Uno dei pochi che può ascrivere a se il fatto di aver fatto parte del Real Madrid sia come giocatore che come allenatore, e soprattutto di averci vinto con la casa blanca:Miguel Munoz è stato uno dei grandi di Spagna a cui è mancata forse l'affermazione a livello di nazionale spagnola che ha guidato per sei stagioni ed attraverso due europei ed una Coppa del Mondo,ma in quell'epoca la contrapposizione tra Madrid e Barcellona era se possibile ancora più aspra ed accesa che ai giorni nostri.
Difensore eclettico, ha giocato in diverse formazioni minori della Liga prima di approdare alle merengues nel 48' e rimanervi per 10 stagioni potendo annoverare nel proprio palmares 3 Coppe dei Campioni e quattro titoli nazionali;smesse le scarpe da gioco ha fatto la gavetta per due anni in squadre satelliti prima di far ritorno alla casa madre nel 1960.
Alla guida dei bianchi di Spagna ha ripercorso lo stesso cammino vittorioso che lo aveva contraddistinto da giocatore portando in bacheca nel corso di quasi tre lustri altre due coppe dalle grandi orecchie e la bellezza di nove campionati spagnoli a cui vanno aggiunte anche tre Cope del Rey;un bottino invidiato ed invidiabile per un'uomo che faceva della praticità un'elemento base,ma senza tralasciare anche un certo canone estetico che dalle parti del Bernabeu è sempre stato tassativo oltre tutto potendo contare su campioni che da sempre il Real annovera tra le proprie fila.
Prima di approdare alle furie rosse con cui ha disputato la finale di Euro 84' ha avuto altre esperienze su panchine iberiche che però nulla hanno a che vedere con uno dei periodi più fulgidi ed aurei dell'intera storia madridista.
Difensore eclettico, ha giocato in diverse formazioni minori della Liga prima di approdare alle merengues nel 48' e rimanervi per 10 stagioni potendo annoverare nel proprio palmares 3 Coppe dei Campioni e quattro titoli nazionali;smesse le scarpe da gioco ha fatto la gavetta per due anni in squadre satelliti prima di far ritorno alla casa madre nel 1960.
Alla guida dei bianchi di Spagna ha ripercorso lo stesso cammino vittorioso che lo aveva contraddistinto da giocatore portando in bacheca nel corso di quasi tre lustri altre due coppe dalle grandi orecchie e la bellezza di nove campionati spagnoli a cui vanno aggiunte anche tre Cope del Rey;un bottino invidiato ed invidiabile per un'uomo che faceva della praticità un'elemento base,ma senza tralasciare anche un certo canone estetico che dalle parti del Bernabeu è sempre stato tassativo oltre tutto potendo contare su campioni che da sempre il Real annovera tra le proprie fila.
Prima di approdare alle furie rosse con cui ha disputato la finale di Euro 84' ha avuto altre esperienze su panchine iberiche che però nulla hanno a che vedere con uno dei periodi più fulgidi ed aurei dell'intera storia madridista.
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