E'stato il più forte attaccante paraguaiano della storia,chiamato"paraguayto humilde",il piccolo paraguaiano umile:nella realtà dei fatti Arsenio Erico piccolo di statura non lo era affatto se consideriamo che la sua carriera di svolse negli anni 30' e 40' e sicuramente piccola non è stata la sua carriera di implacabile bomber.
Giunto all'Independiente di Avellaneda appena diciannovenne dal Nacional di Asuncion,disputò tutta la parte significativa della propria attività agonistica col"diablo rojo"mettendo a suon di goals la sua firma sui primi due titoli vinti dai rossi:il suo ingaggio avvenne dopo una tourneè organizzata dalla croce rossa atta a reperire fondi per l'esercito guarani impegnato contro la Bolivia nella guerra del chaco che insanguinò il Sudamerica negli anni 30'.
Grandissimo colpitore di testa ma anche abili a destreggiarsi negli spazi brevi che le difese avversarie gli concedevano,peccava avolte di presunzione nel voler fare per forza goal belli disdegnando a volte la stoccata di potenza dalla media distanza,cosa che di solito è nel repertorio di un'attaccante.
Per ben tre campionati consecutivi realizzò molte più reti di quante furono le partite che giocò,aiutato dai compagni di reparto De La Mata e Sastre che lo metetvano in condizione di colpire i portieri:alla fine della sua avventura con il"diablo ganador"(diavolo vincitore)saranno ben 293 i goals messi a segno,un numero impressionante che però racconta solo in parte chi sia stato Arsenio Erico per l'independiente e cosa abbia rappresentato per il calcio argentino nel suo insieme.
Giunto all'Independiente di Avellaneda appena diciannovenne dal Nacional di Asuncion,disputò tutta la parte significativa della propria attività agonistica col"diablo rojo"mettendo a suon di goals la sua firma sui primi due titoli vinti dai rossi:il suo ingaggio avvenne dopo una tourneè organizzata dalla croce rossa atta a reperire fondi per l'esercito guarani impegnato contro la Bolivia nella guerra del chaco che insanguinò il Sudamerica negli anni 30'.
Grandissimo colpitore di testa ma anche abili a destreggiarsi negli spazi brevi che le difese avversarie gli concedevano,peccava avolte di presunzione nel voler fare per forza goal belli disdegnando a volte la stoccata di potenza dalla media distanza,cosa che di solito è nel repertorio di un'attaccante.
Per ben tre campionati consecutivi realizzò molte più reti di quante furono le partite che giocò,aiutato dai compagni di reparto De La Mata e Sastre che lo metetvano in condizione di colpire i portieri:alla fine della sua avventura con il"diablo ganador"(diavolo vincitore)saranno ben 293 i goals messi a segno,un numero impressionante che però racconta solo in parte chi sia stato Arsenio Erico per l'independiente e cosa abbia rappresentato per il calcio argentino nel suo insieme.
Nessun commento:
Posta un commento