giovedì 21 aprile 2016

Roberto Baggio

E' passato alla storia del calcio italiano come il"divin codino",e certamente il talento e la classe di Roberto Baggio erano sicuramente qualcosa di straordinario che per tre lustri hanno deliziato i palati fini degli appassionati italiani e non solo.
Vicentino di Caldogno si è presto messo in luce con i biancorossi della sua città prima di venire acquistato dalla Fiorentina dove arriva però con un serio infortunio al ginocchio che ne rallenta l'esplosione in viola e la convocazione nella selezione azzurra;una volta risolti i guai fisici mette in mostra tutto il suo enorme talento tanto da attirare le attenzioni della Juventus che per il suo ingaggio sborsa 25 miliardi di lire,cifra mostruosa per l'epoca.
E' il 1990 e la Coppa del Mondo si svolge in Italia:Baggio partito in panchina diventa titolare al posto di Carnevale e va a formare con Schillaci una coppia di estro ed astuzia che fa sognare la penisola ma nella semifinale Vicini commette l'errore di reinserire Vialli e tutto va in fumo;intanto Baggio accetta controvoglia il trasferimento a Torino dato che se fosse per lui rimarrebbe a Firenze sostenuto anche da manifestazioni popolari.
Durante il campionato 90'/91' in occasione di Fiorentina -Juventus viene accordato ai bianconeri un rigore che il n°10 si rifiuta di calciare uscendo oltretutto con la sciarpa viola;è questo un'episodio che segnerà indelebilmente la sua carriera,il rapporto con i tifosi bianconeri ed è sintomatico del fatto che forse per essere una stella assoluta gli sia sempre mancato il carattere del voler vincere ad ogni costo più che il talento.
Nel 93' conquista la Coppa Uefa con torinesi ed alla fine di quella stagione gli viene anche assegnato il pallone d'oro,ma quando sulla panchina bianconera si siede Marcello Lippi e all'orizzonte appare la stella di Alessandro Del Piero per lui i giorni  in riva al Po sono finiti complice un nuovo infortunio che lo tiene lontano dai campi di gioco.
Nell'estate del 95' viene ingaggiatao dal Milan che ne vuole sfruttare l'immenso talento,ma anche qui piano piano finisce in panchina a causa della concorrenza di Savicevic e della presenza di un'allenatore come Capello che bada più alla sostanza che ai fronzoli.
Le amarezze di clubs sono attenuate dalla nazionale in cui riveste un ruolo di primo piano per tutti gli anni 90' ed in particolare durante la Coppa del Mondo americana in cui trascina letteralmente l'Italia in finale arrivandoci però a mezzo servizio e non potendo dare il suo solito apporto:sintomatico il fatto che uno specialista come lui fallisce il proprio tiro nella serie di rigori che assegna il titolo.
Finita l'esperienza in rossonero Bologna,Inter(senza troppa gloria neanche qui...)e Brescia sono le tappe fianli della sua carriera;una carriera che avrebbe potuto dargli molto di più se solo avesse avuto il carattere necessario quando si gioca nelle grandi squadre a grandi livelli ogni settimana.

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