Difensori come lui al giorno d'oggi non ce ne sono più;duro,abile nei tackles, forte in marcatura tanto che gli venivano sempre affidati le punte avversarie più pericolose:questo era Tarcisio Burgnich in campo,esempio di serietà e abnegazione nello svolgere il proprio lavoro.
Esordi nel calcio che conta con l'Udinese,avendo tra i compagni di squadre un certo Dino Zoff con cui condividerà altre gioie e dolori anche con la maglia azzurra:da subito si notano le sue indubbie qualità tanto che Gianpiero Boniperti non ancora presidente lo consiglia alla Juventus;in maglia bianconera però non ingrana e dopo 13 presenze viene ceduto in sede di mercato al Palermo dove invece trova un'ambiente ideale nel quale esprimere tutto se stesso.
Un'ottima stagione in Sicilia gli spalanca le porte dell'inter dove rimarrà per ben 12 stagioni divenendo una colonna insostituibile della compagine guidata a lungo da Helenio Herrera;in nerazzurro conquista titoli in serie giostrando da terzino destro,stopper ed anche da libero in un meccanismo difensivo che a volte risulta essere quasi insuperabile per gli avversari.Rare sono le volte in cui il mago gli da licenza di avanzare,ma anche in queste occasioni Burgnich si fa trovare pronto riuscendo ad appoggiare la manovra offensiva,anche se contrariamente al suo contraltare sulla fascia sinistra Facchetti,non ha un grande rapporto con il goal.
In nazionale disputa tre edizioni della Coppa del Mondo agguantando il secondo posto a Messico 70' e fa parte anche della squadra che si laurea campione d'Europa a Roma nel 1968 ;come molti della sua generazione chiude l'avventura in maglia azzurra dopo l'infausta spedizione tedesca del 1974.Dopo la mitica Italia-Germania Ovest di semifinale viene osannato come gladiatore nell'arena dalla critica italiana, rappresentante di una scuola che da sempre ha sfornato difensore duri come la roccia.
Dopo l'epopea in maglia Inter chiude la carriera agonistica a Napoli sfiorando anche lo scudetto nella stagione 74'-75';terminata l'avventura partenopea inizia il suo girovagare sulle panchine di mezza Italia portando esperienza,competenza e serietà.
Esordi nel calcio che conta con l'Udinese,avendo tra i compagni di squadre un certo Dino Zoff con cui condividerà altre gioie e dolori anche con la maglia azzurra:da subito si notano le sue indubbie qualità tanto che Gianpiero Boniperti non ancora presidente lo consiglia alla Juventus;in maglia bianconera però non ingrana e dopo 13 presenze viene ceduto in sede di mercato al Palermo dove invece trova un'ambiente ideale nel quale esprimere tutto se stesso.
Un'ottima stagione in Sicilia gli spalanca le porte dell'inter dove rimarrà per ben 12 stagioni divenendo una colonna insostituibile della compagine guidata a lungo da Helenio Herrera;in nerazzurro conquista titoli in serie giostrando da terzino destro,stopper ed anche da libero in un meccanismo difensivo che a volte risulta essere quasi insuperabile per gli avversari.Rare sono le volte in cui il mago gli da licenza di avanzare,ma anche in queste occasioni Burgnich si fa trovare pronto riuscendo ad appoggiare la manovra offensiva,anche se contrariamente al suo contraltare sulla fascia sinistra Facchetti,non ha un grande rapporto con il goal.
In nazionale disputa tre edizioni della Coppa del Mondo agguantando il secondo posto a Messico 70' e fa parte anche della squadra che si laurea campione d'Europa a Roma nel 1968 ;come molti della sua generazione chiude l'avventura in maglia azzurra dopo l'infausta spedizione tedesca del 1974.Dopo la mitica Italia-Germania Ovest di semifinale viene osannato come gladiatore nell'arena dalla critica italiana, rappresentante di una scuola che da sempre ha sfornato difensore duri come la roccia.
Dopo l'epopea in maglia Inter chiude la carriera agonistica a Napoli sfiorando anche lo scudetto nella stagione 74'-75';terminata l'avventura partenopea inizia il suo girovagare sulle panchine di mezza Italia portando esperienza,competenza e serietà.
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