Prima di essere allenatore è stato un difensore di buon livello militando nel San lorenzo de Almagro e nell'Estudiante de La Plata con cui ha vinto titolo argentino,tre Cope Libertadores e la Coppa Intercontinetale;Carlos Bilarso era uno di quei tipici difensori sudamericani tutti grinta,e se c'era da randellare non si tirava di certo indietro.
Laureato in medicina,inizia la sua carriera in panchina proprio con il"Pincha"platense prima di migrare in Colombia al Deportivo Cali ed allenare la selezione del paese andino;tornato inpatria fa tappa ancora al San Lorenzo e poi all'indomani della fallimentare spedizione spagnola della naziomnale argentina ne diviene il selezionatore.
Con l'albiceleste disputa due Coppe del Mondo giungendo in entrambe le occasioni in finale,non esprimendo mai un calcio particolarmente raffinato in un'epoca invero povera di talenti a partte quello assoluto di Maradona,ma comunque solido ed efficace;il capolavoro però lo fa in Messico in cui intuisce lo stato di grazia del Pibe de Oro affidandogli le chiavi della squadra che era tra l'altro priva del nemico giurato di Diego,ovvero Daniel Passarella.
Quattro anni dopo in Italia se possibile il talento a disposizione è ancora meno e si fa di necessità virtù,giungendo in finale per merito di prodezze estemporanee e din portiere para rigori come Goycoechea;stavolta però l'esito è opposto a quello messicano con la Germania di Beckenbauer che prevale in una delle finali più brutte di sempre,affrontate all'attacco dai tedeschi in maniera però sterile e costruita sulla difesa ad oltranza da parte degli argentini.
Dopo quelle esperienze Bilardo abbandona la panchina,ma di lui rimane oltre all'allenatore in quanto tale la capacità di capire e gestire un talento sregolato come fu quello di Maradona,cosa davvero non facile.
Laureato in medicina,inizia la sua carriera in panchina proprio con il"Pincha"platense prima di migrare in Colombia al Deportivo Cali ed allenare la selezione del paese andino;tornato inpatria fa tappa ancora al San Lorenzo e poi all'indomani della fallimentare spedizione spagnola della naziomnale argentina ne diviene il selezionatore.
Con l'albiceleste disputa due Coppe del Mondo giungendo in entrambe le occasioni in finale,non esprimendo mai un calcio particolarmente raffinato in un'epoca invero povera di talenti a partte quello assoluto di Maradona,ma comunque solido ed efficace;il capolavoro però lo fa in Messico in cui intuisce lo stato di grazia del Pibe de Oro affidandogli le chiavi della squadra che era tra l'altro priva del nemico giurato di Diego,ovvero Daniel Passarella.
Quattro anni dopo in Italia se possibile il talento a disposizione è ancora meno e si fa di necessità virtù,giungendo in finale per merito di prodezze estemporanee e din portiere para rigori come Goycoechea;stavolta però l'esito è opposto a quello messicano con la Germania di Beckenbauer che prevale in una delle finali più brutte di sempre,affrontate all'attacco dai tedeschi in maniera però sterile e costruita sulla difesa ad oltranza da parte degli argentini.
Dopo quelle esperienze Bilardo abbandona la panchina,ma di lui rimane oltre all'allenatore in quanto tale la capacità di capire e gestire un talento sregolato come fu quello di Maradona,cosa davvero non facile.
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