giovedì 26 maggio 2016

Aimè Jacquet

Durante gli anni 80' ha guidato il Bordeaux ad uno dei periodi più floridi della propria storia,e soltanto la Juve di Platini riusci a stopparne la corsa verso la finale di Coppa dei Campioni;Aimè Jacquet è stato l'uomo che ha portato alla riscossa il calcio francese sempre complessato nell'essere il parente povero nel panorama europeo,è riuscito laddove aveva fallito Hidalgo.
Dopo una discreta carriera da calciatore,non appena si ritira viene cooptato alla guida tecnica dell'Olympique Lione che è la squadra con cui ha chiuso la carriera agonistica;fatta la giusta gavetta inizia l'esperienza decennale alla guida dei Girondins che in quel periodo sono la formazione che va per la maggiore terminata l'era del Saint Etienne;con il Bordeaux vince tre campionati e due coppe nazionali prima di trasferirsi al Montpelier dove fa sua un'altra coppa.
I tempi sono però maturi per un salto della barricata che lo porta a collaborare con la federazione francese,prima in qualità di supervisore delle squadre nazionali e poi come vice di Houllier;una volta fallita la qualificazione a Usa 94' e dimessosi il selezionatore in carica gli si spalancano le porte della rappresentativa transalpina.
Se l'Europeo inglese non va come ci si aspettava dato che la Francia termina la sua corsa ai quarti di finale,due anni dopo in casa la musica cambia;aiutato anche da una buona dose di fortuna con i rigori che gli permettono di eleiminare l'Italia,Jacquet conduce i bleus prima alla vittoria contro la sorprendente Croazia in semifinale e poi al trionfo dello Stade de France in cui i galletti annichiliscono il Brasile di Ronaldo e Zagalo.
Vinta la coppa diventa un'eroe nazionale,e da uomo saggio preferisce chiudere in vetta lasciando la sua squadra in mano a Lemerre.

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