Il suo nome è indissolubilmente legato alla storia dell'Inter,anche se prima e dopo la lunga militanza nerazzurra ci sono state altre squadre tra cui lo sgarbo chiamato Juve,però quando si pensa a lui non lo si può non indentificare con i colori che ha vestito per oltre un decennio.
Alessandro Altobelli inizia la sua carriera a Latina città che gli da i natali,ma appena diciottenne si trasferisce al Brescia dove in tre stagioni dimostra qualità tali da meritarsi la chiamata da Milano per rivestire il ruolo da titolare nell'Inter che di li a qualche anno si laureeerà campione d'Italia sotto la guida di Eugenio Bersellini e grazie proprio ai goals di"spillo",cosi soprannominato per l'agilità che dimostra in campo oltre alla bravura nel pungere le difese avversarie.
Nel decennio e più in nerazzurro diverrà il leader dei marcatori in Coppa Italia oltre che il secondo miglior marcatore della storia dopo Giuseppe Meazza,ma a causa della squadra mai troppo competitiva di quegli anni vincerà come altri molto meno di quello che avrebbe meritato;chiuderà la parentesi milanese nel 1988 anche a causa di dissapori con l'allenatore di allora Giovanni Trapattoni,e per una sorta di ripicca andrà a vestire anche se per una sola stagione i colori della Juventus che cerca un bomber dopo il fallimento di Rush In azzurro viene chiamato a sostituire lo squalificato Paolo Rossi ad Euro 80' e fa parte delle spedizioni mondiali del 82' dove realizza una rete in finale,e del 86' dove da solo regge l'attacco di una squadra che oramai non aveva più nulla da dare:finita l'era Bearzot,viene scelto da Vicini per fare da chioccia ai giovani dell'Under 21 che pian piano vengono trasbordati in nazionale maggiore e disputa anche l'europeo del 1988 chiudendo la sua esperienza azzurra.
Terminerà la sua attività agonistica con un'ultima stagione al Brescia nel 1990,squadra che di fatto lo aveva lanciato nel calcio che conta prima di approdare alla beneamata;è stato sicuramente tra gli attaccanti italiani più prolifici sia con i clubs sia con la nazionale.
In un calcio che oramai è una macedonia in cui tutto viene frullato ad alta velocità rimangono nella mente il suo spirito di combattente e la sua abilità nel gioco aereo,oltre ad un grande amore chiamato Inter.
Alessandro Altobelli inizia la sua carriera a Latina città che gli da i natali,ma appena diciottenne si trasferisce al Brescia dove in tre stagioni dimostra qualità tali da meritarsi la chiamata da Milano per rivestire il ruolo da titolare nell'Inter che di li a qualche anno si laureeerà campione d'Italia sotto la guida di Eugenio Bersellini e grazie proprio ai goals di"spillo",cosi soprannominato per l'agilità che dimostra in campo oltre alla bravura nel pungere le difese avversarie.
Nel decennio e più in nerazzurro diverrà il leader dei marcatori in Coppa Italia oltre che il secondo miglior marcatore della storia dopo Giuseppe Meazza,ma a causa della squadra mai troppo competitiva di quegli anni vincerà come altri molto meno di quello che avrebbe meritato;chiuderà la parentesi milanese nel 1988 anche a causa di dissapori con l'allenatore di allora Giovanni Trapattoni,e per una sorta di ripicca andrà a vestire anche se per una sola stagione i colori della Juventus che cerca un bomber dopo il fallimento di Rush In azzurro viene chiamato a sostituire lo squalificato Paolo Rossi ad Euro 80' e fa parte delle spedizioni mondiali del 82' dove realizza una rete in finale,e del 86' dove da solo regge l'attacco di una squadra che oramai non aveva più nulla da dare:finita l'era Bearzot,viene scelto da Vicini per fare da chioccia ai giovani dell'Under 21 che pian piano vengono trasbordati in nazionale maggiore e disputa anche l'europeo del 1988 chiudendo la sua esperienza azzurra.
Terminerà la sua attività agonistica con un'ultima stagione al Brescia nel 1990,squadra che di fatto lo aveva lanciato nel calcio che conta prima di approdare alla beneamata;è stato sicuramente tra gli attaccanti italiani più prolifici sia con i clubs sia con la nazionale.
In un calcio che oramai è una macedonia in cui tutto viene frullato ad alta velocità rimangono nella mente il suo spirito di combattente e la sua abilità nel gioco aereo,oltre ad un grande amore chiamato Inter.
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