrandogli di essere superiori,non attraverso stratagemmi o inganni di cui la nostra patria italica è maestra.
E' inutile nasconderlo,il personaggio era un tantino arrogante ma forse soltanto per chi si fermava ai titoli,mentre andando a scavare più a fondo si capiva che quello che esternava al mondo era il suo pensiero,e spiegava nche perchè secondo lui le cose dovevano andare in una certa maniera.Che lo si amasse come me o lo si odiasse,è stato comunque la personalità che più di ogni altra ha influito sul gioco del calcio prima come giocatore e poi come allenatore;nessuno come lui ha dato cosi tanto in termini di vera sapienza calcistica, anche se ad esempio alle nostre latitudini era un pò sbeffeggiato soprattutto dopo Milan-Barcellona 4-0 nella finale di Coppa Campioni ad Atene del 94', e come dicevo se ci si ferma ai titoli certe senza andare al sodo certe sue frasi possono essere interpretate come arroganti.
Ha accompaganto per mano la nascita del Grande Ajax e di tutto il calcio olandese fino ad allora sconosciuto,è stato l'alfiere di una generazione di fenomeni che ha dato vita al"calcio totale"determinando la più grande rivoluzione nella storia del gioco;si è trasferito a Barcellona divenendo simbolo della città e della Catalogna tutta soprattutto quando battezzo suo figlio col nome del patrono Jordi.
Da allenatore ha ripercorso lo stesso cammino ridando vita all'Ajax negli anni 80' e tenedo a battesimo il suo figlioccio Van Basten prima di tornare in blaugrana per dare forma a quello che venne definito il"dream team"del calcio,una squadra che pensava allo spettacolo prima che al risultato;il tanto decantato Barcellona di oggi è figlio di ciò che lui impose come filosofia quando allenava,ed ora Messi e compagni stanno raccogliendo i frutti di ciò che lui seminò 25 anni fa.
In dimenticabili rimarranno le sue fughe repentine,figlie più di una velocità di pensiero che di gambe,frenate e poi rilanciate ubriacando l'avversario di turno,leggendario il suo n°14 indossato fin da bambino,forte ed incisiva la sua personalità che ne facevano un leader nato in ogni ambito,e grande la sua umanità nell'aiutare chi era meno fortunato.
Oggi se ne è andato uno dei più grandi di sempre,sicuramente il n°1 per come ha influito sullo storia del calcio:in mezzo a tanti falsi profeti,oggi è volato in cielo IL PROFETA DEL GOAL...

CIAO JOHAN

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